RecensioniVenezia 2012

E’ stato il figlio di Daniele Ciprì

Esordio in solitaria per Daniele Ciprì che ha saputo, pur con qualche carenza strutturale nella resa fluida dell’intreccio, descrivere uno spaccato sociale dai toni aspri, rimarcandone la miseria materiale ed esistenziale fino ai limiti del grottesco. Al centro della storia le vicende della famiglia Ciraulo, povera e disperata, apparentemente coesa, ma divisa al suo interno da uno spregevole istinto di sopravvivenza.
Lo scenario è quello di una Sicilia sul finire degli anni 70′, mostruosamente rappresentata nei suoi lineamenti più crudi. I personaggi  non celano i propri difetti, sia fisici che morali, e le loro azioni seguono un’etica del tutto personale.
Sulle spalle del capofamiglia Nicola, interpretato da un sempre più versatile Toni Servillo, grava il sostentamento dell’intero nucleo familiare, a cui rivolge tutte le sue frustrazioni. A subire le ire del padre è soprattutto Tancredi, un ventunenne timido e senza occupazione (Fabrizio Falco, esordiente vincitore a Venezia 69 del Premio Mastroianni). Le aspettative per il futuro appaiono nulle fino a quando un evento cruento sembra aprire uno spiraglio.
Partendo dall’omonimo romanzo di Roberto Alajmo, il palermitano Ciprì riadatta per il grande schermo un’iperrealistica cronaca familiare pervasa da un’opprimente atmosfera di tragica ironia, caricata fino all’eccesso. Questa è la logica di un film che segue una strada ben precisa, ma che nell’epilogo impazzisce gettandoci, senza alcuna cautela,  in un finale fortemente emotivo e del tutto disumano.

Ernesto Brusati e Jenny Rosmini

E’ stato il figlio

Regia: Daniele Ciprì. Sceneggiatura: Massimo Gaudioso, D. Ciprì. Fotografia: D. Ciprì. Montaggio: Francesca Calvelli. Interpreti: Toni Servillo, Giselda Volodi, Alfredo Castro, Fabrizio Falco. Origine: Italia, 2011. Durata: 190′

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