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Herzog: Lo and Behold – Reveries of the Connected World

herzogChe cos’è Internet oggi? Che ruolo ha nelle nostre vite e come influirà sul nostro futuro? Per provare a rispondere a queste domande ci guida Werner Herzog con questo film presentato in apertura al Biografilm Festival di Bologna, disegnando in un racconto articolato in dieci episodi, altrettante facce della realtà onnipotente che è il Web.
La voce di Herzog, come sempre nei suoi documentari, è il nostro Caronte nei meandri di internet. Il film parte dal luogo in cui è nato internet, nel campus della UCLA, seguendo il visionario Leonard Kleinrock che racconta la trasmissione del primo messaggio on-line nel 1969. Il luogo è rimasto uguale a com’era negli anni ‘60, un museo o forse un santuario, pieno d’acciaio, di cavi e impregnato di quell’odore del computer che ha quasi 50 anni. È un inizio folgorante che solo Herzog poteva immaginare: un film su una non-cosa che non si sa dov’è e dove andrà invece parte invece da qualcosa di materiale, di organico, che tocchiamo con le nostre mani e che sentiamo col nostro olfatto.
A Herzog ovviamente non interessa il film didascalico sul web, questo non è un film saggio sulla dipendenza dell’umanità sulla tecnologia moderna, è un viaggio in questo mondo oscuro che non è quello dei viaggiatore a piedi, non ci sono navi che scavalcano montagne, o mongolfiere che volano sul fiumi sudamericani, è comunque un viaggio affascinante che il regista tedesco compie attraverso le persone che intervista e donandoci dettagli astratti e poetici come solo lui sa fare. E lo fa come sempre con la sua straordinaria ironia. E’ forse il film più divertente mai lo and beholdgirato da Herzog: già dal titolo ci fa capire dove vuole arrivare, il primo messaggio su internet partiva da Log ma sulla g il computer andò in crash… da qui il titolo Lo and Behold.
Herzog intervista gli uomini più importanti del settore tecnologico, neuropsichiatri, hacker, ricercatori nel campo del cervello e dell’intelligenza artificiale, ingegneri che immaginano una squadra di robot che possa vincere i Mondiali di Calcio nel 2050. Porta tutti oltre internet e verso argomenti di vasta portata come la dipendenza, le molestie come on-line, i viaggi nello spazio e i sogni. La presenza di Herzog è dietro la camera ma si sente moltissimo, distrae dal materiale e punta ad umanizzare un qualcosa di non tangibile, trovando così il suo lirismo nelle possibilità più accattivanti. Interroga i suoi soggetti con questioni metafisiche assurdamente poetiche: può internet sognare se stesso? Può un computer trovare l’amore? La speranza? Credere in Dio? Tutto questo genera un contrasto che fa molto ridere e pensare allo stesso tempo, porta i protagonisti all’estremo del nerdismo e si diverte ascoltandoli con lo stesso approccio avuto con lo scienziato de L’ignoto spazio profondo, quello delle autostrade spaziali tanto per intenderci.
Lo spazio è sempre per Herzog qualcosa di molto affascinante, la scoperta che su Marte si può installare internet ma non può arrivare l’uomo, lo porta ad avere fiducia nel futuro. Ma forse per capire fino in fondo questo film, bisogna passare dallo spazio alle caverne di Cave Forgotten Dream, il meraviglioso film sui graffiti rupestri nella grotta Chauvet: ci sono forse assonanze tra internet e quei graffiti? Le pitture rupestri sono state la prima creazione dell’uomo e internet è forse l’ultima?

Claudio Casazza

https://www.youtube.com/watch?v=qgX6jq0KTsU

Lo and Behold

Sceneggiatura e regia: Werner Herzog. Origine: Usa, 2016. Durata: 98′.

 

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