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Cronache dal Pordenone Docs Fest 2022: i vincitori!

Ecco tutti i premiati alla 15° edizione del festival

Pordenone Docs Fest- Day #5

Ultimo giorno al Pordenone Docs Fest, sembra di essere arrivati ieri!
Al mattino un’importante tavola rotonda per riflettere sulle dinamiche della distribuzione del documentario in Italia, le sfide della pandemia e le opportunità per il futuro. Invitati per l’occasione diversi responsabili della distribuzione: Gaia Brauzi (Open DDB, Bologna), Maud Corino (ZaLab, Roma), Simona Malagoli (Wanted Distribuzione, Milano) e in collegamento online Alessandro Tiberio (Valmyn Distribuzione, Firenze). Tanti gli ostacoli evidenziati per la circolazione del documentario, in particolare, emerge una mancanza di cultura del documentario e di rete in Italia. Dalla crisi passata si spera in una rinascita che possa indebolire vecchie dinamiche distorte e consolidare nuove spinte e modalità di diffusione del documentario.
Su Pordenone splende un bel sole, decido di pranzare finalmente all’aperto al parco San Valentino. Ne approfitto anche per far tappa al rinomato museo del fumetto PAFF! per la mostra BlackSad, i colori del noir, dedicata a Juanjo Guarnido e inaugurata qualche giorno fa. Si tratta della più ricca mostra di Guarnido, fumettista spagnolo e collaboratore per Marvel  e Disney, mai realizzata in Italia. La mostra, meticolosamente allestita, raccoglie 130 opere originali tratte dai sei albi dell’opera Blacksad, contraddistinta da un realismo che sfiora il documentario, arricchita da gigantografie, installazioni, scenografie e sonorizzazioni. Assolutamente da non perdere, a maggior ragione se Juanjo Guarnido sarà presente di persona il 14 e 15 aprile per delle visite guidate! Tutte le info sul sito ufficiale.

Mi aspettano due ultimi film per concludere le mie visioni al festival: un grande recupero da Venezia 77, Molecole di Andrea Segre e il doc ucraino Ivan’s Land di Andrii Lysetskyi. Due racconti intimisti per un’esperienza poetica in spazi sospesi. Andrea Segre si racconta in un’opera non programmata che lo porta a confrontarsi con una Venezia fantasma in pieno lockdown e di fronte alle memorie del padre scomparso e originario di Venezia. Molecole come quelle che all’improvviso hanno sconvolto il mondo e come quelle che studiava il padre Ulderico, chimico di professione. Una doppia libertà finalmente conquistata: da una parte quella di Venezia, sottratta ai turisti per essere restituita alla natura e la sua storia, e quella di Segre che rielabora e accetta la figura di un padre silenzioso e misterioso ma che “guardava” a lui con affetto. Ivan Prykhodko è invece uno degli ultimi artisti tradizionali in Ucraina. La sua è una vita semplice a contatto con la natura, la terra e i suoi animali. Uno sguardo affettuoso su un’artista di altri tempi che dipinge quotidianamente per la semplice gioia di esprimere le sue pulsioni interiori e riconnettersi con una tradizione contadina millenaria che sembrerebbe ormai scomparsa. “Quando il fiore fiorisce l’anima umana è felice”, commenta mentre è preso dal suo rito della pittura. E ancora, “La resurrezione è nell’armonia dei ritmi”. Una persona semplice che si troverà a scontrarsi con un contesto cittadino del tutto estraneo a lui. Un’opera che diviene anch’essa dipinto di luce e colori.
Il festival si chiude con il documentario Lo sguardo su Venezia di Simone Marcelli con concerto dei Solisti Veneti sulle note del compositore cinematografico Pino Donaggio.
Mi appresto a lasciare Pordenone con il ricordo di un festival magico e accogliente, propulsore di idee e racconti globali per uno spirito rinnovato e pronto per nuove avventure…

Ecco qui i VINCITORI della 15° edizione del Pordenone Docs Festival:
LES ENFANTS TERRIBLES e IVAN’S LAND, hanno vinto ex aequo il premio della Giuria composta dallo scrittore e sceneggiatore Hanif Kureishi e dalle registe e produttrici Penelope Bortoluzzi e Claudia Tosi. Una menzione speciale anche per SIRENS.
– Il premio Crédit Agricole Friuladria – Green Documentary è andato a THE BLACK MAMBAS, un viaggio avventuroso tra le donne ranger del Parco Kruger in Sudafrica.
– L’inno alla fantasia e alla creatività ONCE UPON A TIME IN UGANDA trionfa con il Young Audience Award. Tutta la sala ha applaudito e salutato il “Tarantino africano” Isaac Nabwana al grido di Wakaliwood.
– Il Premio del Pubblico è andato a REVOLUTION OF OUR TIMES, lo sconcertante documentario sulle manifestazione di piazza ad Hong Kong e la violenza e la repressione del governo cinese.

 Da Pordenone, Samuele P. Perrotta
Fotografie originali dell’autore
Foto in copertina di ©CinemaZero

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