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Microbo & Gasolina

backdrop-microbo-gasolinaMicrobo e Gasolina sono due adolescenti fuori posto. Entrambi incompresi ed esclusi dal gruppo, si incontrano e subito si riconoscono. Diventare amici e partire per un viaggio, che per metà sarà una fuga e per metà un’esplorazione, è allora quasi inevitabile.

Con Microbo & Gasolina Michel Gondry gira un film autobiografico. Non tanto dal punto di vista degli accadimenti, che pure in qualche episodio, lì nella sua Versailles, non saranno poi troppo dissimili dal vero, quanto piuttosto da quello del percorso necessario alla formazione di sé in quanto artista, prima ancora che uomo; raccontando dei conti che prima o poi è necessario fare con il proprio talento, con le proprie attitudini e con le proprie passioni. Con la distanza che queste possono mettere tra il singolo ed il mondo esterno. Con lo sforzo necessario per poter padroneggiare il proprio mondo interiore, instaurando un rapporto proficuo con la realtà.
L’irruzione del fantastico all’interno del reale, la sua capacità di essere pervasivo tanto da arrivare a sostituirsi ad esso, così come la fuga dalla Microbo_e_Gasolina_Ange_Dargent_foto_dal_film_2_midrealtà, o forse sarebbe più giusto dire l’incapacità di accettarla come un dato immodificabile, hanno più volte rappresentato una tratto distintivo del cinema di Gondry. Così è stato per The eternal sunshine of a spotless mind (2004), dove i ricordi, e più in generale il mondo di dentro, prendono il sopravvento sull’esterno tanto da doverli cancellare per continuare a vivere; così è stato per Be kind rewind (2008) dove si può reinventare e, letteralmente (anzi cinematograficamente), ricreare ciò che non esiste più; e così è stato, naturalmente, per L’arte del sogno (2006). Ne risultava un’estetica sbilanciata verso il meraviglioso e del tutto personale. Microbo e Gasolina da quell’estetica sembra invece lontanissimo: girato quasi in maniera naturalista, senza modificazioni di luce e con un montaggio che si occupa più di raccordare che di dettare il ritmo (così, a titolo di esempio, se a qualcuno cade un foglio di mano, una lettera, si preferirà seguire con un movimento di macchina tutti i gesti necessari a raccoglierlo invece che tagliare su quello finale).
Eppure anche in Microbo e Gasolina l’interiorità dei protagonisti è determinante. Gondry decide però di affidarne il peso, e verrebbe da dire le conseguenze, unicamente ai comportamenti di Theo e Daniel, senza che questi possano influenzare l’estetica del film. E questo perché i due non1496-filem-on_microbe_et_gasoil sono ancora in grado, è evidente, di dominare la propria visione del mondo e le spinte delle proprie passioni. Visioni e spinte che li pongono, già ad apertura di film, nella condizione di outsider, di diversi, di perdenti nello scontro con il mondo. Ecco perché non possono arrivare a modificare il comparto visivo (che nel cinema è la rappresentazione della realtà): perché loro la realtà la subiscono. Sono, se così si può dire, due personaggi in balia del proprio talento e della propria personalità. Lo loro fuga, o se preferiamo il loro viaggio, è allora il percorso necessario per diventare padroni di se stessi. Per uscire, se non proprio vincenti, almeno non sopraffatti dallo scontro con il reale.
A chiarire il fatto che la loro incapacità di rapportarsi con il mondo nasce soprattutto da dentro e non da agenti esterni è il fatto che i due partono da condizioni familiari del tutto diverse. Una diversità ribadita anche in sede di dialogo, durante la prima notte fuori casa, quando Daniel nota come, se la madre di Theo sembra non interessarsi a lui, la sua invece lo ama troppo, ed è un problema. Le esperienze attraverso le quali passeranno saranno allora emblematiche di questo processo di acquisizione. Per tutte valga la sequenza in cui Daniel, sebbene dotato con ogni evidenza di un talento più grande degli altri concorrenti, perderà la gara di disegno perché il soggetto da lui scelto è troppo convenzionale. Come a dire che il talento da solo non basta, bisogna saperlo fare proprio.
Lo scontro tra il singolo, tra la sua diversità, e il mondo è uno dei punti su cui si regge il senso del comico, soprattutto negli anni del cinema muto. E’ difficile capire quanta intenzione ci sia, ma si fa fatica a non pensare alla casa costruita con esiti disastrosi da Buster Keaton in One Week (1920) guardando la casa-automobile realizzata da Daniel e Theo. E non sara il solo punto di contatto. Si guardi, per esempio, al balletto improvvisato in favore di camera dai due mentre, camminando su di una strada sterrata, si avvicinano finalmente ad una città tanto attesa dopo tanto bosco. Anche qui è difficile non pensare a Chaplin. E Chaplin e Keaton, Theo e Daniel li ricordano almeno un po’ anche nelle fattezze e nel carattere: arruffato, vulcanico e sempre pronto allo sberleffo e al sovvertimento delle regole Theo,; silenzioso, magrissimo e desideroso di farsi accettare Daniel. E proprio come i due giganti del cinema muto (e non solo) i protagonisti di Microbo e Gasolina sembrano destinati allo scontro con il mondo.
Ma non basta: c’è ancora spazio nel finale, ed era forse un confronto ineludibile, per un richiamo al capolavoro di Truffaut sulla fine dell’infanzia. Ma se il piccolo Antoine Doinel de I quattrocento colpi (1959) trovava alla fine della sua fuga l’immensità del mare, contemporaneamente simbolo di libertà e limite invalicabile, Gondry riserva almeno a Daniel, con un inatteso spostamento del punto di vista, la possibilità di un ricongiungimento con quel mondo esterno fin qui così respingente. Una possibilità di ricongiungimento che sembra stare lì, in un prossimo futuro: in un punto imprecisato tra i sette secondi e l’infinito.

https://www.youtube.com/watch?v=YDTS8naYghQ
Con Microbo e Gasolina a Gondry riesce allora il difficile gesto di raccontare la propria adolescenza e il proprio percorso senza evocarli. Ma trasportandoli in un’altra storia e rendendoli accessibili a tutti, e, in certo qual mondo, universali. A dimostrazione, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che se è vero che l’arte finisce inevitabilmente per mettere in atto un conflitto con il reale, quel conflitto è ancora in grado di vincerlo. Almeno per un po’.

Matteo Angaroni

Microbo & Gasolina

Regia e sceneggiatura: Michel Gondry.  Fotografia: Laurent Brunet. Montaggio: Elise Flevet. Interpreti: Théophile Baquet, Ange Dargent, Audrey Tautou. Origine: Francia, 2015. Durata: 103′.

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