Cannes 2017

Cannes 70: Palma d’Oro a Ruben Ostlund

Un palmares discutibile e di basso profilo, all’altezza di un concorso modesto. Il 70° Festival del cinema di Cannes più che con i festeggiamenti si chiude 70th Cannes Film Festival - Closing ceremony - Palme d'Or Awardcon un verdetto che soddisferà pochi. La Palma d’oro prende la strada della Svezia, nelle mani di Ruben Ostlund che ha portato uno dei film più ambiziosi della competizione, The Square. Un film che inizia bene, regge per metà, poi si perde nella sua presunzione, nel suo voler disturbare a tutti i costi, ma accumulando situazioni che progressivamente perdono forza e ironia, un meccanismo che si arrotola su se stesso. Un direttore di museo alle prese con l’assurdità della vita e con il politicamente corretto nel mondo dell’arte, che diventa sfiancante e vacuo. Un trionfo che dovrebbe insegnare a chi fa pronostici a prestare più attenzione alle parole dei direttori di festival quando presentano le selezioni: Thierry Fremaux aveva sottolineato in maniera particolare la presenza del cineasta svedese affermatosi con Forza maggiore proprio a Cannes.

Il Gran Prix è stato assegnato a 120 battiti al minuto del francese Robin Campillo, che aveva ricevuto il premio Fipresci della stampa, e sembrava il favorito nelle ultime ore. Un buon film impegnato e appassionato, che inizia corale e assembleare per diventare intimo e doloroso: pur non eccelso, tra i pochi a mettere d’accordo gran parte dei festivalieri. Un premio speciale, del 70° anniversario, è stato introdotto apposta ed è andato a Nicole Kidman, vista in quattro lavori selezionati, tra i quali due fuori competizione, How to talk to girls at parties di John Cameron Mitchell e Top of the Lake di Jane Campion. L’attrice australiana era in due titoli in concorso, L’inganno – The Beguiled di Sofia Coppola e The Killing of a Sacred Deer del greco Yorgos Lanthimos. Entrambi devono essere piaciuti parecchio alla giuria presieduta da Pedro Almodovar, in quanto si sono portati a casa altri riconoscimenti. La Coppola il premio, anche meritato, per la regia di un film che ribalta il punto di vista dell’originale, La notte brava del soldato Jonathan (1971) di Don Siegel con Clint premiatiEastwood, trattandolo con guardo femminile. Una sorta di Piccole donne con soldato ferito in mezzo, un giardino delle vergini non suicide con tanto di elegante regina (Kidman). Lanthimos ha vinto il premio per la sceneggiatura, scritto con il fido Efthimis Filippou, di un altro film costruito programmaticamente per turbare ma in realtà sterile come il sesso che fa la coppia di protagonisti su un talamo che sembra un letto di morte. Il regista greco di The Lobster, Alpi e Dogtooth è un prediletto delle giurie che cascano sempre nella trappola di un cinema sottolineato e vacuo.
Due premi anche, questi molto a sorpresa, a You were never really here della scozzese Lynne Ramsay, per una sceneggiatura che quasi non esiste e per l’interprete Joaquim Phoenix. Un esercizio di stile, che guarda quasi solo alla forma, ma con un ruolo da introverso e magnetico detective reduce di guerra cucito addosso a Phoenix. Miglior attrice Diane Kruger per un’opera controversa e discussa come In the Fade del tedesco d’origine turca Fatih Akin, un film sul razzismo, il ritorno dei nazisti, il terrorismo, lo stallo della giustizia e la vendetta. Ci si aspettava forse di più per il russo Loveless – Nelyubov di Andrei Zvyagintsev, denuncia della Russia del potere corrotto e degli arricchiti, tanto presi da se stessi da non occuparsi dei figli, che ha ricevuto il premio della giuria.
In una serata all’insegna del cinema europeo, sono rimasti senza nulla, ma era prevedibile, due grandi come Michael Haneke e Todd Haynes che hanno portato opere come Happy End e Wonderstruck forse “minori” nella loro filmografia.
La Caméra d’or per l’opera prima è stata consegnata alla francese Léonor Serraille per Jeune femme, presentato nella sezione collaterale Un certain regard.
Infine, tra i cortometraggi Palma al cinese Xiao chen er yue – A gentle night di Qui Yang e menzione al finlandese Katto – The Ceiling di Teppo Airaksinen.

da Cannes, Nicola Falcinella

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