RecensioniSlideshow

Le otto montagne con Borghi e Marinelli

Storia di un'amicizia che abbatte qualsiasi barriera

Non pensavo di trovare un amico come Bruno nella mia vita…” (Pietro)
Le otto montagne è la storia di un’amicizia incredibile tra due uomini apparentemente diversissimi. Da una parte Pietro (Luca Marinelli), figlio unico di città che trova respiro nelle vacanze estive in montagna, e dall’altra Bruno (Alessandro Borghi), ragazzo pastore, ultimo della sua età in un paesino della Val d’Ayas. Il loro è un legame indissolubile che ha inizio nell’estate del 1984, tra giochi e avventure nei verdi prati di montagna, e che li accompagnerà dalla fanciullezza all’età adulta. A causa di una separazione forzata, però, passeranno molte estati prima che i due potranno ritrovarsi, ormai giovani adulti dal volto ricoperto di barba e alla ricerca di un posto nel mondo. Bruno quel posto pare averlo già trovato, al sicuro tra le sue montagne, i boschi e gli animali; Pietro, d’altro canto, è solo consapevole di un grande vuoto interiore in trepidante attesa di essere colmato.
Tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Cognetti e premio alla giuria a Cannes (ex aequo con EO), Le otto montagne riunisce sul grande schermo gli attori Alessandro Borghi (Suburra, Sulla mia pelle, Il primo re) e Luca Marinelli (Lo chiamavano Jeeg Robot, Martin Eden, Diabolik) a sette anni di distanza da Non essere cattivo di Claudio Caligari. Spostandosi dalle desolate periferie romane alle sperdute cime della Valle d’Aosta, i due mettono in scena una storia di amicizia nutrita da un amore sincero che abbatte qualsiasi barriera e apparente differenza. Lo stesso Borghi commenta in un’intervista: “Alla tua donna puoi dire ti amo; per evitare equivoci, non puoi dire le stesse parole a un amico, ma in entrambi i casi il legame che si instaura è il sentimento del voler bene. Bruno e Pietro si vogliono bene: ognuno dei due è pronto a sostenere i punti deboli dell’altro.”

Diretti dalla coppia belga Felix van Groeningen (Alabama Monroe) e Charlotte Vandermeersch, i due attori si lasciano trasformare e modellare dalle inquadrature mozzafiato in alta quota, ancora più uniti e ravvicinati dal formato quasi quadrato addottato dai registi. I ritmi sono lenti, come quelli che appartengono alla vita di montagna. Le grigie e impersonali fabbriche torinesi si alternano ai verdi prati e ai laghi cristallini di Frudières; il chiasso e la confusione delle cucine in cui lavora Pietro fa spazio al silenzio e la calma dei pascoli sconfinati di Bruno. Appena ne ha occasione Pietro torna in questo luogo d’infanzia con la certezza di riabbracciare il suo migliore amico e scoprire estate dopo estate un pezzettino di sé.
“Io se mi piace una cosa la faccio, almeno ci provo”, spiega Bruno nella sua semplicità all’amico, incitandolo così a dar spazio ai propri talenti assopiti e a riprendere contatto con i desideri del suo cuore. Difatti Pietro è stufo di passare da un lavoro all’altro, incastrato in un limbo perpetuo tra giovinezza ed età adulta. Pietro è alla ricerca di “un nuovissimo Pietro”, un sogno da seguire, un progetto di vita a cui dedicare anima e corpo. Per farlo non ha altra scelta che prendere e partire zaino in spalle alla ricerca di se stesso. Da una montagna all’altra, Pietro si ritrova in Nepal a solcare gli altopiani dell’Himalaya ed è proprio qui che apprenderà una lezione importante: c’è chi nella vita trova il proprio scopo scalando una montagna al centro del mondo e chi deve, invece, attraversare otto mari e altrettante montagne per raggiungere la stessa presa di coscienza. Ma una volta scoperta la natura dell’essere, il proprio dharma esistenziale, che si sia arrivati in cima alla cresta del mondo o si abbia attrevarsato in lungo e largo i mari e le terre del creato, non si può non esplodere in un ballo sfrenato di gioia, profondamente consapevoli e pienamente grati alla vita. Ecco che, in modi diversi, Pietro è Bruno ce l’hanno fatta, anime finalmente libere e unite per l’eternità.

Samuele P. Perrotta

Le otto montagne
Regia e sceneggiatura: Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch dal romanzo di Paolo Cognetti.  Montaggio: Nico Leunen. Fotografia: Ruben Impens. Interpreti: Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Filippo Timi, Elena Lietti, Eliza Zanotto. Musica: Daniel Norgren. Origine: Italia/Belgio/Francia, 2022. Durata: 147′.

Topics
Vedi altro

Articoli correlati

Back to top button
Close