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Her – Lei

her phoenixReduce dalla recente vittoria dell’Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale, arriva nelle sale italiane Lei di Spike Jonze. Ambientato in un futuro talmente vicino da sembrare quasi un prossimo presente, la nuova opera di Jonze racconta di Theodore, un uomo di mezza età appena divorziato che si guadagna da vivere scrivendo lettere personali. Bloccato nel suo dolore e nella sua solitudine, un giorno Theodore compra un nuovo computer, studiato per adattarsi all’utente e alla sua personalità. Il suo sistema operativo si chiama Samantha e si dimostrerà da subito profonda e divertente. La domanda è allora: fino a che punto può spingersi una relazione tra un uomo ed il suo computer?

La storia avrebbe potuto facilmente essere banale, visto che il topos dell’amore tra un uomo e una macchina è stato affrontato più e più volte dal cinema. Invece quello che preme a Spike Jonze non è sviluppare questo aspetto del suo racconto, ma al contrario si chiede fin dove si spingerà la nostra capacità di astrazione in un mondo nel quale lo spazio tra reale e virtuale tende sempre più ad assottigliarsi. Samantha è vera, in un modo tutto suo rispetto a Theodore certo, ma pur sempre autentica. Lei è pura anima ed intelligenza senza corpo, porta Theodore a scoprire quella parte di se stesso che lui si ostina con troppa leggerezza a negare, proprio perché invisibile. Entrare in contatto con la propria intimità si rivelerà invece come la chiave della libertà. Questo è il concetto esplorato da Jonze, attraverso una gamma di personaggi nel quale è fin troppo facile oggi riconoscersi (chi non si è trovato mai a fare assurdi movimenti davanti alla televisione per giocare o non è mai entrato nel panico nello scoprire di aver rotto il cellulare?). Spike Jonze è autore completo del film, lo scrive e lo dirige e ci ricorda che il cinema può avere lo scopo di riflettere sul tempo. In continuità col suo Essere John Malkovich (1999) si nota in questo lavoro una straordinaria maturità di sguardo, nonché una strabiliante capacità di approfondire i temi attraverso trame innovative e battute brillanti, contribuendo ad alimentare il successo della commedia come HERgenere impegnato. Incredibilmente Joaquin Phoenix si trova perfettamente a suo agio nell’interpretare un personaggio davvero divertente e per certi versi strabiliante, sotto tutti i punti di vista. Un protagonista del futuro che per vivere fa però un mestiere antichissimo e che si credeva definitivamente scomparso con l’alfabetizzazione, ovvero lo scrivano di lettere. Con questa figura l’autore impasta passato presente e futuro in un unicum godibilissimo ed intellettualmente stimolante. Samantha, interpretata dalla voce di Scarlett Johansson (che venne premiata come Miglior Attrice al Festival del Cinema di Roma), rappresenta invece un qualcosa creato per essere il futuro e che si ritrova invece ad essere una pura essenza spirituale che serba in sé un elemento così ancestrale da riportare all’origine di tutto.

Un consiglio sincero che sentiamo di dover dare è: guardate questo film in lingua originale. Non tanto perché Micaela Ramazzotti non sia abbastanza brava da dar voce al computer Samantha, ma perché gran parte dell’essenza dell’opera sta nella voce della Johansson ed il doppiaggio consegna agli spettatori italiani quindi un film necessariamente diverso, come suggerisce il titolo che perde la connotazione dativo/possessivo dell’originale Her, per farsi semplice soggetto con Lei. E non è una sottigliezza da poco.

Giulia Colella

Her – Lei

Regia e sceneggiatura: Spike Jonze. Fotografia: Hoyte van Hoytema. Montaggio: Jeff Buchanan, Eric Zumbrunnen. Interpreti: Joaquin Phoenix, Olivia Wilde, Rooney Mara. Origine: Usa, 2013. Durata: 126′.

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