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Adaline, l’eterna giovinezza

Adaline1908: Adaline nasce e sarà destinata a non morire. L’attrice protagonista Black Lively, conosciuta grazie alla serie fashionista di Gossip Girl, è sulla copertina statunitense del film. La sua, una bellezza senza tempo: tratti cinematograficamente plasmabili, non suscettibili a mode. La forma del suo viso, attraverso il filtro di materiali fotosensibili, non subisce deformazioni cubiste. Fedele alla propria giovinezza, come la sua vicenda vuole raccontarci.
Adaline è affascinante, vive nei thirties statunitensi. Vittima, una notte, di un misterioso incidente d’auto, cade sotto l’incantesimo dell’eterna giovinezza. La sua è una condizione di freschezza invidiata, bramata e scomoda; perché lei, a differenza di ogni donna mortale, non sfiorisce mai. Schivate le prime rughe delle sue coetanee, non invecchiare diventa una condanna. Intraprende così una fuga lunga quasi un secolo, scandita da scadenze di passaporti falsi e cani – della stessa razza – come compagni di viaggio, per sfuggire al giudizio dell’errore umano che si è rivelata essere. Adaline è chiamata, nella sua immutabilità, ad essere la rosa sotto la campana di vetro. Si rende auto-immune alla vita, imparando l’invisibilità sociale, sopravvivendo sotto false identità. Non è mai così coraggiosa da spiegare la sua anomalia genetica, e con l’accumularsi degli anni la sopportazione affettiva diventa sempre più debole. Non invecchiare significa, soprattutto, veder morire tutti i propri cari. La figlia 81enne Flemming (Ellen Burstyn) sorpassa i 29 compleanni di Adaline, doppia la sua imagesetà. In un’inversione di polarità fisiche fra le due, il regista Lee Toland Krieger, ostenta il fascino ordinario del diventare madri delle proprie madri. Adaline costringe Flemming al segreto, a non rivelare mai il suo vero ruolo familiare. Un atto coraggioso e crudele, che Flemming adulta comprende e sopporta, interiorizza e accetta. L’età per lei non è un problema, perché conoscere la caducità della propria esistenza dà un ulteriore valore alla ricchezza dell’esperienza umana. La fortuna di poter ammettere una fine. In un mondo monopolizzato dal potere della giovinezza, dalla vanità, Adaline è comunque la reclusa, non la regina. La sua gabbia si stinge sempre di più, fino a quando il sentimento vince sulla razionalità, e si innamora di nuovo. La sua pianificazione di invisibilità fallisce. Ellis (Michiel Huisman), figlio di un suo grande amore passato, le chiede con entusiasmo di incontrare la sua AgeD25-285.dngfamiglia. “I’d like to think you walk away from this thinking love conquers all, even immortality”, dice Krieger. Allora il passato irrompe nel presente, costringendola a fare i conti con un’identità ormai allo scoperto.
Lo spettatore di Adaline – l’eterna giovinezza è Ursula, la matriarca nel Cent’anni di solitudine della stirpe Buendìa: assiste alla circolarità della vita, inarrestabile ma logica. Un ciclo dal punto zero in espansione verso il futuro. Un umano difettato che mostra all’uomo moderno che il progresso, sebbene ricco di sofferenze e ingiustizie, ha un senso.
L’amaro in bocca sorrentiniano è morto, e giace sul fondo dell’oceano. Ne rimangono solo le ultime bolle d’ossigeno in superficie, di chi non ha avuto, come il personaggio interpretato da Harrison Ford, la fortuna di aggrapparsi totalmente al proprio sogno e sposare Adaline. Il leitmotiv è quello dello sprono all’azione. Qualsiasi sia la nostra condizione umana, si è chiamati all’azione tanto quanto si è chiamati alla vita. Rinnegare il passato è concesso, ma non obbligatorio. Se si comprende che, alla fine della nostra esistenza, i nostri passi possono aver influito nel mondo. E l’amore sì, ancora una volta vince su tutto.

Giulia Peruzzotti

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=QeCcpyg5Rss

Adaline – L’eterna giovinezza

Regia: Lee Toland Krieger. Sceneggiatura: Salvador Paskowitz, J. Mills Goodloe. Fotografia: David Lanzenberg. Montaggio: Melissa Kent. Interpreti: Harrison Ford, Blake Lively, Michiel Huisman, Amanda Crew, Ellen Burstyn, Richard Harmon, Kathy Baker. Origine:Usa, 2015. Durata: 110′.

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