RecensioniSliderVenezia 2015

Storie sospese: vicende tipicamente italiane

storie_sospeseVi siete mai chiesti chi ha messo quelle reti che evitano frane e smottamenti sulla nostre montagne? Chi ha reso sicure le nostre strade con quegli interventi? Chi ha scavato le gallerie che attraversiamo tutti i giorni? Vi siete mai domandati quali sono i pericoli che la costruzione di certe “grandi opere” porta con sé? Forse no. Siamo portati a dare per scontata la nostra sicurezza fino a quando l’ennesima catastrofe naturale ci fa gridare allo scandalo contro istituzioni poco attente alla tutela del territorio e alla manutenzione delle nostre infrastrutture. L’ultima fatica di Stefano Chiantini prova invece a porsi tutte queste domande. Storie sospese è proprio la storia di uno di quei lavoratori abituato ad arrampicarsi su quelle montagne per provvedere alla sicurezza degli altri. Ma più che il semplice affresco di una professione poco considerata, è la storia personale di Thomas (l’ottimo Marco Giallini), un uomo che deve fare i conti con se stesso, con il proprio lavoro e le proprie responsabilità, un uomo che è gettato nell’incubo della disoccupazione quando la morte di un “compagno di roccia” e la chiusura del cantiere in cui stava lavorando lo costringono ad accettare una nuova occupazione, a partecipare alla costruzione di un tunnel autostradale che rischia di mettere a repentaglio l’esistenza stessa di un piccolo borgo appenninico.
È così che la vita di Thomas si intreccia con una vicenda tipicamente italiana, una vicenda come tante ma proprio per questo emblematica, caratterizzata da appalti poco chiari, da politici inclini a minimizzare i rischi e a rassicurare la propria gente, da interessi economici che sembrano prevaricare ogni altra ragione. Ma il film diventa anche la storia di un  giovane geologo (Alessandro Tiberi) che sulle dinamiche poco chiare che accompagnano la costruzione di quel tunnel deve interrogarsi, di un anziano geometra e di un’insegnante (Maya Sansa) che non smettono mai di combattere per il proprio paese, di un imprenditore (Antonio Gerardi) che pensa soltanto a portare a termine il progetto per cui è stato pagato.
Liberamente ispirato al caso di Ripoli, un paesino sull’Appennino bolognese da anni alle prese con la costruzione di un tunnel autostradale che rischia di far crollare la massa di terra su cui è adagiato, Storie sospese ci vuole far riflettere, soprattutto sulle nostre responsabilità. Ma un film, anche quando trasuda impegno civile, non è mai un programma politico o un manifesto elettorale e per riuscire nel suo intento deve saper raccontare. Ed è quello che fa Chiantini rappresentando la più classica dialettica di ordine morale, quella in cui ad opporsi sono interesse particolare e interesse generale, ragioni economiche e consapevolezza civile ma anche, tragicamente, le responsabilità di padre a quelle di storiecittadino. Il film resta così innanzitutto la storia di Thomas, un lavoratore che è sempre stato costretto a lavorare senza porsi troppe domande, la storia di una vita in bilico, aggrappata a poche certezze che si rivelano sempre più fragili. Una vita che cerca un sottile equilibrio tra un lavoro che la mette spesso a repentaglio e una quotidianità in cui d’un tratto non ci si riconosce più: una famiglia che Thomas non è mai riuscito a vivere abbastanza, una moglie sempre più distante, l’angoscia assillante delle ristrettezze economiche e decisioni prese sempre piegando la testa, senza pensare a ciò che è giusto o sbagliato.
Una vita in sospeso dunque, come quella di un paese minacciato dagli scavi per una nuova galleria, in cui però a irrompere inaspettatamente è il momento della scelta, quello in cui si deve decidere se continuare a non porsi domande o provare a combattere contro l’ingiusto che tutti dichiarano irrimediabile. È ciò che accade a Thomas che, non senza un profondo travaglio interiore, alla fine ritrova se stesso, scegliendo. Ma Chiantini non ci rassicura, non addomestica lo spettatore con un facile lieto fine: non sappiamo che cosa comporterà questa scelta per la vita di Thomas e nemmeno se quel piccolo borgo si salverà. Restiamo, per l’appunto, in sospeso, arricchiti però da una speranza che è nel contempo una responsabilità, quella di poter e dover combattere per quello che riteniamo giusto, anche quando sarebbe più facile tornare a chinare la testa. A Venezia 72, dove sarà presentato nelle Giornate degli Autori, farà certamente discutere, richiamerà alla memoria vicende che riempiono le pagine dei nostri quotidiani, vicende tipicamente italiane, e, di certo, non è poco.

Luca Scarafile

Storie sospese

Regia: Stefano Chiantini. Sceneggiatura: Luca Benedetti, Stefano Chiantini, Marta Manzotti, Chiara Ridolfi. Fotografia: Tarek Ben Abdallah. Montaggio: Luca Benedetti, Arianna Zanini. Interpreti: Marco Giallini, Maya Sansa, Alessandro Tiberi, Antonio Gerardi, Giorgio Colangeli, Sandra Ceccarelli. Origine: Italia, 2015. Durata: 92′.

https://www.youtube.com/watch?v=E9942_KIOWM

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