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Cronache da Locarno 65: giovedì 9 agosto

Che dire, Olivier Pére quando dice che il film Boa Sorte, Meu Amor di Daniel Aragao è un’opera visuale e basata sulla bellissima fotografia, ha perfettamente ragione. Ma la fotografia è l’unico punto di forza del film, nel quale trama e personaggi sono davvero inconsistenti e stucchevoli. Il tema del film oscilla tra l’invasione della città sulla campagna e la voglia dell’uomo di essere qualcun altro. La storia d’amore tra Maria e Dirceu fa da contorno ad un arzigogolato ragionamento che sinceramente non va a parare da nessuna parte. La pellicola ha suscitato immensa delusione nell’intero pubblico, che ha lasciato la sala perplesso ed insoddisfatto. Soprattutto il finale è stato caratterizzato da momenti di assoluto delirio, a tratti grottesco ed a tratti persino ridicolo. Purtroppo il regista brasiliano ha perso il contatto con la storia, non riuscendo a dare senso alle bellissime immagini. Peccato.

Oggi però la massima soddisfazione è stata poter vedere e conoscere un produttore di grande talento come l’israeliano Arnon Milchan. L’incontro ha ripercorso la storia dei suoi più famosi film, a cominciare naturalmente da C’era una volta in America. La sua personalità così elegante ed interessante ha catturato il cuore degli ascoltatori. Oltre a raccontare numerosissimi aneddoti riguardanti i suoi film, Milchan ha saputo dare una chiara immagine dell’industria cinematografica statunitense e delle qualità che fanno emergere un cineasta, prima tra tutte la determinazione e l’intuito. Gli incontri con registi del calibro di Terry Gilliam ne sono la prova. Il film Brazil (che personalmente amo) è stato un atto di fiducia verso un regista che in sé aveva delle potenzialità assolutamente straordinarie. Film come Pretty Woman sono invece frutto di una determinazione del produttore, che si era visto sminuito per il suo intento di creare un film dal carattere così fiabesco, che proprio per questa sua caratteristica è diventato uno dei film più visti di tutti i tempi. Altre volte è importante avere il coraggio di assecondare chi propone opere che vanno oltre il tempo e che rappresentano in potenziale una frontiera da superare. E’ il caso di Fight Club, uno dei film che ha maggiormente influenzato i cineasti del presente. La cosa più  interessante  è stata scegliere di raccontare i progetti svolti da Milchan, senza mai parlare di denaro in senso stretto, ma senza nemmeno parlare di arte in senso molto astratto. Anzi, il consiglio di Milchan per i nuovi sceneggiatori è di essere abili nel preventivare autonomamente il costo dei propri progetti, per evitare di vedere la propria opera smembrata dalla produzione. Essere determinati e persino folli, o come ha detto lo stesso Milchan “Shameless” è la caratteristica più importante di ogni cineasta. Un altro importante insegnamento che si può trarre da questo bellissimo incontro è che, se persino un giovanissimo Robert De Niro ha avuto bisogno di telefonare ad Arnon Milchan per chiedere timidamente un lavoro, c’è speranza davvero per tutti.

Da Locarno Giulia Colella

Motorway

In occasione della consegna del Pardo d’oro a Johnnie To viene proiettato in Piazza Grande Motorway, prodotto dal maestro di Honk Kong e diretto da Soi Cheang, suo aiuto regista per tanti anni. Narrazione ridotta all’osso e personaggi decisamente appena abbozzati: il tutto funzionale a mettere in scena inseguimenti mozzafiato perfettamente ripresi per le strada di Hong Kong. Sean, la giovane recluta di una squadra speciale della polizia composta da agenti abili alla guida, deve vendicare il socio anziano ucciso dal leggendario ladro pilota Jansen. Riuscirà grazie agli insegnamenti di motor-Zen del più esperto collega (“non prestare attenzione alle altre auto e tieni il focus sempre sulla tua linea”).

Motorway – Original Trailer

Da Locarno Massimo Lazzaroni

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