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Philomena: la bellezza della fede.

imagesNell’Irlanda del 1952 non è tollerabile che un’adolescente resti incinta. La colpa della quale Philomena si è macchiata deve essere espiata ed in nome di Dio va espiata col sacrificio di due vite, quella della giovane madre e quella del bambino non ancora nato. Philomena, come tante altre ragazze nella sua situazione, viene chiusa dal padre in un convento dove le suore si occuperanno di nascondere la sua vergogna e di correggere la sua depravazione. Assistita dalle monache, che vedono nella difficoltà del parto podalico la maniera migliore di espiare il suo peccato, Philomena riesce a sopravvivere miracolosamente ed a dare alla luce il piccolo Anthony. Una madre fa tutto per il proprio figlio, anche stare chiusa in un convento a lavorare, con la concessione di visitare la propria creatura solo un’ora al giorno. Questa la routine alla quale Philomena si abitua ed alla quale non vede via d’uscita (a meno che non paghi alle suore un’onerosa quota per riscattare la propria libertà) finché un giorno, senza alcun preavviso, una famiglia americana non adotta Anthony e lo porta con sé oltreoceano.

File-Philomena_-_Judi_DenchFile-Philomena_-_Judi_Denchimages (1)È il 2002 quando Philomena decide di rivelare alla sua seconda e legittima figlia il segreto del suo passato. Giunta ormai all’inverno della sua vita per Philomena è una necessità scoprire cosa ne sia stato di quel bambino sottrattole con tanta violenza. Diventa allora provvidenziale l’incontro con Martin Sixsmith, un giornalista appena licenziato dall’organico del presidente Blair, che vorrebbe scrivere un libro sulla rivoluzione russa. Profondamente ateo, Martin riesce a vedere in Philomena soltanto un’ingenua vecchietta irlandese resa intellettualmente debole dai romanzi rosa e dalla tv spazzatura, tediata da un Cattolicesimo che non sa far altro che opprimere i fedeli. Inizialmente Philomena sembra per Martin un’ottima storia strappalacrime da vendere ad una rivista scandalistica, ma pian piano durante la ricerca del figlio perduto il giornalista viene a conoscere una verità che gli fa comprendere il valore profondo della fede religiosa. Attenzione però, questo film di Frears non è basato su un’improvvisa epifania nei confronti della religione ma, al contrario, sul rafforzamento delle convinzioni iniziali del personaggio interpretato da Steve Coogan. La rabbia di Martin nei confronti delle “suore cattive” rappresenta un punto di vista sicuramente condiviso dallo spettatore medio, sconcertato dalla stoica volontà di Philomena di non vedere il male e la cattiveria, anche dove oggettivamente presenti. Lentamente però gli spettatori, così come Martin, arriveranno a riconoscere nella vecchina alla quale Judi Dench regala un coinvolgimento profondamente fisico ed emotivo, le virtù cristiane più importanti: purezza, generosità, attitudine al perdono. Seppur senza condivisione, si può arrivare allora a rispettare un punto di vista diverso dal proprio.

downloadQuesto è sicuramente il principale snodo concettuale della sceneggiatura firmata da Pope e Coogan e premiata all’ultimo festival di Venezia, ma un ulteriore spunto di riflessione è dato dal ragionamento che va dalla piccola storia alla grande storia e su come il flusso storico modifichi la mentalità comune. La memoria si rende processo di ricostruzione della realtà collettiva e la testimonianza della vera Philomena, spesso coraggiosamente presente sul set del film per correggere le varie imprecisioni storiche e narrative, regala al cinema l’occasione di conoscere una verità che altrimenti sarebbe perduta, così come donò la possibilità a Martin Sixsmith di trasformare un banale articolo scandalistico in quell’esercizio di buona compassione che fu il libro The lost child of Philomena.

 Giulia Colella

Philomena

Regia: Stephen Frears; Sceneggiatura: Steve Coogan, Jeff Pope; Fotografia: Robbie Ryan; Montaggio: Valerio Bonelli; Con: Judi Dench, Steve Coogan, Anna Maxwell Martin; Origine: Regno Unito, Francia, Usa, 2013; Durata: 94’.

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