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Genius… ribelle

Genius-film“Una storia vera”. Così si apre Genius, con una frase che dovrebbe garantire per il film, come a dire: non mettere in dubbio ciò a cui assisterai. Non è certo la prima volta. Ma diciamolo chiaramente, l’espressione è abusata. Non che Genius non sia ispirato a una storia vera, ma ci pare troppo spesso che l’intenzione sia quella di preavvisare lo spettatore per scongiurarlo di non dubitare degli eccessi, della straordinarietà del racconto, quando invece dovrebbe essere il testo filmico a costruire il gioco dell’attendibilità, sempre e comunque.
Siamo di fronte a un film che interpreta una biografia, quella dell’editore Maxwell Perkins (interpretato dall’impeccabile Colin Firth), che a sua volta racconta del suo rapporto con il genio sregolato di Thomas Wolfe (nei panni del quale troviamo Jude Law). Il regista Michael Grandage, tanto teatro alle spalle ma alla sua prima opera cinematografica, punta tutto sulla dialettica tra due caratteri differenti, due uomini che diventano uno ispiratore dell’altro, trasformando un rapporto professionale in amicizia e un’amicizia in relazione padre/figlio, a discapito delle rispettive famiglie. Lo sfondo è la geniuaKidmancittà di New York negli anni della crisi economica. Gli anni ’20 e ’30 hanno poco di luccicante e infatti la fotografia (senza sorprese) vira ai toni cupi, eccitati dall’entusiasmo barocco dello scrittore che sembra attingere a quel tessuto urbano e degradato, mescolandolo ai vissuti personali e a tocchi di poesia a volta eccessivi. I manoscritti di Wolfe sono fiumi in piena, scatole di descrizioni nelle descrizioni. La grandezza del romanziere è colta da Perkins, che vede in Wolfe l’ennesima stella del suo firmamento, già popolato da autori come Hemingway e Scott Fitzgerald (colto in piena crisi creativa dopo Gatsby).
Quando Wolfe si presenta da Perkins con O Lost è convinto di dover ingoiare l’ennesimo rifiuto, invece è l’inizio di un’avventura che corre tra le pagine dello script, dove lo scrittore difende pezzi di racconto come fossero figli e l’editore li marchia con feroci righe rosse, argomentando nel dettaglio ogni elisione. O Lost diventa il best seller Angelo, guarda il passato, Wolfe un fenomeno editoriale, Perkins il genio nell’ombra. Perché, uno dei temi del film, è proprio il ruolo dell’editor nella genesi di un libro, l’apporto (altrettanto geniale in questo caso) che può arricchire un’opera letteraria di livello. In che misura poi? Se le riflessioni a riguardo sono nel film piuttosto scontate, è indubbio che l’interesse dello spettatore è nel decifrare la natura ambigua della relazione tra i due uomini, perché la stima reciproca diventa conflitto dopo la partita giocata sulle cinquemila pagine de Il fiume e il tempo. Il figlio rinnega il padre, dopo aver abbandonato anche la donna che l’ha sopportato (e supportato), assecondandone gli umori e le stravaganze, in cambio certo di “colore” in una vita grigia. Nicole Kidman, che dà il volto ad Aline, gira un po’ troppo sullo stereotipo della donna isterica e trascurata, inappagata e derubata. Perkins si mette di traverso in nome del genio creativo, con un certo cinismo a dire il vero, proteggendo il figlio da inutili sconquassi.


Ma il cliché è proprio il problema di Genius, trame e situazioni che ti aspetti, anche nelle parentesi narrative meno tese (Perkins e Hemingway a pesca insieme), anche nella monocorde passione dell’editore per la letteratura (anima e corpo) e nella conseguente assenza come padre delle sue cinque figlie o, meglio, la presenza assenza, visto che non sveste mai il cappello, nemmeno a cena, simbolo dell’impegno lavorativo ben oltre l’orario d’ufficio. Infine aporie inspiegabili come il tempo che passa per tutti tranne che per la figlia piccola di Perkins, che resta piccola e ingenuamente affezionata a Wolfe dall’inizio alla fine. Una sregolatezza forse in una regia scontata, troppo preoccupata di emozionare, dunque poco… geniale.

Vera Mandusich

Genius

Regia: Michael Grandage. Sceneggiatura: John Logan. Fotografia: Ben Davis. Montaggio: Chris Dickens. Interpreti: Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman, Guy Pearce, Laura Linney, Dominic West, Vanessa Kirby. Origine: GB/Usa, 2016. Durata: 104′.

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