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Into the Wild

into_the_wild_2Chris McCandless é un giovane neolaureato che, nonostante la prospettiva di un brillante futuro come avvocato, rinuncia a tutti i suoi beni materiali (arrivando addirittura al punto di bruciare fisicamente i suoi soldi). Decide così di intraprendere un viaggio nella natura selvaggia, alla ricerca di se stesso e della verità che non riesce a trovare nel mondo consumista e superficiale in cui vive. Alle spalle ha una storia familiare dolorosa, basata su tradimenti mai rivelati, e una solida formazione culturale su autori “anticonformisti”, che gli permette di avere sempre la citazione giusta. Nei due anni di viaggio incontrerà i personaggi più disparati: dalla coppia hippie con un triste passato al veterano ormai stanco della sua vita vuota, passando per l’adolescente innamorata (interpretata abilmente da una Christen Stewart ancora semisconosciuta). L’incontro con Chriss, cosi pieno di curiosità e voglia di vivere, mentre da una parte lascerà un segno nella loro vita, contemporaneamente permetterà al ragazzo di raggiungere la saggezza attraverso un percorso di progressiva conoscenza di se stesso. Dopo aver letto il bestseller “Into the wild” di Jon Krakauer, che racconta l’esperienza (vera) di Christopher McCandless, il regista Sean Penn se ne innamorò perdutamente, riuscendo ad ottenerne i diritti cinematografici solo dopo 10 anni. Il risultato è sensazionale: un film fluido e ben strutturato, suddiviso in capitoli che ripercorrono simbolicamente le fasi della vita, dalla nascita fino alla morte. Alla regia di qualità si affiancano una colonna sonora stupenda, un’interpretazione magistrale da parte di Emile Hirsh nei panni di Chriss (dimagrito di 20 kg per seguire gli sviluppi della trama) e una serie di stupende location “selvagge”. Un film assolutamente da non perdere.

Linda Petrini

“C’è un piacere nei boschi senza sentieri,
C’è un’estasi sulla spiaggia desolata,
C’è vita, laddove nessuno s’intromette,
Accanto al mar profondo, e alla musica del suo sciabordare:
Non è ch’io ami di meno l’uomo, ma la Natura di più.”

Con questa citazione di George Byron ha inizio il film di Sean Penn che racconta la storia di Chris, studente modello proveniente da una famiglia benestante della Virginia, che subito dopo la laurea decide di compiere un viaggio attraversando gli Stati Uniti da est a ovest sotto lo pseudonimo di Alex, rinnegando la propria identità e bruciando qualsiasi radice che lo tenesse in contatto con il suo passato. into_the_wild_3Meta finale: Alaska. Tra le terre fredde e imbiancate, Chris trova un autobus, rinominato Magic Bus, e lo utilizza come casa per i mesi che trascorre nelle terre del nord. Attraverso continui flashback, costruiti con un sapiente ed intricato gioco di incastri, si scopre il passato del giovane viaggiatore. E’ la voce della sorella del ragazzo, Carine, a raccontare allo spettatore come e perché è avvenuta la trasformazione da Christopher McCandless, lo studente appassionato di Thoreau e London, ad Alexander Supertramp, il “trampolista” vagabondo. Per Chris, la famiglia è il luogo delle menzogne e la società porta le persone ad eccessiva prudenza ed anche odio verso il prossimo, intrappolandole in una gabbia fatta di attaccamento al denaro e ai beni materiali. Al contrario, egli cerca la verità e la libertà, lontano dai rapporti sociali, lontano dal consumismo (con un gesto molto simbolico, egli brucia i suoi soldi prima di partire), a stretto contatto con la natura selvaggia, l’unico luogo in cui si sente libero e felice. Ogni persona che incontra sulla sua strada gli insegna qualcosa e lo aiuta nella sua ricerca della verità, ma nessuno riesce a legarlo a sé: né la giovane Tracy, membro di una comunità hippie, che si è innamorata di lui, né Jan, che riconosce in Alex il figlio perso da tempo, né Ron, l’anziano burbero, ultima persona che saluta Alex prima del suo viaggio in Alaska. Chris/Alex sembra insofferente a qualunque legame se non a quello con la natura. I paesaggi degli Stati Uniti, le terre selvagge in cui il protagonista si muove, rappresentano il perno su cui ruota l’intera storia: dal deserto del Nevada, al fiume Colorado, fino a giungere alle fredde distese dell’Alaska, ultima tappa del viaggio. La bellezza mozzafiato degli scenari, mai banali, è accompagnata dalla colonna sonora scritta appositamente per il film da Eddie Vedder. L’attenzione per la fotografia e per le musiche ricrea un ambiente dove lo spettatore si ritrova, anche se non si riesce a raggiungere una totale immedesimazione nella storia, a causa dell’accento posto sulla solitudine del protagonista e anche per l’eccentricità delle sue scelte, non sempre condivisibili. La storia vera di Christopher McCandless, pur nella sua eccentricità, riporta sullo schermo il mito americano della frontiera, del viaggio verso il lontano ovest alla ricerca dell’avventura e della scoperta. Chris è un personaggio che cerca, dentro e fuori da sé: la felicità, la libertà, nuove terre, nuove emozioni, un’identità in cui si riconosca. Pur causando consapevolmente dolore alle persone che lo amano, in primis la sua famiglia, egli non rinuncia a cercare: “Non datemi l’amore, non il denaro, non il lavoro, non la famiglia, non la giustizia, quello che voglio è la verità!”.

Susanna Berra

Into the Wild

Regia e sceneggiatura: Sean Penn. Fotografia: Eric Gautier. Interpreti:  Emile Hirsch, William Hurt, Marcia Gay Harden, Jena Malone. Origine: Usa. 2007. Durata: 140′.

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