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Sidney Poitier dopo Bogdanovich, inizio anno di addii

6 gennaio 2022, una data che il cinema difficilmente potrà dimenticare. Dopo Peter Bogdanovich arriva la notizia della morte a 94 anni del più iconico tra gli attori e registi neri statunitensi: Sidney Poitier.

Il 1967 lo aveva consacrato tra i giganti del cinema statunitense. Consacrato perché nel firmamento di Hollywood c’era entrato di diritto come primo attore nero a vincere un Oscar, protagonista nel film diretto da Ralph Nelson I gigli del campo. Correva l’anno 1964, per lo stesso film qualche mese prima, nell’edizione della Berlinale, gli fu assegnato l’Orso d’Oro.
Figlio di contadini caraibici immigrati a Miami temporaneamente, dove Sidney nacque nel 1927, la carriera era cominciata con un’audizione all’American Negro Theater di Harlem, la stessa palestra in cui si era formato Henry Bellafonte. Precedentemente tanti lavoretti e pure un passaggio nell’esercito USA nel ’43 (mentendo sulla sua reale età) in pieno conflitto mondiale, assegnato all’assistenza dei malati in un ospedale psichiatrico.
Il gande pubblico lo conobbe per l’interpretazione memorabile nel film diretto da Stanley Kramer Indovina chi viene a cena?, accanto a Spencer Tracy e Katharine Hepburn, e con il primo film dedicato all’ispettore Tibbs (La calda notte dell’Ispettore Tibbs). Siamo nel 1967, i due film affrontano temi razziali in maniera diversa, sicuramente più coraggiosa nel film di Norman Jewison che nella figura del poliziotto negro in un ambiente a dir poco ostile, siamo nel Mississipi, porta alla luce e senza mezzi termini l’odio razziale su grande schermo, a un anno dall’assassinio di Martin Luther King.
Poitier è stato un lottatore silenzioso, distinto da classe ed eleganza sublimi, che ha trovato nel cinema il mezzo congeniale per affrontare la questione razziale. Riconosciuto nel suo impegno civile ed esempio per generazioni di attori afroamericani (se ha ancora senso questo termine), Barak Obama gli conferì nel 2009 la Medaglia della Libertà, massima onorificenza civile americana (ricordiamo che già nel 1974 la Regina Elisabetta lo insignì del titolo di Cavaliere dell’Impero Britannico).
A Poitier, che è stato anche regista, l’Academy ha assegnato l’Oscar alla carriera nel 2002.

@redazione

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