Attualità

DALL’ANALOGICO AL DIGITALE

Aria di cambiamento anche al Cinema Nuovo di Varese

Se per noi cinefili della provincia di Varese fino ad oggi il Cinema Nuovo era il luogo nostalgico in cui rifugiarsi per ascoltare ancora una volta il ronzio polveroso della pellicola, sfuggendo all’imperante industria dell’illusione perfetta che ci offrono gli schermi ad altissima definizione dei multisala, bene, da oggi non sarà più così. Il progresso, purtroppo o per fortuna, non risparmia nessuno e anche a noi, affezionati del cinema “di una volta”, tocca rassegnarci. Del resto, come si suol dire, di necessità si fa virtù: davanti alla sempre più crescente difficoltà di reperire i film su pellicola, davanti al fatto che, ci dicono, dal 1 gennaio 2014 la pellicola forse addirittura sparirà, ebbene, la soluzione può essere soltanto una: affacciarsi all’epoca del digitale. Che peraltro, indubbiamente, di vantaggi ne riserva non pochi.

Di questo avviso è anche il signor Mario Ferrario, storico operatore del cinema Nuovo, ormai da più di vent’anni. Nonostante lui si dica ancora «legato alla pizza», è più una questione di abitudine che di nostalgia. L’unico lato negativo della nuova strumentazione, ci dice, è la difficoltà di avere a che fare col nuovo mezzo, sperando di imparare più in fretta possibile un metodo di lavoro radicalmente nuovo. Per il resto, il vantaggio di poter gestire tutto da un pc e la possibilità di programmare già i film per un’intera settimana, è indubbiamente enorme: niente più scale su e giù per programmare il proiettore, niente più pizze da caricare e scaricare, niente più pellicole da montare. Se prima per un film erano necessarie anche cinque bobine distinte da congiungersi manualmente, ora, come ci spiega Samuele Danini, che affianca Mario in sala proiezione, una chiavetta usb contiene anche quattro film, e un hard disk addirittura alcune decine. Non solo: il nuovo impianto permetterà al cinema di proiettare anche spettacoli in diretta, grazie all’avvenuta installazione di due parabole satellitari.

Solo una piccola riserva da parte del signor Mario: indubbio è il fatto che se prima, qualunque cosa succedesse, «era semplice sistemare la magagna», qui invece non sempre si riesce. Anche i rari aneddoti che ci racconta, di piccoli disguidi verificatisi nel corso della proiezione, si sono fino ad oggi sempre risolti per il meglio, ma ora la cosa sembra essere molto più complessa: come ormai in ogni ambito, sebbene i  computer lavorino per noi, alleggerendo il nostro compito, siamo pur sempre in balia delle macchine, e di macchine spesso troppo sofisticate per potervi interagire senza essere dei laureati in astrofisica. Macchine che si devono persino accudire, come nel caso del nuovo proiettore al quale deve essere affiancato un condizionatore per garantire il suo funzionamento anche nei giorni più caldi. Macchine che rendono la visione del film perfetta, che sanno riprodurre sempre più fedelmente l’audio originale; macchine che però al suono caldo e sgranato della pellicola sostituiscono quello freddo e metallico del digitale.

Ma forse l’ostilità nei confronti della tecnologia è solo effetto di quei pregiudizi che il fascino un po’ retro della pellicola ridesta in tutti noi cinefili, spesso diffidenti nei confronti della perfezione che la proiezione digitale mette di fronte ai nostri occhi. A confermarcelo è la breve proiezione a cui Mario e Samuele ci hanno gentilmente fatto assistere. Il nostro consiglio è di liberarsi da tutte le remore nostalgiche e sperimentare di persona le nuove possibilità offerte dalla proiezione digitale, così da poter apprezzare quanto essa sappia ancor più valorizzare l’arte cinematografica.

di Monica Cristini e Luca Scarafile

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