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Le meraviglie dai riflessi celesti

Siamo a poche ore dal verdetto del Festival di Cannes 2014, giunto alla sua 67° edizione. Alice Rohrwacher, giovane regista italiana, rappresenta l’Italia in Concorso Ufficiale. 

3821080A pochi anni dal Nastro d’argento si ripropone al Festival con Le Meraviglie, un ricalco di Corpo Celeste, suo lungometraggio di debutto. Quello del 2011 fu un successo tutto particolare, con l’acclamazione della giuria cannense per la storia di Marta, una ragazzina alle porte dell’adolescenza, che affrontava il trasferimento in una Calabria impregnata di tradizione.
Il film di quest’anno conta nel cast 
Alba Rohrwacher, la sorella attrice. La loro prima vera collaborazione sul grande schermo. Arrivano per mano sulla Croisette con una storia dal retrogusto autobiografico. Con Le Meraviglie aggiungono un punto di vista sul confine femminile tra infanzia ed età matura. Nucleo attivo della storia è una famiglia composta quasi da sole donne, residente nella campagna umbra. Ma Gelsomina è una ragazzina di 12 anni, la primogenita di quattro sorelle. Viene definita “capofamiglia”, ma è sovrastata da un padre che, con italiano imperfetto e carattere burbero, rifiuta il contesto storico.
Contro i suoi ordini, 
Gelsomina si lascia ingolosire alla magia e dalle promesse di un programma televisivo, contrastando così l’isolamento sociale che il padre impone a tutta la famiglia. Infatti lui vorrebbe insegnare, soprattutto alla figlia maggiore, la sola vita di campagna: lei possiede una grande pazienza e il fisico più forte. A lei il padre dedica l’unico regalo: un cammello, legato ad una giostra per bambini, origine e morte del suo desiderio d’infanzia. Sullo sfondo il resto della famiglia, a tratti sofferente per la mancanza di risorse economiche, frustrato per la voglia di una vita più moderna.
Gelsomina esplora il confine fra il futuro di donna e un passato slavato: i suoi genitori. Parlano ai figli in italiano, ma in lingua francofona fra di loro, accennando solo sfuocati aneddoti. 597fb79b-4b45-437d-8de6-bd0ca4d040e1

La scelta di vita di campagna, conseguenza del loro passato, viene imposta alle figlie, a chi non ha ancora provato ad affrontare difficoltà del vivere con i propri strumenti.
Poi c’é Martin, ragazzino tedesco come il padre. Piomba nel fatiscente casolare e si aggiunge alla famiglia per un progetto di rieducazione. Figura ambigua, forse il figlio maschio che Wolfgang e Angelica (Alba Rohrwacher) non hanno mai avuto, l’aiuto fisico ed economico per l’attività di apicoltura, o solo un muto estraneo. I due ragazzini sono accomunati da una realtà limite. Lei, apicultrice per imposizione; lui, piccolo criminale, colpito dal pregiudizio sociale. Martin si esibisce con Gelsomina, fischiando nel suo spettacolino con le api, anche durante la tanto attesa diretta televisiva. La metafora delle api risulta senz’altro la chiave di lettura della storia.
Le simili ouverture dei due lungometraggi firmati Rohrwacher esplicitano ancora di più il parallelismo fra i due progetti: i fari delle macchine nella notte, come le pile nel buio calabrese, dichiarano il contesto delle vicende e mettono a confronto le protagoniste. Marta, trasferita dalla Svizzera, costretta ad ambientarsi in una città ostile; Gelsomina, isolata nella campagna, lontana dalla vita di una ragazza della sua età. Ciò che si capisce é che il peso di un contesto famigliare e sociale spesso può risultare eccessivo:
 lo schiaffo in chiesa per Marta, o l’approccio violento del padre di Gelsomina che trova rifugio solo nella natura. Quotidianità al limite della spiritualità e della società, chiuse nella loro ragion d’essere. Solo alla fine del racconto il conflitto interiore di Gelsomina può essere superato. Lei che pare abbandonare il casolare assieme a tutta la famiglia, in un simbolico cambiamento di rotta. 

Giulia Peruzzotti

Le meraviglie

Regia: Alice Rohrwacher. Sceneggiatura: Alice Rohrwacher. Fotografia: Hélène Louvart. Montaggio: Marco soletini. Interpreti: Maria Alexandra Lungu, Sam Louwyck, Alba Rohrwacher, Monica Bellucci. Origine: Italia, Svizzera, Germania, 2014. Durata: 110′.

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