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The Fabelmans

Quella del regista che racconta se stesso, e in particolare la sua infanzia o giovinezza, non è certo una novità, ma spicca come negli ultimi anni diversi registi abbiano messo su pellicola dei ricordi intimi e familiari: Alfonso Cuarón con Roma, Paolo Sorrentino con È stata la mano di Dio, Kenneth Branagh con Belfast, Carla Simón con Alcarràs e, ultimo in ordine di uscita, Steven Spielberg con The Fabelmans. Per quest’ultimo l’idea arriva direttamente da uno dei personaggi che vediamo in scena, difatti è stato lo stesso Spielberg a dichiarare che fu sua madre a chiedergli di fare un film sulla storia familiare.

Et voilà, a quasi 76 anni e al suo trentaquattresimo film il regista americano racconta tanto se stesso da giovane, soprattutto la nascita e la crescita del suo amore per il cinema, e la storia dolorosa della separazione dei suoi genitori. Spielberg riesce ad unire splendidamente i due temi, che sembrano legarsi l’un l’altro: non è casuale che proprio grazie ad alcune riprese fatte durante una vacanza il giovane Steven, che qui si chiama Sammy ed è interpretato da Gabriel LaBelle, scopre un segreto che porterà al progressivo sgretolamento del suo nucleo familiare. Ecco che il dolore e l’estro creativo entrano in una strana relazione fatta di necessità e repulsione. Ciò che più colpisce di The Fabelmans è la capacità del regista di raccontare la sua famiglia con una dolcezza e una capacità di comprensione dei limiti personali non indifferente, tipica di chi ha compreso fino in fondo chi erano i suoi genitori ed è riuscito ad andare oltre i sentimenti che un figlio prova, incondizionatamente, verso mamma e papà.

Paul Dano e Michelle Williams, che qui interpretano i genitori del giovane Sammy, sembrano una coppia potenzialmente perfetta: lui comprensivo e gentile, lei tenera quanto fragile. I due però hanno visioni della vita opposte, anche per quanto riguarda ciò che il loro figlio dovrebbe fare nella vita, in quanto il padre considera la passione del cinema un semplice hobby mentre la madre, che ha tendenze creative, lo spinge a realizzare sempre più film. Le scene emotivamente coinvolgenti, in questo senso, si sprecano, fin dalle prime sequenze in cui lo Spielberg bambino prova a rimettere in scena le immagini viste in Il più grande spettacolo del mondo di Cecil B. DeMille o i momenti di conflitto tra Sammy e la madre.
Menzione speciale va fatta al personaggio della madre e alla sua interprete, Spielberg mette in scena una donna alla disperata ricerca di vita – come ci racconta l’emblematica scena del tornado –, che commette errori proprio perché incapace di controllare la sua sensibilità; Mitzi è dolce e incompresa, interpretata da una Williams in splendida forma, capace di dare un ulteriore tocco di malinconia che rende il personaggio splendidamente umano.

Dunque cinema e vita si intrecciano e, proprio come accaduto per È stata la mano di Dio, viene naturale ripensare alla filmografia del regista dopo questo straordinario racconto/confessione. Ecco che film come E.T, Hook e A.I – Intelligenza artificiale si legano a The Fabelmans, che diventa inevitabilmente il film definitivo sulla famiglia secondo Steven Spielberg.
Il regista scrive e dirige quello che non è solo una lettera d’amore alla settima arte, ma è un vero e proprio viaggio nella cinefilia più sincera e genuina. Il cinema secondo Spielberg è arte e spettacolo, proprio come i film di DeMille e John Ford che il protagonista va a vedere al cinema, ma anche mezzo di comprensione del mondo e modo per trasfigurare la realtà. The Fabelmans emoziona e diverte come pochi film quest’anno ed è destinato a far parlare di sé per molto tempo, indubbiamente uno dei film da non perdere durante queste festività tanto per i cinefili più accaniti, che verranno ampiamente ripagati grazie ad alcuni tocchi geniali, tanto quanto al pubblico alla ricerca di una storia coinvolgente e appagante.

Andrea Porta

The Fabelmans

Regia: Steven Spielberg. Sceneggiatura: Steven Spielberg, Tony Kushner. Fotografia: Janusz Kamiński. Montaggio: Sarah Broshar, Michael Kahn. Interpreti: Gabriel LaBelle, Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Oakes Fegley. Origine: USA, 2022. Durata: 151′.

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