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Cinema Ritrovato 34: pronti, partenza e via!

DAY 1 – 25 AGOSTO 2020

Oggi prende ufficialmente il via la XXXIV edizione del festival del Cinema Ritrovato di Bologna. In questa speciale occasione diverse sale storiche della città riaccendono i loro proiettori dopo molti mesi di inattività, tra queste il Cinema Jolly, Arlecchino, Lumiere e Odeon. Che emozione poter rimettere piede in sala dopo così tanto tempo, il mio cuore batte all’impazzata. Ma quanto tempo è passato? Mi sembra un’eternità dall’ultima volta che le luci si sono spente e sono stato rapito dal miracolo delle immagini in movimento. Insomma, l’emozione è tanta! Come per me anche i responsabili delle sale e del festival appaiono molto colpiti ed emozionati, ringraziando i molti (seppur contenuti dalle misure di sicurezza) presenti in sala per la loro partecipazione.
Questa mattina si comincia carichi con due appuntamenti col cinema classico americano:
alle 9:00, Cinema Jolly, parte la retrospettiva su Frank Tuttle, regista statunitense di svariate commedie di successo della prima metà del ‘900. Si proietta Ladies Should Listen (1934), prodotto da Paramount. Purtroppo, lui, come molti altri, rientra nella lista degli autori dimenticati dalla memoria collettiva, nonostante l’attiva carriera a Hollywood e la curiosa storia che lo affianca alle indagini dell’FBI per la sua presunta vicinanza col partito comunista.
A seguire mi sposto qualche metro più avanti in Via Delle Lame per l’importante appuntamento con cinema noir di Abraham Polonsky, Force of Evil. Un racconto psicologico struggente che indaga le vicissitudini morali di un avvocato corrotto nella spietata wall street degli anni ’40. Pur assecondando i canoni del cinema noir, il regista con questo film attacca duramente il sistema capitalista americano. A introdurci nel mondo oscuro di Polonsky abbiamo un videomessaggio di Martin Scorsese, in rappresentanza della sua Film Foundation che ha svolto il restauro della pellicola.
Pomeriggio, appuntamento al Teatro Comunale di Bologna che riapre le sue porte in occasione del festival. La sala è allestita per le proiezioni, oggi è il turno di Love, Life ad Laughter (1924) di George Pearson. Nella lista dei “75 most wanted” film perduti, poi miracolosamente comparso nel 2014 al Dutch film institute, la pellicola racconta la storia damore di due artisti londinesi: lui scrittore maledetto e lei cabarettista, che sognano nei bassifondi della città il successo. Protagonista del film l’incantevole Betty Balfour, considerata la più popolare attrice inglese tra il 1920 e 1927.
La visione è accompagnata al piano da Meg Morley. Durante la visione, mi pare di vivere insieme ai protagonisti, in quelle scene e in quegli ambienti così lontani, eco di un passato perduto e miracolosamente riscoperto.
A seguire, mi sposto in una nuova location, il Teatro Manzoni, per un grande classico intramontabile del cinema western americano, High Noon (Mezzogiorno di fuoco) di Fred Zinnemann. Gary Cooper e Grace Kelly sul grande schermo sono semplicemente meravigliosi e il film non ha bisogno di commenti….
Sono le 20:45, ho 10 minuti prima che chiudano l’accesso a Piazza Maggiore. Questa è una serata importante, ad aprire abbiamo il portavoce della Nouvelle Vague francese, About de souffle (Fino all’ultimo respiro). Il film viene presentato in una versione restaurata, in prima mondiale, che sarebbe dovuta essere protagonista della sezione Classici di Cannes 2020. Il restauro è stato realizzato a partire dai negativi originali di Godard in collaborazione con Canal+. Sul palco, a fare gli onori della casa abbiamo il direttore Gian Luca Farinelli e in videomessaggio il presidente Marco Bellocchio.
A sorpresa il film è preceduto da alcune perle d’archivio. Sul grande schermo che sovrasta la piazza appaiono delle immagini del 1897 in una risoluzione a dir poco pazzesca, sembra quasi di vedere dei filmati girati con gli odierni dispositivi di ripresa, se non fosse per l’ambientazione d’epoca. Si tratta di particolari riprese in formato 68mm, variante al più diffuso 35mm adottato da Edison e dai Lumiere,  girate con la macchina da presa Mutograph inventata dall’americano Herman Casler. Scene quotidiane di un’epoca passata che, ricche di dettagli, ci fanno immergere in un tempo distante, provandoci a far immaginare cosa potesse essere la vita di fine ‘800. Si aggiungono alcuni minuti di riprese tratti dall’archivio personale di Giancarlo Stucky, nobile di origine svizzera diventato imprenditore a Venezia a fine ‘800.  Nel 1900, all’Esposizione universale di Parigi, il giovane Giancarlo resta incantato dal Chrono de poche Gaumont-Demenÿ, il primo cinematografo amatoriale (formato 15mm con perforazione centrale), e se ne procura un esemplare. A casa, comincia a filmare scene di vita famigliare, scorci cittadini, barche di pescatori, momenti di vita popolare, feste, mercati, lavori e svaghi, ricconi e proletari… Dei suoi film fulminanti (durano grossomodo una trentina di secondi ciascuno), ne sono sono rimasti poco più di settanta.
E mentre il film si staglia sul maxischermo di Piazza Maggiore mi viene da pensare: “Cosa direbbe Godard se potesse essere qui con noi?”.

Da Bologna, Samuele P. Perrotta
Fotografie originali dell’autore

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