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Corpo da ring – La boxe immaginata dal cinema

Fermo sulle gambe del cavalletto e nel petto nemmeno il fiato per arrivare in fondo ad una ripresa. Così era il cinema il giorno che ha incontrato la boxe. Lui appena nato, capace solo di uno sguardo immobile e breve. Lei con sulle spalle una storia di secoli, ma così veloce ed aggressiva che vecchia non l’avresti detta mai. L’immobilità che si getta nello sforzo di riprendere e conservare, e il gesto fulmineo e improvviso che prova ad abbattere. A pensarci, era come se la boxe e il cinema fossero a capo di due estremi lontani. In mezzo, tutto un mondo da rappresentare. Abbastanza per amarsi per tutta la vita.

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A darci conto di questo amore è uscito pochi giorni fa per le edizioni Falsopiano Corpo da ring, la boxe immaginata dal cinema, di Alessandro Leone. C’è in quell’immaginata del titolo molto del senso di questo libro e della prospettiva con cui questa storia è raccontata. Leone ci avverte subito: raramente l’immagine che il cinema ha dato della boxe è stata veritiera fino in fondo. Per la sua innata vocazione al racconto, il cinema sembra aver consumato l’amore per il pugilato all’insegna del tradimento, utilizzandolo più come un mezzo che come un fine. Un mezzo per raccontare, spesso drammaticamente, la vita di uomini e donne destinati al fallimento clamoroso o a un tipo particolare di vittoria, forse quella più completa ed esaltante: quella che porta dentro di sé il senso del riscatto personale. Ma Alessandro Leone, che la storia del cinema la conosce profondamente e che il cinema lo fa, capisce che non può essere tutto qui. E prova a domandarsi cosa c’è oltre questo tradimento. Prova a domandarsi se dentro questa rappresentazione parziale, votata allo spettacolo e alla drammatizzazione, non sia nascosto il senso più profondo della boxe. La sfida a se stessi, lo scontro tra due uomini soli, che vogliono la stessa cosa. E che buttano sul ring, fatica, talento e tecnica per ottenerla. Al di là della violenza enfatizzata, del sangue fin troppo copioso, delle ascese trionfanti e delle cadute di schianto; al di là delle belle donne, delle scommesse, del pubblico adorante, Alessandro Leone sembra dirci che il cinema, quando ha saputo esprimersi al suo meglio, questo senso l’ha conservato. Di più, che non avrebbe potuto fare altro. Dal momento che non appartiene solo al pugilato, ma discende direttamente dal mito. Una rappresentazione nella rappresentazione, quindi. Uno spettacolo nello spettacolo.
Percorrendo oltre un secolo di boxe immaginata, Corpo da ring indaga sui continui rimandi tra questi due tipi di rappresentazione, di spettacolo. E a volte sarà la finzione a imitare la realtà, altre volte sarà la realtà a prendere come modello la finzione.
Nel libro, l’organizzazione per nuclei tematici mostra bene come la boxe abbia percorso tutte le strade del cinema; dalla commedia al dramma, dal comico al noir. Alla chiusura di ogni capito è offerta al lettore un filmografia di riferimento, come una carta geografia per l’esplorazione di un nuovo territorio.

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Alessandro Leone è sopratutto un uomo di cinema. Che il suo amore per la settima arte superi quello per la boxe traspare chiaramente dalle sue pagine. Persino quando il suo sguardo si fa critico. Non sappiamo se fosse o meno sua intenzione, ma è così. Ma è anche evidente che il fascino del ring ha catturato anche lui. Dal nostro punto di vista, quello di lettori, è un bene. Che siamo noi amanti di Robert Wise o di Rocky Graziano, non farà allora molta differenza, Corpo da ring andrà bene comunque. Ma poiché non sarebbe serio finire una recensione senza un appunto, allora diciamo che ci sarebbe piaciuto, oltre ad una filmografia anche un elenco di match memorabili. Per confrontare una volta di più, realtà ed immaginazione. Anzi, spettacolo e spettacolo. Quell’elenco non c’è, ed è forse l’unica cosa che manca al libro, ma poco importa. Arrivati corpoall’ultima pagina, quegli incontri saremo ormai in grado di immaginarli.

Matteo Angaroni

Potete leggere qui indice, introduzione e primo capitolo del libro.

CORPO DA RING, la box immaginata dal cinema.
Alessandro Leone,
Edizioni Falsopiano,
208 pagine, € 19,00

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