Venezia 2019

Venezia 76: soldi soldi soldi tra Soderbergh e Rossetto

Soderberg, Streep e Oldman
Soderberg, Streep e Oldman

Alessandro Rossetto filma il Veneto dei capannoni che si sta mischiando con i soldi cinesi, mentre Steven Soderbergh viaggia verso i misteri dei paradisi fiscali. Money, i soldi, i schei la fanno da padrone in questi due diversissimi film.
The Laundromat è il nuovo film di Soderberg che torna a girare con un cast stellare che comprende Meryl Streep, Gary Oldman, Antonio Banderas. Il film racconta dei Panama Papers, una collezione di 11,5 milioni di documenti collegati allo studio legale off-shore Mossack-Fonseca, che negli ultimi quarant’anni ha visto circolare denaro legato a società, multinazionali, capi di governo, politici e funzionari di stato che hanno indebitamente nascosto dalle tasse le proprie ricchezze nel paradiso fiscale di Panama. Uno scandalo su larghissima scala con il quale si sono misurati presto giornalisti da ogni parte del mondo. La prospettiva che usa Soderbergh è però sorprendente, il film parte da una vecchina, Ellen Martin (Meryl Streep) che subisce la tragedia della morte del marito durante una gitarella sul lago. Da qui comincia a fare ricerche sulla sua polizza assicurativa falsa, per ritrovarsi in un giro infinito di loschi traffici, riferibili a uno studio legale di Panama specializzato nell’aiutare i cittadini più ricchi del mondo ad accumulare fortune ancora più grandi. Gli affascinanti ed elegantissimi soci fondatori Jürgen Mossack e Ramón Fonseca (Gary Oldman, Antonio Banderas) sono esperti nel trovare soluzioni attraverso società fittizie e conti offshore, per aiutare i ricchi e potenti a prosperare. Le loro storie sono raccontate in modo grottesco dal regista americano, li vediamo raccontare i loro misfatti ridendo e prendendo in giro tutti. Ci mostreranno che il problema di Ellen è solo la punta dell’iceberg dell’evasione fiscale, delle tangenti e di altre assurdità con le quali i super ricchi sostengono il sistema finanziario corrotto del mondo, si toccano tutti i paesi del globo tra Cina, Messico, Africa, Caraibi e ovviamente Stati Uniti.
The Laundromat è un adattamento di Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite del reporter investigativo e vincitore del premio Pulitzer Jake Bernstein. Con questo film il regista americano continua il sodalizio con Netflix e con le sue sperimentazioni tecnologiche, gira infatti un film a incastri con i protagonisti che parlano in camera, con un ritmo folle e delirante, capitoli surreali e altri seri e così riesce ad arrivare al fondo di uno dei più grandi scandali degli ultimi decenni. The Laundromat sta a metà strada tra il cinema di inchiesta e la commedia grottesca, sicuramente un film riuscito che ha già colpito positivamente la critica qui a Venezia e potrà fare altrettanto con il pubblico.

Effetto Domino
Effetto Domino

Effetto Domino è invece il nuovo film di Alessandro Rossetto, ancora più agghiacciante e rischioso di Piccola Patria, si svolge in una cittadina termale del nord est italiano che ha visto tempi migliori, un impresario edile (Diego Ribon) e il suo sodale geometra (Mirko Artuso) avviano un progetto ambizioso: convertire grandi alberghi abbandonati in residenze di lusso per pensionati facoltosi di ogni parte del mondo. È un film girato in dialetto, è il Veneto dei capannoni, delle crisi e delle banche che danno credito per fare andare avanti tutto e tutti. È il sogno mercantile e globalizzato di cambiare faccia alla città, un bel lifting che le dia l’aria bella e calda della Florida, non una clinica ma un Paradiso in cui godersi l’ultimo pezzo di vita, spendendosi tutto. È il business della vecchiaia che qualcuno più potente di questi piccoli imprenditori si accaparrerà, facendo scatenare un effetto domino devastante che porterà a fallimenti umani e societari.
Rossetto è un regista coraggioso, uno dei pochi in Italia, per fortuna. Effetto Domino è un film senza sfumature che ci mostra tutto l’orrore di certa provincia e del Veneto in particolare, ma i principali protagonisti fanno anche un discorso globale, infatti dalle vicende locali si arriva al lontano oriente. Questo passaggio glocal è forse la cosa meno riuscita del film, insieme ad un abuso di personaggi che ogni tanto fa perdere il centro della vicenda. Ma quando il rapporto tra i protagonisti si fa inteso il film è davvero impietoso, granitico e anche feroce. Infatti il fallimento dell’importante operazione edilizia diventa il terreno di una lotta inconsapevole dell’uomo contro l’uomo. L’uomo ridotto a bestia è frutto dell’effetto domino stesso, che traina e incatena tutto e tutti gli uni agli altri. Come dice lo stesso Rossetto, i personaggi senza saperlo si addentano come cani ciechi, ognuno è sbranato mentre sta per sbranare; non può che sbranare, ma sarà sbranato a sua volta.

da Venezia Claudio Casazza

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