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Frantz

FrantzCe ne sono tanti di film sulla guerra. E ce ne sono anche di belli. Ci sono film su chi va in battaglia e su chi resta a casa. Sul dolore del combattimento e sul dolore di chi, nel combattimento, ha perso un figlio o un amico. Ma François Ozon ha il coraggio di parlarne ancora. E lo fa, indubbiamente, in modo inedito. Non è solo il dolore del sopravvissuto, ma è anche il dolore di una famiglia distrutta. Non è solo il dolore di chi ricorda, ma anche quello di chi cerca di andare oltre. Non è solo il dolore della memoria, ma anche quello del progetto. Le vicende s’intrecciano, si sovrappongono, si nascondono, si mostrano. C’è Frantz, il giovane soldato morto, ucciso dai francesi. C’è Adrien (Pierre Niney), l’amico francese. C’è Anna (Paula Beer), la promessa sposa del giovane eroe defunto. Ci sono i genitori di Frantz (Ernst Stötzner e Marie Gruber). Ci sono vite che si cercano, che si appoggiano l’una all’altra nel tentativo di restare a galla. C’è il desiderio di riscattare un peccato con il dono di una memoria. O la voglia di riempire un vuoto, e di farlo aggrappandosi al filo dei ricordi. E infine c’è la menzogna, quella buona, quella che serve a tenere in vita, a dare un senso, a restituire un figlio perduto per sempre ai suoi genitori.
Ozon, al di là di un uso forse troppo didascalico del colore e del bianco e nero che scade in un contrappunto meccanico tra vita e morte, futuro e passato, progetto e memoria, e magari anche di qualche lungaggine nella seconda parte del film, ci regala un piccolo e controverso capolavoro senza morale, senza sentenze.

https://www.youtube.com/watch?v=XO_z5BRsFnM
Non è una parabola di buoni sentimenti, non è un film sulla guerra, non è un film sul dopoguerra, non è un film sulla vita che continua. È il tentativo riuscito di mettere a nudo, anche grazie a una regia discreta e attenta a svelare anche il più piccolo sussulto dello sguardo, debolezze e iniquità terribilmente, sgradevolmente umane, di far luce su tutte quelle ancore, quegli appigli a cui tutti noi ci attacchiamo quando tentiamo di sopravvivere. E che, nel contesto di una guerra insensata come tante, violenta come poche, non possono che emergere con più nettezza.

 

Monica Cristini

Frantz

Regia e sceneggiatura: François Ozon. Fotografia: Pascal Marti. Montaggio: Laure Gardette. Interpreti: Pierre Niney, Paula Beer, Ernst Stötzner, Marie Gruber, Cyrielle Claire, Anton von Lucke. Origine: Francia/Germania, 2016. Durata: 113′.

 

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