Roma 2012

A Roma vince la sorpresa

Tra le solite polemiche dell’immancabile avanguardia di scontenti la giuria presieduta da Jeff Nichols ha premiato con il Marc’Aurelio d’Oro Marfa Girl di Larry Clark, ovvero uno dei più discussi registi in attività. Premio alla Miglior Regia invece a Paolo Franchi con E la chiamano estate, film che ha più di ogni altro diviso critica e pubblico. In attesa di vederli in sala, ci limitiamo a registrare i molti fischi e i pochi applausi, ma anche il giudizio positivo espresso del nostro inviato a Roma Mauro Coni, che con i suoi puntuali report dal festival ci ha raccontato in tempo reale di proiezioni e incontri, partecipando tra l’altro con i suoi voti alla giuria del Mouse d’Oro, premio assegnato dalle webmagazine. Per la cronaca questa speciale giuria si è espressa in favore del film di Alan e Gabel Polski The Motel Life (a cui è stato assegnato anche il premio alla Miglior Sceneggiatura).
Un altro film italiano nel palmares: è Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi, che ha raccolto consensi quasi unanimi. Premio Speciale della Giuria e Miglior Opera Prima. Niente male.
Un’ultima valutazione l’abbiamo chiesta ovviamente a Mauro.

Ultimi fuochi da Roma
Marco Müller, al suo esordio, ha fatto un buon lavoro. Non mi sarei aspettato da lui, cinefilo ascetico e intransigente, tante salubri iniezioni pop. E’ stato un festival equilibrato, con un ampio ventaglio di scelte, dal film godibile e di intrattenimento (Hill, Coppola) ai polpettoni superlenti che tanto piacciono a certi notturni animali da cinema. E considerando che a Roma non arriva certo la primissima scelta della produzione internazionale, la qualità mi è parsa abbastanza alta. Il mondo è bello perché è vario; anche un festival è bello perché è vario. E questo lo è stato. Pare ci sia stato un minore afflusso di pubblico, una complicata gestione degli accrediti. Questo è sicuramente vero, ciò non toglie che la magia di una rassegna del genere era intatta e presente. E poi, rispetto a Venezia e altri contesti, qui il rapporto tra pubblico e vip è molto più diretto. Ti capita di incontrare attori e attrici, salutarli, lasciargli una battuta. E’ tutto più informale, molto ruspante, alla romana. Poi ci sono le mie personalissime impressioni. Al di là di tutti gli sbattimenti mi sono divertito un sacco. Mi mancherà tutto di questa stupenda esperienza: i viaggi, le proiezioni, i pasti di corsa, le mille persone conosciute, le prime con le star sedute a pochi metri, le recensioni in press room, la guida sfogliata e risfogliata mille volte, i dibattiti che continuavano fin dentro gli autobus nella notte. E una volta a letto l’adrenalina al pensiero dei film da vedere il giorno dopo. In questi giorni ho sentito parecchie lamentele. Anzi, quasi sempre se qualcuno esprimeva un giudizio era un giudizio deluso e amaro. Questi cosiddetti intellettuali sono persone esasperanti, e il festival ne era intasato. Io me la sono goduta tutta. Per me era come essere a Disney World. Io amo il cinema, e se ami il cinema un festival è la cosa migliore che ti possa capitare.

Mauro Coni

Topics
Vedi altro

Articoli correlati

Lascia un commento

Back to top button
Close