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Victoria – One City, One Night, One Take

victoria_okVictoria, acclamato al festival di Berlino del 2015, non si distingue solo per il fatto di essere un piano sequenza realizzato con un unico take di 140 minuti, ma anche per l’applicazione che viene fatta della tecnica: non ci troviamo questa volta nel Palazzo d’Inverno di S. Pietroburgo dell’Arca Russa di Aleksandr Sokurov, ma in una discoteca underground della periferia di Berlino. Victoria, la protagonista, è una giovane ragazza di origine spagnola che, trasferitasi in Germania, sopravvive con una misera paga di quattro euro all’ora, lavorando tutto il giorno in un caffè della città. Da qui il suo malessere, il suo spaesamento in una terra nuova e sconosciuta, in cui la ragazza ricerca se stessa e prova a dare un senso al proprio futuro. Sarà proprio questo vuoto e smarrimento a condurre Victoria ad un’imprevista avventura della durata di una notte.

victoria Il film, racconta il regista Sebastian Schipper, è stato girato tre volte: il primo take è stato da subito scartato per il verificarsi di problemi tecnici dopo appena dieci minuti dall’inizio riprese; il secondo peccava di una recitazione ritenuta troppo sopra le righe; infine, l’ultimo tentativo, girato tra le 4:30 e le 7:00 del mattino tra il quartiere degli immigrati Kreuzberg e il quartiere storico di Mitte a Berlino, si è rivelato essere fortunatamente quello giusto e in linea con quanto desiderato dell’autore. La recitazione di tutti gli attori in campo è a dir poco impeccabile e molto verosimile, considerando anche il fatto che la sceneggiatura si compone di sole 20 pagine in cui sono descritti unicamente i risvolti principali della storia, trasferendo così il carico dell’intera narrazione nella capacità d’improvvisazione degli attori in gioco. Tra tutti spicca l’attrice spagnola Laia Costa, nel ruolo della bellissima Victoria, che riesce, insieme ai suoi colleghi, a mantenere una recitazione sempre al massimo della resa dall’inizio alla fine della prestazione. Il film riesce in questo modo ad accompagnarci per mano in una vicenda fuori dall’ordinario che si sviluppa in un paio d’ore puntando ad un realismo elevato; per raggiungere tale obiettivo il regista ha scelto di abbattere i tagli per favorire uno sguardo costante della macchina da presa, e di conseguenza dello spettatore, sulla protagonista. Il viaggio di Victoria alterna momenti di libertà, nostalgia, sogno e purezza ad action e terrore, riuscendo a dare in modo silenzioso e discreto un quadro completo di psicologia e background dei personaggi coinvolti.
Insomma, stiamo parlando di Neorealismo 2.0 o di una follia virtuosistica? La produzione è molto povera, in pieno spirito indie, il tutto è seguito dalla camera a mano che disperatamente sta dietro ai movimenti della protagonista andando incontro inevitabilmente a bruschi sussulti e continue oscillazioni, ma la cosa che più stupisce è che tutto ciò è ininfluente: l’attenzione dello spettatore è infatti totalmente concentrata su ciò che è messo in scena e su quello che sta accadendo. L’opera può essere quindi considerata come una vera e propria esperienza. Un’operazione guidata da un regista sicuramente folle, ma in grado di mettere in piedi una macchina produttiva impeccabile.


Un’altra medaglia d’ora va sicuramente all’operatore di ripresa e D.O.P. Sturla Brandth Grøvlen, che, nonostante la lunga e complessa performance, è riuscito a mantenere un grado di attenzione all’inquadratura impressionante, non di meno i tre boom operator e tutte le persone coinvolte nell’impresa. Difatti in questo flusso continuo d’inquadrature, nessuna di essa risulta casuale, sgradevole o poco significativa. Meravigliosi ed emozionanti appaiono gli svariati primi piani di Victoria che si susseguono nel racconto. Un film che come spirito sperimentale, coraggio autoriale e ambientazioni recupera La Haine di Mathieu Kassovitz e i suoi protagonisti Vinz, Hubert e Saïd e fa della condizione psicologica e sociale di Victoria l’incipit di un viaggio d’avventura e terrore il cui nome è proprio Victoria.

Samuele P. Perrotta

Victoria

Regia: Sebastian Schipper. Sceneggiatura: Sebastian Schipper, Olivia Neergaard-Holm, Eike Frederik Schulz. Fotografia: Sturla Brandth Grøvlen. Interpreti: Laia Costa, Frederick Lau, Franz Rogowski. Origine: Germania, 2015. Durata: 138′.

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