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Venezia 80: Gli oceani sono i veri continenti

La prima sorpresa dalle Giornate degli Autori

Eccoci con la prima sorpresa del festival, Gli oceani sono i veri continenti (Los océanos son losverdaderos continentes) è l’esordio al lungometraggio per Tommaso Santambrogio, presentato in apertura alle veneziane Giornate degli Autori 2023.

Il film racconta di Alex e Edith, due giovani teatranti sui trent’anni, che vivono la loro relazione fatta di piccoli gesti e di una tenera quotidianità tra le rovine degli edifici cubani. Milagros, anziana signora ormai in pensione, trascorre le sue giornate ascoltando la radio e rileggendo vecchie lettere. Frank e Alain, due bambini di nove anni, vanno a scuola e sognano di emigrare assieme negli Stati Uniti per diventare giocatori di baseball professionisti.
Gli oceani sono i veri continenti è un film che ragiona sulla tematica della separazione, raccontata e affrontata tramite tre prospettive temporali differenti: il passato con la anziana Milagros, il presente con la coppia di trentenni e il futuro attraverso i sogni dei due ragazzini.
Tre le narrazioni principali: ambientato nel contesto di San Antonio De Los Baños, paesino dell’entroterra di Cuba dove sembra che il tempo si sia fermato, il film racconta la storia di un addio alla propria terra, di una separazione che per alcuni può essere struggente e per altri ingiusta ma sicuramente terribilmente quotidiana nella società cubana, che oggi sta attraversando la più grave crisi migratoria della sua storia. Tre storie, tre mondi, in un affresco che prende vita tramite la memoria dei personaggi e di un paese, il suo presente impossibile e il futuro che per esistere deve affrontare lo spettro della separazione, vera grande piaga della società contemporanea cubana.

Tommaso Santambrogio conosce Cuba, già teatro dei suoi corti precedenti, ed è stato assistente di Lav Diaz negli ultimi anni. Vedendo il film si nota la parentela stretta con il regista filippino: camera fissa costante, rarissimi movimenti solo quando la narrazione cerca l’emotività, un bianco e nero digitale ma splendido, un uso del sonoro diegetico ed extradiegetico davvero interessante. Nonostante l’esilità del racconto, e il fatto di essere per la prima volta alle prese con il lungometraggio, Santambrogio dimostra di avere delle idee precise e una mano ferma. Un nome da tenere d’occhio per il futuro, quando lascerà per strada una certa derivazione dal regista filippino e qualche ingenuità di troppo.
Un film da vedere nelle nostre sale, visto che sarà distribuito in questi giorni.

da Venezia, Claudio Casazza

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