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IL DOTTOR STRANAMORE, ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba

La fine del mondo è roba troppo seria per non riderci su. Non è una questione di scaramanzia, è che il ridicolo è sempre lì che vuole entrare, hai un bel da fare a tenerlo alla larga.
Quando Stanley Kubrick ha pensato al Dottor Stranamore non aveva in mente quel film lì. Poi, quando si sono messi a scriverlo lui, Terry Southern e Peter George, si sono accorti che le situazioni paradossali con le quali avevano a che fare erano troppe per poterle ignorare. Non c’era verso di farne a meno. Il nodo della faccenda stava tutto in quelle situazioni. Allora hanno cambiato tutto e hanno messo in piedi una black comedy strepitosa.

Il problema con i Maya è che ci hanno detto quando, ma non ci hanno detto come. Va bene il 21 dicembre, ma poi? Insomma, in queste cose ci vuole precisione. Non si può buttar lì una data e poi rimanere sul vago. Non è un mestiere fatto bene.
Il dottor Stranamore esce nel 1963. In quegli anni non è che ci fossero molti dubbi, l’unica fine possibile stava tutta in due parole: GUERRA NUCLEARE. Il destino del mondo in un dito su un bottone. Quel che rimaneva da fare era sperare che l’uomo attaccato a quel dito sapesse il fatto suo. Nel dubbio, meglio avere un rifugio antiatomico nel giardino di casa. Sai mai delle volte.
Il dottor Stranamore si basa su questo punto critico: l’affidabilità dell’uomo e la sua capacità di resistere ai congegni perversi che egli stesso crea, e nei quali rischia costantemente di finire intrappolato.
La ritorsione di una data realtà, di una determinata situazione, nei confronti di chi l’ha generata è uno dei punti di partenza privilegiati del comico, in tutte le sue declinazioni. Farsa, ironia, sarcasmo e via così.
Kubrick riesce a sfruttare tutte queste possibilità senza farne un punto d’arrivo, ma usandole come mezzo per indagare a fondo e raccontare una delle ansie (e dei rischi) che hanno percorso quella generazione. Che non è una cosa facile. Ci vuole un’intelligenza mostruosa per riuscire in un operazione del genere. Però lui era Stanley Kubrick, e allora, neanche a dirlo, ci riuscì.
Così va a finire che ci sono dei momenti ne Il dottor Stranamore dove la risata apre il passo alla comprensione.
Non ci credete? E allora ecco:
http://www.youtube.com/watch?v=9oyPpGpVkug

Insomma, manca una manciata di giorni alla fine. Fate ordine tra le vostre cose. Salutate i vostri cari. Non lasciate niente a metà.
E poi, tenetevi 90 minuti per rivedere Il dottor Stranamore!

Matteo Angaroni

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