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SALVO: dal premio di Cannes alle sale italiane

Chi non vede sviluppa una sensibilità maggiore degli altri sensi, in particolare nell’udito. E’ questa la chiave di lettura per comprendere alcune delle scelte stilistiche del primo lungometraggio firmato dai due registi palermitani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza.
Salvo, interpretato dall’attore palestinese Saleh Bakri, è un killer della mafia siciliana e deve giustiziare un uomo che ha tradito il clan al quale apparteneva. Entra nel suo appartamento ma trova soltanto la sorella, cieca dalla nascita. I suoni sono la colonna sonora che accompagnano le scene di violenza non mostrate se non nelle loro conseguenze. Rita, questo il nome della ragazza non vedente, viene inquadrata sempre frontale, come a chiudere il suo sguardo al suo interno, come a non mostrare ciò che le sta di fronte. Salvo, il killer, è invece inquadrato sempre da dietro, nella prima parte del film il suo volto non viene quasi mostrato, ed il punto di vista è il suo, quello di un uomo che cerca solo il suo obiettivo e che non vede nulla dentro di sé.
salvo-sara-serraiocco-in-un-immagine-del-film-275187-1Poi accade il miracolo e, in un certo senso, il ribaltamento dei ruoli. Rita, interpretata da una esordiente ed eccezionale Sara Serraiocco, nel momento in cui viene toccata sul volto dalla mano insanguinata di Salvo, apre gli occhi e comincia a vedere la luce intorno a sè. Questo accadimento sorprendente spiazza completamente Salvo che inizia un processo di presa di coscienza. Anche lui apre gli occhi, metaforicamente parlando “scopre” la sua immoralità e si incammina in un difficile percorso di redenzione.

I due registi mostrano una capacità di utilizzare il linguaggio cinematografico davvero profonda ed incisiva. Non sono le situazioni a dettare le scelte registiche ma, viceversa, lo stile di ripresa e l’utilizzo del sonoro sono funzionali a un racconto che fa intuire anzichè mostrare, senza cadere nell’intellettualismo poco comprensibile.
Sara Serraiocco è capace di indossare sul suo volto le emozioni che deve esprimere con una naturalezza impressionante. Gli occhi persi nel buio della sua cecità, lo sguardo sorpreso di chi scopre per la prima volta la luce e le forme, il volto segnato dalla paura, il sorriso che lo attraversa quando viene baciato dal sole. Ogni volta l’attrice è capace di veicolare le emozioni nel modo migliore.
Saleh Bakri è ormai un attore affermato, lo abbiamo già visto ne La Banda di Eran Kolirin e ne Il tempo che ci rimane di Elia Suleiman, in concorso a Cannes 2009. Nella prima parte del film il suo volto è quello di un robot, sfigurato della sua aridità morale. Il percorso verso la salvezza (non a caso interpreta un uomo di nome Salvo), lo trasfigura completamente, disegnandogli un sorriso prima inesistente.
Il film ha vinto due premi al Festival di Cannes 2013 in cui partecipava nella sezione “Semaine de la Critique”. Miglior film e miglior opera prima. Due premi meritati e che onorano il cinema italiano di qualità.

Alessandro Barbero

Salvo

Regia e sceneggiatura: Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Fotografia: Daniele Ciprì. Montaggio: Desideria Rayner. Interpreti: Saleh Bakri, Sara Serraiocco, Luigi Lo Cascio. Origine: Francia, Italia, 2013. Durata: 103′.

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