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Intervista a Maya Sansa sul set di Amo la tempesta

Un’opera prima girata in buona parte a Milano, una commedia surreale legata all’attualità. È Amo la tempesta di Maurizio Losi, piacentino Prova1trasferito in Lombardia, premiato per numerosi video e sceneggiature, tra le quali Nulle part, terre promise di Emmanuel Finkiel, Camera d’or al Festival di Cannes.
Amo la tempesta è la vicenda di un padre che parte, con lo scuolabus, che è il suo mezzo di lavoro e la sua casa, alla ricerca di un figlio fuggito all’estero e che non dà più notizie. Nel viaggio incontra altri genitori organizzatisi per andare a riprendersi i loro “cervelli in fuga” oltre frontiera. I set sono tra Milano, Cinisello Balsamo, le colline Piacentine, Buccinasco, Peschiera Borromeo, Segrate, Monaco di Baviera, Amburgo e Bolzano. Il cast è composto di nomi importanti di generazioni diverse e giovani esordienti che vengono dal teatro. Nel ruolo del protagonista c’è Nando Paone, circondato da Tony Sperandeo, Maurizio Donadoni, Ugo Dighero, Giobbe Covatta, Elisabetta Pozzi, Enzo Iacchetti, Vito e il grande Ferruccio Soleri. Con loro gli emergenti Leonardo Lidi e Chiara Anicito e altri, oltre a Maya Sansa che, un po’ come Scarlett Prova2Johansson in Her, ha un ruolo quasi solo di voce che accompagna e la si vede in pochissime scene.

Mi è piaciuto moltissimo il film di Spike Jonze – ci racconta l’attrice lanciata da Marco Bellocchio ne La balia –. Leggendo la sceneggiatura ho pensato alla Johansson, però ho un figlio piccolo e non ho avuto modo di rivedere il film prima di queste riprese. La registrazione della voce la faremo a giugno e prima di allora potrò lavorare sulla vocalità del personaggio e magari anche a rivedere Her.

Che tipo di personaggio interpreta?
Sono la centralinista di una linea hot. Per il protagonista sono un’interlocutrice che non si vede, appaio solo in una scena, difatti ho un solo giorno di riprese.

Come ha accettato la proposta di questo film indipendente d’esordio?
Mi è piaciuta molto la sceneggiatura, mi ha molto divertito, mi è piaciuto l’incontro con Maurizio Losi. È un’avventura alla quale volevo partecipare. Credo che il film divertirà e farà pensare.

È un film anche sulla cosiddetta fuga dei cervelli.
Sì, parla dei giovani andati all’estero in cerca di lavoro e sicurezza. Credo che ci sia anche il desiderio di lasciare casa dietro queste scelte: è più facile lasciarla per andare lontano che per trasferirsi a 500 metri dai genitori. Quelli partiti hanno placato il desiderio di fuga e sono più sicuri, hanno più possibilità lavorative anche in Italia dove siamo molto esterofili. Una cosa bella di Amo la tempesta è che è surreale, racconta con un taglio diverso dal solito, non è del tutto realistico.

Anche lei si è trasferita all’estero.
Sono partita molto giovane per andare a studiare a Londra, che adoro e considero la mia seconda casa. Ora sono a Parigi e per certe cose sono nostalgica dell’Italia. Torno spesso a Roma e quando ci metto piede sono felice.

Non l’abbiamo vista molto spesso nel cinema italiano negli ultimi anni. Come mai?
C’è stato un periodo nel quale, per un attore italiano, avere delle possibilità di lavoro, si ritorceva contro. Qualcosa forse sta cambiando, però vivo a Parigi e per molti è come se fossi in Nuova Zelanda. Però continuo a lavorare, con Bellocchio e con altri. Cerco di fare almeno un film bello l’anno, non importa se in Italia o in Francia.Sansa_Losi_set_13aprile2015

I suoi prossimi impegni?
Vado subito sul set a Roma di una serie Tv Cattleya per la Rai che si intitola Tutto può succedere e mi occuperà per circa sei mesi. È quasi una prima volta per me. Avevo fatto un episodio di In Treatment nella seconda stagione, un ruolo cui mi sono affezionata molto. È quasi un pezzo di teatro, con le sue sedute di analisi, bellissimo dal punto di vista attoriale. Avevo fatto provini per altre serie ma non mi avevano scelta, ma ha posteriori mi sono detta: “meno male che non sono stata presa”. È una cosa che mi è capitata più volte in carriera.

Il suo rapporto con Milano?
Non ci ho lavorato molto, però la amo moltissimo. Del resto la famiglia di mia madre è del nord: mia nonna istriana, mia madre torinese. Di solito a Milano vengo per feste o sfilate.

A proposito, cosa sono la moda e il glamour per lei?
Per molti anni il gioco della moda non è stato il mio. Lo vivevo come un peso, ne facevo una questione di principio. Penso che allora fossi un po’ ingenua. Ora capisco che è parte del mio lavoro, che è legato all’immagine. Se è legata a qualcosa di artistico, mi piace anche la moda.

A cura di Nicola Falcinella

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