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Una rondine non fa primavera, due… forse

Vorrei scrivere che si riaccende il grande dibattito culturale che da anni investe il cinema e chi, dentro/ai lati/sopra/sotto, ci lavora: ovvero promuovere i film di qualità e rinvigorire con aria buona i polmoni delle sale d’essai. Invece, nonostante a Matera, durante le giornate del SONY DSCMICI, Meeting Internazionale del Cinema Indipendente, (seguite dal nostro Samuele Perrotta) si sia ancora parlato di programmazione 365 giorni l’anno, investendo seriamente anche nei mesi estivi (da sempre periodo di seconde visioni), ci troviamo di fronte ad un’offerta primaverile sproporzionata alle capacità delle poche sale indipendenti ancora in vita sul territorio nazionale. La media è di dodici/tredici film alla settimana.
Sono tanti i film che passano sotto silenzio e non arrivano in provincia, tantissimi quelli che non hanno sufficiente tiro promozionale, piccole produzioni che soccombono nell’oblio dell’invisibilità. Film soppiantano altri film dopo nemmeno due settimane di programmazione. il passaparola non ha più ragione di esistere e raramente un film ha la possibilità di crescere in sala e guadagnare pubblico.
Se i multiplex sono luoghi accessibili alla distribuzione mainstream, la chiusura delle piccole sale nelle grandi città e in provincia non aiuta la diffusione del cinema cosiddetto di nicchia (va a capire poi cosa sia questa nicchia, perché se un film è bello, non è bello solo per pochi). La nuova legge sul cinema e l’audiovisivo nelle intenzioni vuole, tra le altre cose, promuovere i giovani autori, salvaguardare le sale storiche e riattivare quelle chiuse, attraverso un piano straordinario che, a tale scopo, mette sul piatto fino a 120 milioni di euro in cinque anni. Potrebbe non bastare a garantire pluralità. Innanzitutto i tempi sono lunghi, riaprire sale storiche è macchinoso, il rischio di impresa alto, a fronte di una modernizzazione indispensabile, a cominciare dagli impianti di proiezione. Il discorso è complesso, affrontato non solo al MICI, ma in seno alle tante sigle che si occupano di promuovere la cultura cinematografica in Italia. Si cercano formule nuove che possano attirare nuovo pubblico e rendere solide le sale resistenti, che da anni navigano alla giornata proprio per rimanere avamposti privilegiati di un cinema che non si accontenta di raccontare una storia, ma che vuole fare ricerca linguistica, nel cotesto nazionale o in quelli esteri. cortisonici-2017
Guardando in casa, con due sale a Varese, Filmstudio – con tenacia e un pizzico di follia – cerca portare in città ciò che spesso non arriva nemmeno a Milano. Non parliamo della sola prima visione, ma delle rassegne o dei piccoli cicli di film che riempiono il calendario ogni mese (ad esempio i film sull’arte o i film restaurati dalla cineteca di Bologna). Le nostre due rondini primaverili sono Cortisonici, festival internazionale del cortometraggio che porta in sala centinaia di spettatori ogni sera; e Di Terra e di Cielo, rassegna di appuntamenti dedicati all’ambiente, con prodotti che arrivano dai festival nazionali ed esteri. Due momenti ormai consolidati che aprono e chiudono la stagione, prima delle notti del cinema sotto le stelle e del calore di fine giugno, che vorremmo finalmente, stagione di nuove e interessanti uscite, per un pubblico che il cinema lo ama, anche in estate.

Alessandro Leone

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