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Berlinale 73: il fantasy White Plastic Sky incanta

Nella sezione competitiva Encounters appare un film di animazione post-apocalittico che affronta temi ambientali oltre che numerose questioni etiche. White Plastic Sky è un eco-fantasy filosofico e spettacolare ma allo stesso tempo profondamente commovente che racconta frontalmente l’apocalisse climatica, che minaccia la vita sulla Terra.
Siamo a Budapest nel 2123, la Terra è un pianeta desolato, bruciato, senza flora o fauna. Le persone sono concentrate in città racchiuse in cupole protettive. Senza risorse naturali rimanenti, ad eccezione dell’acqua, gli esseri umani stessi sono la risorsa più grande e le persone possono vivere fino a 50 anni. Quindi ai loro corpi viene impiantato un seme che li trasformerà in alberi in laboratori speciali.
Il protagonista del film è uno psichiatra di 28 anni Stefan (Tamás Keresztes), la cui moglie Nora (Zsófia Szamosi) fa domanda per l’impianto volontario, consegnando così il suo corpo alla città all’età di 32 anni. Stefan non accetterà la scelta e farà di tutto per portare indietro la moglie.

Il duo di animatori Tibor Bánóczki e Sarolta Szabó ha realizzato il film in sette anni di lavoro, l’animazione è frutto della tecnica del rotoscopio, ovvero attori ripresi e poi animati, combinata con modelli 3D. Il risultato è un’animazione alla Linklater, un po’ “vintage”, ma profondamente coerente con il racconto. La sceneggiatura è stata invece sviluppata con il contributo di geologi, botanici e meteorologi, fornendo così alla sua storia carica di fantasia una solida base scientifica.
Il discorso sulla natura lo avvicina alla seconda parte di Trenque Lanquen, il film più attuale visto nella passata stagione: che futuro ha l’uomo? Si può combinare con la natura? Il personaggio di Nora è meraviglioso per questo discorso, verso la fine del film lei comunica meglio con le piante che con gli umani, e attraverso di lei sentiamo profondamente il messaggio provocatorio del film: forse la cosa più umana per il pianeta sarebbe liberarlo dagli umani.
White Plastic Sky è un film bellissimo, un vero ufo intriso di malinconia, è un viaggio profondo ed emozionante soprattutto visto oggi, che l’apocalisse l’abbiamo sotto gli occhi: crisi climatica, rifugiati climatici, pandemia, guerra, crisi energetica. Che l’umanità sia vicina all’estinzione? La risposta a questa domanda pare chiara, White Plastic Sky è un film di fantascienza che ci narra molto di quel che sta accadendo proprio qui sotto i nostri occhi.

da Berlino, Claudio Casazza

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