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MilanoCinema da bere d’un fiato: non solo MFF

Il Milano Film Festival, giunto alla diciassettesima edizione, incrocia la panoramica dei film veneziani e locarnesi, nonché la partenza della terza edizione del Gran Festival del Cinema Muto (http://www.cinetecamilano.it/notizie/fritz-lang-concerti-per-film-gran-festival-del-cinema-muto-terza-edizione/), che vede capofila la Cineteca di Viale Fulvio Testi. La convergenza è suggestiva e, sebbene il clima che si respira in centro non è quello delle grandi kermesse ma la tensione del rientro frenetico del post-agosto, la città meneghina diventa importante tappa per amanti del cinema come spettacolo e occasione culturale. I percorsi si sviluppano paralleli, incrociando talvolta inaspettatamente temi, approcci estetici, visioni del mondo. L’idea pare quella di convocare il pubblico senza timore dell’ipertrofia, nella convinzione (e nella speranza) di poter dialogare con uno spettatore appassionato e curioso, in risposta alle provocazioni di senso opposto che vorrebbero costringere la cultura a superfluo passatempo per salotti, un oggetto da rottamare.

Il Milano Film Festival non sgomita più per ritagliarsi uno spazio di visibilità sotto il cielo settembrino di Milano. Ormai è una certezza e con giusta sfacciataggine alza il tiro (e lo fa da qualche anno) annunciandosi costantemente in crescita, prendendosi dei rischi inevitabili che la dilatazione numerica di proiezioni, incontri, eventi collaterali, comporta (cfr. articolo di Massimo Lazzaroni, http://www.cinequanon.it/milano-film-festival-2012/).

Cinequanon online seguirà la manifestazione rinunciando alla copertura totale (obiettivamente impossibile), lasciando agli inviati il solo mandato di farsi trascinare dal magma cinematografico nei dieci giorni di programmazione. A loro rischio e pericolo, si intende. Perché ancora una volta lo schermo parlerà la lingua di autori poco conosciuti, di poetiche nuove, di messaggi rivolti al futuro, di ricerche estetiche a volte stravaganti. Ad un passo dalla poltrona c’è la folgorazione come la delusione, in ogni caso: cinema.

L’idea, nella natura del nostro magazine, è di aprire non solo al commento breve, ma alla riflessione dei nostri lettori che la MilanoCinema hanno deciso di sorseggiarla in questi stessi giorni, aggiungendo alle cronache dei nostri inviati sguardi diversi.
E’ un invito a dialogare con noi, nemmeno tanto velato.

Alessandro Leone

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