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Venezia 77: un UFO alle Giornate degli Autori

Samp di Mastrella e Rezza

Alle Giornate degli Autori appare un Ufo, un oggetto non identificato: si tratta di Samp di Flavia Mastrella e Antonio Rezza. Il film ambientato in Puglia, tra Gravina e Galatina, racconta di Samp, killer di professione che viene ingaggiato da un potente presidente per uccidere i tradizionalisti. L’uomo Samp è affetto da turbe psicologiche che cura con la musica. Dopo aver ammazzato la madre, vaga nella terra di Puglia alla ricerca della donna ideale; durante il suo vagabondaggio incontra persone che conducono una vita naturale, personaggi alla ricerca delle proprie origini e un singolare musicista. Improvvisamente si innamora. Non una ma più volte, e di donne inconsistenti. Uccide ancora e torna un poco umano, di quell’umanità che finirà per stroncare le sue ambizioni di potere.

Flavia Mastrella e Antonio Rezza sono dei geni che da anni calcano i palchi teatrali italiani e non, hanno realizzato tredici opere teatrali, cinque film lungometraggi, una serie sterminata di corti e mediometraggi. Da anni scardinano con i loro lavori molte delle nostre certezze, cercano sempre di andare oltre l’ordine costituito e ci sorprendono sempre con genialità. Questo film, girato nel 2001 e mai finito per le croniche mancanze produttive italiane, è stato ripreso negli anni, è invecchiato anche nelle facce dei protagonisti oltre che nelle immagini.
Rezza e Mastrella girano in Puglia, terra densa di tradizioni arcaiche mescolate a una modernità inflitta con la violenza dal potere economico, e raccontano come la passione compulsiva affiora quando non c’è possibilità di metabolizzare i motivi di un cambiamento. Samp è un film pazzo, comico e tragico allo stesso tempo, è una metafora dello sgretolamento culturale che da sempre attraversa la loro opera e che parla continuamente del nostro contemporaneo. È un’opera unica, anarchica e meravigliosamente scombussolata, preziosissima per tutti noi, ci fa ricordare che cosa significa essere veramente artisti indipendenti. Un film che meriterebbe di essere proiettato ovunque, ma che inevitabilmente si scontrerà con le dinamiche ingolfate della distribuzione del cinema italiano.

da Venezia, Claudio Casazza

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