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I segreti di Shining, King contro Kubrick

shining-gnocchiSe avete goduto della visione di Overlook Hotel – Stanza 237, documentario di Rodney Ascher (pubblicato in Italia da Feltrinelli), che apre labirinti simbolici nel già labirintico Shining di Stanley Kubrick, divertendosi a leggere significati reconditi del film anche dove in filigrana non si nasconde nulla, nonché alimentando le innumerevoli teorie che hanno cercato di spiegare i misteri intorno alla pellicola (forse la sua “luccicanza”), ebbene, non potrà non aggiungere un altro tassello al mosaico di riflessioni intorno all’opera kubrickiana. Ci riferiamo ad un libro lucido e avvincente scritto dall’italiano Alessandro Gnocchi: I segreti di Shining, King contro Kubrick (Barney Editori).
Chi ha letto Shining di Stephen King è consapevole di quante differenze ci siano tra libro e film. Il rapporto tra cinema e letteratura non è mai sempre stato cordiale e privo di accesi confronti, generando anzi conflittualità a volte insanabili, talvolta fratture tra registi e pubblico, che sullo schermo non trova corrispondenze con l’opera letteraria. Ma ciò che maturò dopo l’uscita del film di Kubrick, fu ben più di una semplice disputa sull’aderenza al testo originario, giacché fu proprio King ad accusare il regista inglese di aver tradito completamente l’essenza del romanzo, riducendone la componente horror, per farne un cervellotico gioco filosofico (ed estetico), fuori dal genere. Kubrick, ovviamente, non poté che affermare la propria autonomia autoriale, laddove ogni spunto, qualsiasi sia l’origine, genera un’opera altra e autonoma. SK contro SK!
Nel caso di Shining, non si trattava semplicemente di far fuori il cuoco (che invece nel libro sopravvive ed è pure presente labirintonel sequel, Dottor Sleep, pubblicato in Italia nel 2014) o di inventarsi un labirinto di siepi che tra le pagine di King assumono semplicemente forme animali (e che ad un certo punto si animano). Ciò che King non sopportò fu la trasformazione di Jack Torrance da brav’uomo corrotto dall’Overlook Hotel, in un certo senso sorpreso dal male, ma chiamato comunque a fare una scelta rigettando il bene, in personaggio che nell’Hotel ci arriva già fortemente contaminato dal male stesso, o meglio come se il male fosse in attesa in un luogo remoto della suo cervello e aspettasse solo di esplodere attraverso un richiamo esoterico. Anche la relazione padre-figlio, così importante nei testi di King, si riduce notevolmente nell’opera kubrickiana, che invece esplora i dedali della mente umana, il germogliare della follia, il confronto dell’uomo con un retaggio terrificante e violento, che si perde nella notte dei tempi e stratificato nella psiche.
Alessandro Gnocchi analizza il conflitto tra i due maestri, partendo dalla genesi di entrambe le opere (1977 il libro, 1980 il film) e proseguendo con le fasi di un conflitto che durò anni. L’autore mette in evidenza gli opposti punti di vista, le prospettive sulla storia dei Torrance e le posizioni culturali distanti; non si schiera da una delle due parti, per lasciare che emergano due verità. Molto documentata la parte dedicata a King, con interviste inedite per i lettori italiani e che precisano quanto di autobiografico ci sia nel romanzo, componente importante per meglio comprendere la reazione dello scrittore di fronte a un film che riscrive in certo senso la vicenda del libro. Un tradimento per l’appunto. Ma che tradimento!

Alessandro Leone

I segreti di Shining, King contro Kubrick
Alessandro Gnocchi,
Barney Editore, 2015
€ 13,50

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