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Gli amanti passeggeri

gli amantiPedro Almodóvar collauda l’aereo più vivace del mondo in un viaggio metaforico e irrealista all’insegna dell’esuberanza e della trasgressione. Ispiratosi stilisticamente alla commedia svitata americana anni ’30 e ’40, caratterizzata da situazioni imprevedibili e personaggi eccentrici, il regista spagnolo irrompe convulsamente sullo schermo, a mezz’aria tra irriverenza di superficie e monito programmatico.

Passeggeri ed equipaggio del volo 2549 della compagnia Penìnsula diretto a Città del Messico si ritrovano a dover affrontare una situazione di pericolo, un guasto tecnico dovuto ad un’assurda quanto fantasiosa negligenza umana li costringe ad un atterraggio di emergenza. Al momento però non vi sono piste libere, all’aeroporto di Barajas, da cui erano decollati, c’è il blocco dello spazio aereo a causa di un vertice di sicurezza dell’ONU, a Valenza si svolge la finale di campionato di Formula 1, a Siviglia il campionato mondiale di motociclismo e così via. La Spagna sembra essere l’ombelico del mondo, nonostante la crisi e la profonda recessione, è meta di incontri internazionali ed eventi festosi. Allora la volta celeste, astratta ed immensa, diventa luogo ristretto e circolare, purgatorio inverso che precede l’aldiquà. L’aereo è obbligato a girare in tondo in attesa di un via libera dalla torre di controllo che gli consenta finalmente di giungere a terra.

Intanto a bordo si assiste ad una vera e propria escalation di situazioni bizzarre e variopinte. La classe Economy è in uno stato di completo torpore, sedata e resa inerme da una dose massiccia di ansiolitici non è in grado di percepire quello che sta avvenendo, al contrario nella Business regna un’atmosfera di Gli-amanti-passeggeri-dpura euforia, grazie ad un micidiale cocktail di alcool e mescalina personale di bordo e passeggeri diventano oltremodo socievoli e spudoratamente vogliosi. A separare i due ambienti una tendina rosso fuoco che continua ad aprirsi e richiudersi come il sipario di un teatro, ogni personaggio ha un suo vissuto, per lo più misterioso o inconfessabile, che durante il viaggio diventa argomento di esternazioni disinvolte e purificatrici. La vita si duplica tra cielo e terra, l’eccesso rinsalda legami impossibili e annuncia cambiamenti radicali.

La patina eccentrica che avvolge il film risulta fin troppo grottesca, rischiando continuamente di scivolare nel ridicolo e di oscurare intenzioni narrative sicuramente più elevate. Le performance sessuali che si susseguono senza temere disapprovazione, se pur volgari e forzate, innescano un’inaspettata terapia di gruppo, elevandosi a momento catartico. Almodóvar fa interagire tipi sociali predefiniti, ma in alcuni casi stereotipati, crea atmosfere frivole e superficiali con l’intento di provocare, combina il genere farsesco alla commedia di stampo moralizzante, ma il risultato è quanto di più sgradevole si possa immaginare da un regista che ha firmato pellicole come Tutto su mia madre o Donne sull’orlo di una crisi di nervi.

Jenny Rosmini

 Los Amantes pasajeros

Regia e sceneggiatura: Pedro Almodóvar.  Fotografia: José Luis Alcaine. Montaggio: José Salcedo. Interpreti: Javier Cámara, Raul Arévalo, Carlos Areces, Lola Dueñas, Cecilia Roth, Hugo Silva. Origine: Spagna, 2013. Durata: 130′.

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