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Fuori

In sala il film di Martone dopo la bella accoglienza a Cannes 78

È rimasto fuori dai premi, ma ha ricevuto una buona accoglienza ed è approdato subito nelle sale, l’unico film italiano tra i 22 in corsa per la Palma d’oro del 78° Festival di Cannes. È Fuori di Mario Martone, un ritratto della scrittrice siciliana Goliarda Sapienza colta in un momento particolare della sua vita e interpretata da Valeria Golino, l’attrice e regista che un anno fa portò sulla Croisette la miniserie L’arte della gioia tratto dal romanzo più famoso dell’autrice scomparsa nel 1996. Un’opera pubblicata postuma che ebbe successo prima in Francia e poi in Italia, e di cui la pellicola evoca le traversie, concentrandosi sull’estate 1980, dopo la breve incarcerazione (aveva rubato i gioielli di un’amica, cercando di rivenderli) a Rebibbia che ne cambiò lo sguardo sul mondo.

“Cinque anni fa con Ippolita di Majo avevamo pensato a un film su Goliarda Sapienza – ha raccontato ma ci dissero che i diritti de “L’arte della gioia” erano appena stati acquistati. Poi abbiamo scoperto che si trattava di Valeria, che ha realizzato un film meraviglioso. Con lei c’è stato un incrocio magico. Così Ippolita ha scritto un testo teatrale da Il filo di mezzogiorno e l’abbiamo portato in scena. Continuavo a pensare a un film su Goliarda ed ero fissato sull’idea che il film abbracciasse vari anni e raccontasse la società intellettuale del tempo, poi Ippolita ha iniziato a parlarmi di altro soggetto, ero restio, ma quando mi ha fatto leggere mi sono sentito liberato, era quel che volevo. Mi ero liberato dai vincoli del film biografico, era l’estate 1980 a Roma, in un road-movie in cui nulla doveva realmente accadere ma tutto doveva essere sullo schermo”.
“Possiamo considerarlo un film biografico su un momento in cui scriveva L’arte della gioia e viveva il travaglio di quella pubblicazione – ha spiegato Ippolita Di Maio – Avevo un desiderio che mi tirava da un’altra parte, ho provato a scrivere una cosa diversa da una biografia e mi è andata bene”.
“È un mistero quanto Goliarda sia stata davvero in carcere – ha aggiunto Martone – probabilmente solo pochi giorni. La sua vita è un continuo rapporto tra realtà e immaginazione. Il gioco tra realtà e immaginazione è anche quello del film: nessuno si salva senza immaginazione, che ci restituisce a noi stessi, è l’immaginazione che ci salva. Goliarda ha trovato nell’immaginazione la forza per risalire, anche dopo gli elettrochoc”.

Quanto ai luoghi delle riprese, che danno una caratterizzazione molto precisa al film, il regista ha spiegato: “Abbiamo girato le scene del cortile e della parte superiore del carcere a Rebibbia con vere detenute, mentre la parte inferiore è stata girata in studio con alcune ex detenute. La Stazione Termini è filmata ritagliando le inquadrature per lasciar fuori gli elementi contemporanei; è stato molto difficile. Ho conosciuto la Roma dell’80, ci andavo per vedere il teatro d’avanguardia, avevo la patente da poco e la giravo in auto il più possibile, la trovavo molto diversa da Napoli. C’è la politica nel film. Volevo che loro tre fossero a fuoco, ma che fosse nitido anche quello che era intorno. Mi sono formato in quegli anni, non sono stati solo anni di piombo, ma di utopie, libertà, avanguardia, pur con contraddizioni. E Goliarda è critica su quegli anni, va già pesante. Parioli è un quartiere ricco, lei viveva lì perché era in una casa di un ente. L’architettura dei Parioli è geometria e razionalismo, parla con la geometria del carcere. Nel libro si nomina via dell’Acqua Bullicante, era indicato un indirizzo, abbiamo cercato quello e di fronte abbiamo trovato la profumeria dove abbiamo girato. Abbiamo filmato in studio parte della scena della profumeria, per rendere gli spazi che progressivamente si dilatano, è come se fosse un film nel film. È la scena in cui Goliarda scopre che Roberta è tossica. Le donne si raccontano la verità in un locale che via via diventa irreale”.

La pellicola si concentra appunto su un periodo limitato, un’estate che segna l’Italia (l’incontro con l’editore è significativamente datato 2 agosto) e pure la vita di Sapienza. Nel breve prologo, c’è l’ingresso a Rebibbia, con le perquisizioni dettagliate. Si scoprirà che durante la breve detenzione, dopo le prime difficoltà (le detenute comuni la considerano una “politica” per il suo linguaggio e il suo atteggiamento), la protagonista ha stabilito rapporti intensi con alcune colleghe, come le molto più giovani Roberta (la brava Matilda De Angelis) e Barbara (una Elodie sempre più convincente come attrice) che ritroverà fuori dal carcere.
Nella prima parte la protagonista ha bisogno di soldi e cerca lavoro, con scarso successo, trascorre ore a guardarsi in giro al bar di Piazza Euclide, rivede il suo romanzo e cerca in tutti i modi di farlo pubblicare. In questa fase il personaggio gira un po’ a vuoto e la percezione è che il film segua lo stesso corso, fino alla scena della profumeria (con la doccia a tre che è un momento che resta) che imprime una direzione più precisa alla vicenda.
Fuori, molto giocato tra il dentro e il fuori dal carcere, per gli spazi, la libertà e i rapporti personali, è, più che un ritratto, una storia amicizia tra donne, grazie alle belle e intense interpretazioni dell’affiatato trio di attrici. In una Roma quasi deserta e astratta, c’è da ricordare pure la fuga alla Thelma e Louise, quando la spavalda Roberta ruba un’Alfetta e insieme corrono spensierate per le strade della capitale. Non troppo sullo sfondo ci sono il terrorismo e la tossicodipendenza. A ribadire l’intento anche politico di Martone c’è la sequenza sui titoli di coda con la vera Sapienza ospite in televisione di Enzo Biagi.
All’interno della filmografia di Martone si possono trovare punti comuni con L’amore molesto (la protagonista libera, il modo di filmare la città e farla diventare un personaggio), anche per le analogie del partire da scrittrici del sud diventate casi letterari.

Nicola Falcinella

Fuori

Regia: Mario Martone. Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita di Majo. Fotografia: Paolo Carnera. Montaggio:
Jacopo Quadri. Musica: Valerio Vigliar. Interpreti: Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie, Corrado Fortuna, Francesco Gheghi, Antonio Gerardi, Carolina Rosi. Origine: Italia/Francia, 2025. Durata: 117′.

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