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The Divergent Series: Allegiant

trailerDivergent, poi Insurgent e ora, in nome di quel veritiero quanto antico principio che impone che ogni storia debba avere un inizio e una fine, eccoci proposto Allegiant, il terzo e ultimo capitolo della serie di libri, ma solo il penultimo dei prodotti cinematografici che ne derivano.
Ebbene sì, a quanto pare la tendenza a “diluire” il tassello conclusivo delle serie di maggior successo sembra essersi imposta come regola comunemente accetta. È per questa ragione, di fatti, che troveremo un quarto capitolo, anch’esso tratto dal terzo libro di Veronica Roth, ma intitolato, stando alle informazioni, Ascendent, e col quale l’intera saga avrà fine.
Ora, passando al cuore della critica della pellicola in oggetto, sarà certamente più chiaro il motivo di questo breve e discorsivo incipit; è di fatti la divisione dell’ultimo Allegiant in due sezioni distinte e separate a lasciare una certa perplessità a fine visione. Memori di un interessante secondo capitolo, per l’appunto, verrebbe istintivo aspettarsi un livello cinematografico e narrativo eguale o superiore, ma di certo non inferiore. Insurgent, nella sua semplicità, aveva saputo soddisfare le aspettative del grande pubblico e si era consegnato alla critica come un prodotto valido, funzionale e, nel complesso, ben strutturato. La regia funzionava, i ritmi del montaggio erano adeguati al contesto narrativo e l’azione, ben lontana dagli adattamenti apportati in Allegiant, era interessante, coinvolgente, o quantomeno apprezzabile.worldbeyond-wall
Nell’ultimo capitolo, invece, l’intera vicenda si sviluppa su un continuo diluire, con inutili scene di combattimento, un lasso di tempo troppo lungo, che doveva necessariamente essere compattato con gli elementi essenziali dell’ultimo libro della saga e che, al contrario, viene raccontato lentamente, per una decisione volontaria ed evidente della regia (Robert Schwentke) , una decisione – e qui ci ricolleghiamo all’incipit di questa breve critica – che viene difficile non attribuire alle politiche di guadagno che si nascondono dietro le saghe milionarie.
È un peccato che Allegiant si presenti così, specie dopo il promettente avvio dei precedenti capitoli, ma, quantomeno, la storia continua.
Scoperta la verità sul mondo oltre la barriera della città-esperimento nella quale sono nati e cresciuti, Tris (Shailene Woodley) e Quattro (Theo James), insieme a Christina (Zoe Kravitz), Peter (Miles Teller) e al fratello di Tris, Kaleb (Ansel Elgort), scalano finalmente il muro che li divide dal mondo, fiduciosi di trovare quella libertà che il nuovo dominio repressivo di Evelyn (Naomi Watts) – madre di Quattro – ha instaurato nella città delle fazioni.


La ricerca degli autori di quel messaggio di speranza, che sul concludersi di Insurgent, rivelava la verità sul mondo esterno, tuttavia, si rivela più ardua del previsto. Il globo è ormai ridotto a un deserto radioattivo e le forze che i protagonisti pensavano amiche si rivelano presto le menti della sfortunata realtà dalla quale Tris e compagni stanno fuggendo. Persi tra il tradimento di una salvezza inesistente al di là del muro e ormai lontani da una Chicago priva di fazioni e in preda al Chaos, i protagonisti del bestseller di Veronica Roth verranno posti, ancora una volta, di fronte alla missione più difficile: fidarsi l’un l’altro.
Sarebbe bello dire che, sommariamente, Allegiant riesca a sostenere il peso delle aspettative, ma così non è.
L’intero sviluppo si fonda su uno schema narrativo basilare, privo di colpi di scena funzionali e costellato di ripetizioni inutili e, a tratti, persino noiose.
thumbnail_23581 I profili psicologici dei protagonisti non variano di una virgola rispetto ai precedenti capitoli, nei quali, invece, la loro maturazione era più che evidente. Non abbiamo un approfondimento nel rapporto tra Quattro e Tris, il confronto tra i fratelli Prior viene abbozzato appena e la figura di Tobias Eaton, vero nome di Quattro, si riduce a un ruolo da picchiatore superficiale.
Questo film piacerà al pubblico dei fan? Certo che sì. Perché? Perché questo capitolo, seppur mediocre, non è la fine. La loro saga preferita è ancora in vita e la pagina finale del libro non è ancora stata letta.
È l’attesa che mantiene viva l’eccitazione per una saga, qualsiasi essa sia, ma è davvero questo l’unico modo di mantenere una lunga storia in vita negli anni?

Mattia Serrago

The Divergent Series: Allegiant

Regia: Robert Schwentke. Sceneggiatura: Adam Cooper, Bill Collage, Stephen Chbosky, Noah Oppenheim. Fotografia: Florian Ballhaus. Montaggio: Stuart Levy. Musiche: Joseph Trapanese. Interpreti: Shailene Woodley, Theo James, Zoe Kravitz, Miles Teller, Ansel Elgort, Naomi Watts, Jeff Daniels. Origine: USA, 2016. Durata: 121′.

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