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Sicilian Ghost Story

sicilian-ghost-storyLuna, una ragazzina che frequenta l’ultimo anno delle scuole medie, è innamorata di un suo compagno di classe, Giuseppe. Un giorno Luna segue il ragazzo all’interno di un bosco mentre torna a casa, gli consegna una lettera d’amore. I due passano la giornata insieme, ma al termine del pomeriggio Giuseppe scompare improvvisamente. Sull’evento cade una pesante cappa di omertà. I genitori della ragazza, gli insegnanti e i compagni di scuola non vogliono avere nulla a che fare con la scomparsa del figlio di un pentito di mafia, rapito per costringere il padre a terminare la sua collaborazione con la giustizia. Ma Luna non si dà pace e continua a cercare Giuseppe in un’avventura in cui il sogno si mischia con la realtà, e trovando nel profondo di un lago la via d’accesso per raggiungere il mondo in cui il giovane è imprigionato.

Presentato con successo alla 56ª Seimane de la Critique del Festival di Cannes, Sicilian Ghost Story di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza si presenta come un film fortemente politico e sociale e allo stesso tempo come u1492772993404na favola degna dei fratelli Grimm. Ispirandosi al racconto Il cavaliere bianco di Mancassola e alla vicenda di Giuseppe Di Matteo, il giovane rapito e ucciso dalla mafia l’11 gennaio del 1996 dopo più di due anni di prigionia, con il loro secondo lungometraggio gli autori di Salvo tornano ad affrontare il tema della criminalità organizzata in terra siciliana. Ma lo fanno, ancora una volta, in maniera atipica, originale, straniante. Giocando con i generi, i due registi ci conducono questa volta dalle parti de Il labirinto del fauno di Guillermo del Toro, introducendoci all’interno di una dimensione favolistica che entra in frizione con una realtà storica o sociale cruda e spietata. Anche se in questo caso non vi è alcuna traccia di fate volanti o di creature mostruose. Perché i mostri, qui, hanno una forma decisamente antropomorfa: sono i mafiosi che rapiscono e tengono imprigionato il giovane Giuseppe. È lo sguardo adottato da Piazza e Grassadonia, il loro modo di riprendere gli ambienti e trasfigurare il reale, l’elemento decisivo che cambia la prospettiva. E allora, forse, più che dalle parti del regista messicano, dobbiamo cercare dei riferimenti in un contesto a noi più vicino. In Matteo Garrone, per esempio, autore capace di filmare le realtà più marginali seguendo sentieri narrativi ed estetici che dal dato sociale più prosaico virano in direzione del fiabesco e del fantastico. Si vedano, su tutti, i casi de L’imbalsamatore e di Reality. Ma in Sicilian Ghost Story (a differenza di quanto avviene nelle citate pellicole di Garrone) l’elemento fiabesco serve come fattore di redenzione nei confronti di una realtà molto più dura e feroce, e finisce per tracciare un’implacabile linea retta che divide i “buoni” dai “cattivi”, il bene dal male. Possiedono del talento Piazza e Grassadonia, un talento che esprime al meglio le proprie potenzialità nel modo in cui riescono a rendere credibile una logica diversa, alternativa a quella della rappresentazione realistica o anche nei confronti del fatto storico a cui il film rimanda. È la logica delle fiabe, appunto, che il montaggio delle scene e delle inquadrature intreccia in maniera indissolubile alla logica della realtà, dei fatti, creando una diversa musicalità, un nuovo piano attraverso cui guardare e dare un giudizio.

https://www.youtube.com/watch?v=C833cA1yKng

E con la dedica finale a Giuseppe Di Matteo il film si propone come un elemento di riscatto, quasi si volesse, a più di vent’anni di distanza dall’omicidio, operare una sorta di liberazione simbolica del piccolo Giuseppe dalle catene che lo portarono alla morte. È questa la vera magia, la magia del cinema e dell’arte.

Michele Conchedda

Sicilian Ghost Story

Regia e sceneggiatura: Fabio Grassadonia, Antonio Piazza. Fotografia: Luca Bigazzi. Montaggio: Cristiano Travaglioli. Interpreti: Julia Jedlikowska, Gaetano Fernandez, Corinne Musallari, Andrea Falzone, Federico Finocchiaro, Lorenzo Curcio, Vincenzo Amato, Sabine Timoteo, Filippo Luna. Origine: Italia, 2017. Durata: 120′.

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