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La buona stella sulla via per Frascaro

Quando la temperatura scende improvvisamente e non è nemmeno metà agosto, dopo aver patito il caldo da desiderare di spogliarti anche della pelle, il pensiero corre smarrito all’autunno che tutte le ferie porta via e, maestrino di vita, ripassa gli obblighi e i doveri che l’estate finge di non img_4118conoscere. Sarà per questo che quasi rimpiango sul termometro i 40 che hanno fiaccato l’Italia, e mi gela la caduta libera, di 15 di 20 gradi dei picchi serali, così, da un giorno all’altro. E non so se ringraziare il cielo in una notte stellata dopo San Lorenzo, oppure scongiurarlo di illudermi, con un brusco colpo di coda del caldo, che ancora c’è tempo per le maniche corte.
A Varese i Giardini Estensi festeggiano i trent’anni di proiezioni all’aperto a giorni alterni; il camper di Movie Rider ancora parcheggia il suo piccolo cinema in cortili, piazze e terrazze, invitando a lasciare le mura domestiche con sedia e bibita, per approfittare di un film senza biglietto appena sotto casa. E poco distante – a vedere la Terra da una stella che ancora cade dopo il dieci agosto – a Frascaro di Norcia (dico: solo km 600 da Varese centro!), una frazione di cento abitanti ha trasformato uno sterrato di campagna e delle abitazioni di fortuna, dopo gli sconquassi del terremoto dello scorso anno, in una minuscola arena notturna che ha riassunto la storia del cinema: un lenzuolo appeso fortunosamente ai gancetti di un modulo abitativo temporaneo (definizione politicamente corretta per descrivere una scatola grigia); sedie in plastica a colmare la distanza tra uno scivolo e una giostrina in metallo che il sisma ha perdonato; un proiettore che lancia il cinema, un amplificatore che spezza il silenzio, bibite e patatine di contorno. In alto la Via Lattea, quella vera, che in questa magnifica parte di mondo puoi ammirare a occhio nudo. E mentre il fresco diventava freddo in un alito di vento già dispettoso, e qualcuno reclamando ancora un po’ di estate lasciava tremolante la piccola arena nel pensiero del secondo inverno senza casa propria, il buio si adoperava per nascondere le macerie come un bambino nasconde sotto il letto gli abiti sporchi; struggente, il buio, nel tessere l’inganno con la complicità allegra di un film francese, che ha aperto a Frascaro una piazza imprevista e spiazzato la cupezza desolante delle sue strade ferite con le voci di due “quasi amici” che vincono la malasorte trasformando briciole di vita in edifici.
Il giorno 11 agosto si è riso con il cinema a Frascaro di Norcia, un puntino nell’Appennino umbro. Ma in verità qui si ride spesso nonostante la terra non smetta di tremare e le pietre, che frammentano il paesaggio e la memoria, rischino di farsi racconto di un tempo incatenato al presente. E alla fine, fa ridere anche l’inopportuno tempismo dell’aria fresca, che ha sgambettato la calura sahariana solo per soffiare su un lenzuolo bianco scambiato per una vela di prua. Ridere, perché la vita è una cosa seria. Chiedete agli abitanti tenaci di Frascaro, amici che da oggi vorremmo pensare vicini di cinema (sotto le stesse stelle).

 Alessandro Leone

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