RecensioniSlider

Fantastici Quattro

fantastic-fourCon Ant-Man avevamo accennato a quanto fosse calata l’originalità delle pellicole basate sui supereroi di Stan Leeall’indiscusso sforzo che la big house del fumetto stesse facendo per mantenersi costantemente presente sui grandi schermi, con l’uno o con l’altro film, e al suo ossessivo bisogno d’espandere i propri proventi, a costo di rilasciare prodotti mediocri pur di fornire materiale alle sale cinematografiche. Le avvisaglie di un non troppo distante declino erano evidenti, ma mai avremmo pensato che il D-Day Marvel fosse tanto imminente. Se, infatti, nella storia dell’uomo formica, le imperfezioni circa l’attinenza col fumetto erano, tutto sommato, di scarsa importanza, quelle rilevabili in questo disastroso reboot dedicato ai Fantastic Four sono a dir poco paragonabili a crateri d’ignoranza e indifferenza.
Certo, a differenza della mera riproposizione dei fatti che si opera in un remake, è prerogativa del reboot di riscrivere parzialmente o quasi totalmente la vicenda originale, ma un conto è riscrivere, un conto è storpiare la storia sino a renderla irriconoscibile.lead_960
Nella vicenda originale, Reed Richards, giovane e promettente scienziato, viene reclutato come ricercatore al Baxter Building, dove ha modo di lavorare su un razzo di sua creazione progettato per raggiungere la luna, impresa che si rivelerebbe unica nel suo genere dato che la narrazione è ambientata in un tempo anteriore all’impresa di Armstrong e Aldrin. Al termine della spettacolare costruzione, Richards, aiutato dalla collega e futura compagna Sue Storm e dal fratello di lei, Johnny Storm, mette a punto una squadra di membri capaci, così da affrontare il viaggio tanto atteso, ma a lancio effettuato, ben prima dell’arrivo sulla superficie lunare, una tempesta di raggi cosmici impatta il razzo, contaminando i membri dell’esiguo equipaggio e modificandone le caratteristiche genetiche e corporee. Reed Richards acquisisce l’abilità di allungarsi a piacimento come un elastico, Johnny Storm può trasformarsi in fuoco e volare, Ben Grimm – pilota della spedizione – diventa un gigante di pietra e Susan Storm, per concludere, otterrà il potere di rendersi invisibile e creare campi di forza. La squadra, tornata sulla terra e sottopostasi alle più meticolose e attente cure di vari specialisti, accetta la propria condizione e si mette al servizio dell’umanità come collettivo, sin da subito e non dopo un lungo periodo di dipendenza dal governo, come proposto nella nuova pellicola girata da Josh Trank.
Toby-Kebbell-Doctor-Doom-Fantastic-Four-2015Se questo fosse l’unico errore, tuttavia, non avremmo alcunché di cui lamentarci…
Johnny (Michael B. Jordan) e Susan Storm (Kate Mara) non sono più fratelli, ma fratellastri, lei adottata e originaria dell’Europa dell’est e lui afroamericano come il padre, nonostante nel fumetto fosse biondo e con gli occhi azzurri. Ma questo è ancora niente. 
Qui la spedizione non avviene con un razzo, ma tramite il teletrasporto, e non mira al raggiungimento della luna, bensì a un’altra dimensione e, nello specifico, a un pianeta chiamato “Zero”. Tre quarti del film servono solo a raggiungere il momento del lancio e l’ultima mezzora non è altro che un lungo attendere che qualcosa succeda; poi, però, arriva l’azione e, quasi quasi, vorremmo tornare indietro e uscire dalla sala così da risparmiarci l’imbarazzante scontro con Dottor Destino (Toby Kebbel) che, tra tutti, è di certo il personaggio peggio rappresentato.
Nel fumetto, di fatti, Victor Von Doom – alias Dr. Destino – viene sfigurato da un esperimento andato male; nel film di Trank, invece, viene abbandonato sul pianeta estraneo per un anno intero e su questo viene in possesso dei suoi poteri, poteri che nella reale storia acquisisce in Tibet.fantastic-four-reboot
Chiudiamo comunque un occhio, ingoiamo anche il boccone di una Sue Storm che ottiene le super capacità pur non essendo partita con l’equipaggio e andiamo avanti.
Inesistente la relazione amorosa tra lei e Reed (Miles Teller), totalmente trascurati i soprannomi Marvel e neppur minimamente approfondito il profilo di Ben Grimm (Jamie Bell).
Più che un reboot degno d’interesse, questo Fantastic Four 2015 sembra ufficializzare il crollo di idee di un impero sorto con Iron Man, e ormai giunto a un triste e noioso tramonto.

   Mattia Serrago

Fantastici Quattro 

Regia: Josh Trank. Sceneggiatura: Simon Kinberg, Jeremy Slater. Fotografia: Matthew Jensen. Montaggio: Elliot Greenberg. Musiche: Marco Beltrami, Philip Glass. Interpreti: Miles Teller, Kate Mara, Michael B. Jordan, Jamie Bell, Toby Kebbel. Origine: USA, 2015. Durata: 100′.

Topics
Vedi altro

Articoli correlati

Back to top button
Close