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#IORESTOINSALA

Quando le sale si smaterializzano per amor del proprio pubblico

In risposta alla chiusura improvvisa dovuta all’emergenza sanitaria e in attesa del via libera per la riapertura delle sale il prossimo 15 giugno, ci arriva qualche segno di rilancio da parte della filiera cinematografica italiana. Dopo il lancio lo scorso 18 maggio di MIO CINEMA, piattaforma on demand per prime visioni d’essai firmata Lucky Red e Circuito Cinema, questa settimana arriva un’altra piattaforma all’interno del progetto #iorestoinsala promosso dal Cinema Anteo di Milano e dalla Cineteca di Bologna.

“Perché il cinema senza i cinema non può esistere!”
Dal 26 maggio, i cinema hanno infatti la possibilità di cominciare riprendere la propria programmazione, con la differenza che l’esperienza si trasferisce nelle sale virtuali, offerte dal partner tecnico MyMovies. Il circuito dell’iniziativa conta già 71 esercenti affiliati per un totale di 200 schermi. Tra questi ci siamo anche noi con la Sala Filmstudio 90 e il Cinema Teatro Nuovo.

L’obiettivo è quello di riprendere da dove si è interrotto, sfruttando le risorse del web e dando la possibilità al pubblico affezionato delle sale di continuare a fruire di prime visioni di qualità e al contempo potere sostenere economicamente il proprio cinema di riferimento.

L’esercente mantiene infatti la possibilità di scelta sulla propria programmazione nelle sue sale che da fisiche si trasmutano in virtuale, mantenendo la loro capienza reale e degli orari di programmazione fissi. I film saranno accessibili fino a un’ora dall’inizio del film e in caso d’interruzione si avranno 36 ore di tempo per completare la visione, il biglietto andrà a sostenere la sala secondo gli accordi presi direttamente con il distributore. Le dinamiche economiche sono insomma le stesse applicate nella realtà. Secondo le parole degli esercenti, tale scelta permette di “consentire allo spettatore di ritrovare quel senso di identità e comunità che caratterizzano il pubblico delle sale cinematografiche di qualità”.

Ed è proprio qui che #iorestoinsala prende le distanze da il MIOCINEMA che, invece, si presenta con una conformazione più simile a quella di piattaforme on demand per il noleggio di film, come l’italiana CHILI. Anche in quest’ultimo caso uno quota del biglietto (40%) andrà a sostegno della sala che però non avrà libertà sui titoli proposti al proprio pubblico, in questo caso: fissi, sempre disponibili e scelti dall’alto.

#iorestoinsala sarà accessibile direttamente dal sito web del cinema affiliato e parte con alcune importanti primissime visioni con quattro film di qualità che avrebbero avuto posto nelle sale d’essai:
Favolacce dei Fratelli D’Innocenzo, premiato a Berlino con l’Orso d’Argento, lo struggente e nostalgico Tornare di Cristina Comencini, Georgetown, attesissimo debutto di Christoph Waltz dietro la macchina da presa, e In viaggio verso un sogno, gioiello indie con Shia LaBeouf firmato a quattro mani da Tyler Nilson e Michael Schwartz e considerato dalla critica americana uno dei dieci migliori film indipendenti dell’anno.
Ad affiancare questi titoli ci saranno altri contenuti in seconda visione, retrospettive, rassegne, film restaurati.
I cinema potranno inoltre accompagnare i film scelti con dirette o video introduttivi con critici cinematografici, registi e attori.

Il prezzo è in linea con gli standard della rete, con un ricavo che va da un minimo di 3€ a un massimo di 7,90€. L’incasso totale va al cinema e i ricavi soni poi ripartiti col distributore secondo gli accordi presi.

Continuando con le parole degli esercenti, il cinema si propone soluzione al blackout out sociale di questi ultimi mesi: “il cinema e la sala sono cultura e mai come oggi, qualsiasi presidio culturale può rappresentare una via d’uscita dall’isolamento. Il cinema e la sala sono oggi più che mai gli antidoti al buio.”

Il cinema, secondo il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli, diviene in questo modo una guida importante per lo spettatore, orientandolo nell’universo sconfinato dei cataloghi on demand. Quello che si sta cercando di proporre va quindi oltre ad una logica di “offerta supermercato” o di all you can eat che viene tradizionalmente intrapresa dalle principali piattaforme streaming contemporanee.

Il progetto partecipato di imprenditoria culturale si propone infine come inclusivo e aperto ai nuovi esercenti che ne desiderano far parte. Una palestra per il futuro dell’esperienza cinematografica, sempre più frammentata e al di fuori della sala, nonostante dal titolo stesso dell’iniziativa alla sala si vuole sempre e comunque rimanere ancorati. E chissà che in futuro l’on demand possa rappresentare un servizio fisso e imprescindibile per gli esercenti che si fanno sempre più tech e digitali, in un mondo che corre all’impazzata e dove il cinema della sala sembra rimanere ancorato a una nostalgia del passato.

Le sale italiane si sono quindi unite per restituire allo spettatore il piacere di ritornare nel proprio cinema di riferimento. Non ci resta ora che provare a vivere l’esperienza della sala che si smaterializza e, come d’incanto, prova a bussare agli schermi di casa propria.

Samuele P. Perrotta

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