RecensioniSlider

Southpaw

set_jake_gyllenhaal_rachel_mcadams_southpawAl di là di ogni jab, diretto o montante, al di là di ciò che il pubblico riesce a vedere e ben oltre quello che giudici e critici riescono a comprendere, le ragioni che spingono un boxeur a combattere vanno spesso oltre il semplicistico desiderio di reclamare il proprio posto nell’olimpo dei campioni. Il rapporto che si instaura tra due pugili è qualcosa di più profondo di un mero scontro fisico, si potrebbe quasi dire che sia, invece, l’interazione di due istinti di sopravvivenza forgiati a combattere per imporsi l’uno sull’altro, a difesa di qualcosa di più importante: un ideale, un principio, una persona cara.
Il tesoro di Billy Hope (Jake Gyllenhaal), imbattuto campione dei medio-massimi, è la sua famiglia: la moglie Maureen (Rachel McAdams) – sua più grande sostenitrice – e la figlia Leila (Oona Laurence). Billy non è il boxeur elegante che era Cassius Clay, non ha la tecnica e la velocità che aveva Tyson, ma è più resistente di un tank armato, o almeno lo era. Giunto all’alba del quarantatreesimo incontro con zero sconfitte, il fisico del campione sta cominciando a cedere; andare avanti vorrebbe dire rischiare qualcosa di ben più prezioso del titolo, pertanto, in accordo con la moglie Maureen, Billy annuncia iSouthpaw-4l suo ritiro. I rosei programmi di Hope, tuttavia, vengono stravolti dall’ispanico Miguel Escobar (Miguel Gomez). Magic – questo il soprannome di Miguel – è disposto a tutto pur di non rinunciare alla cintura, ma la sua ambizione si spinge troppo oltre e finisce per coinvolgere quel tesoro che Hope ha sempre cercato di proteggere, la sua famiglia. Durante una serata di gala, nella confusione di una lite scatenatasi tra Billy e Miguel, una pallottola vagante, sparata da Hector Escobar, fratello del pugile, ferisce Maureen a morte davanti agli occhi increduli del marito. Per Billy è l’inizio dell’inferno. Nel mondo della boxe hai appena dieci secondi per rialzarti prima che la campana ti dichiari sconfitto, ma il colpo incassato, questa volta, è troppo forte e la vita ne approfitta per colpire, ancora più duramente. I crescenti debiti e il rischio di perdere la casa spingono Billy a stracciare il ritiro e a tornare sul ring, ma il ricordo della moglie, i sensi di colpa e il dolore lo mandano al tappeto, una volta per tutte. In un colpo solo Billy perde il suo primo incontro e, in seguito all’aggressione del referee, anche la licenza di pugile; la figlia Leila SOUTHPAWgli viene portata via dai servizi sociali in seguito a un tentato suicidio e la casa, ridotta a mausoleo di un ricordo frammentato, viene venduta.
Mentre le inquadrature scarsamente illuminate del regista Antoine Fuqua ci conducono nell’altrettanto buia realtà che Billy deve affrontare, i lunghi silenzi di una sceneggiatura diretta ed essenziale ci stimolano a riflettere sulla condizione dell’uomo, sul concetto d’arresa e sul lento processo di maturazione che guida alla rivalsa, processo lungo il quale il campione avrà modo di ritrovare valori e responsabilità ormai dimenticate. Sotto l’attenta guida dell’amico e mentore Tick Wills (Forest Whitaker), ex-picchiatore e allenatore di boxe in una piccola palestra per ragazzi in difficoltà, Billy riscoprirà l’importanza di quella forza che si cela nel suo cognome, la speranza, e forte di una nuova consapevolezza, in nome della vita spezzata e della vita futura, tornerà sul ring, fronteggiando Escobar per un’ultima volta, nel match per il titolo.

Attraverso un’analisi piuttosto personale del concetto stesso di sopravvivenza, che in Southpaw sembra essere più mentale che fisica, il nuovo prodotto di Fuqua si rivela essere più del semplicistico ritratto della storia di un boxeur, bensì un intrigante conversazione tra le ardue vicissitudine della vita e la resistenza di un animo che conosce la volontà.
In fondo anche lo stesso titolo della pellicola, Southpaw, termine che nella boxe denota la non comune guardia mancina, invita a riflettere su un messaggio simile: difendersi sempre, anche quando la tua posizione è diverse dalle altre.

Mattia Serrago

Southpaw

Regia: Antoine Fuqua. Sceneggiatura: Kurt Sutter. Fotografia: Mauro Fiore. Montaggio: John Refoua. Musiche: James Horner. Interpreti: Jake Gyllenhaal, Rachel McAdams, Oona Laurence, Forest Whitaker, 50 Cent. Origine: USA/Cina, 2015. Durata: 124  ‘.

Topics
Vedi altro

Articoli correlati

Back to top button
Close