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Speciale American Hustle

Irving e Sydney sono truffatori di mestiere e ci sanno fare. Sono affascinanti, affabili e rassicuranti. Soprattutto, ed è questo che fa la differenza, sono due attori straordinari. Allestiscono commedie perfette e le recitano da Dio. Sono abilissimi, Irving e Sydney. Forse i migliori della New York fine anni ’70. Sono abilissimi, ma li prendono lo stesso. L’ FBI li segue per un po’, li tiene d’occhio, poi decide di giocare il loro stesso gioco. Mette in piedi una commedia, fa finta di essere il truffato e invece finisce per arrestarli. Ma Irving e Sydney sono troppo bravi per essere messi in galera. E allora hanno una scelta: o il carcere o insegnare all’FBI ad allestire altre commedie per arrestare qualcun altro. Qualcuno meno bravo, ma più in alto di loro.

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David O. Russell racconta a modo suo l’operazione Abscam, condotta dall’FBI alla fine degli anni ’70, e che ha portato a vari arresti per corruzione alcuni membri del Senato americano. Non tutto quello che il film racconta rispecchia la verità storica. Alcune cose sono romanzate. Le differenze sono state recentemente raccontate in un bell’articolo de il Post che potete leggere qui. Per questo, per via di queste differenze, il cartello che apre il film non è il consueto “Questo film è tratto da una storia vera”, ma qualcosa di più prudente, qualcosa come “Alcuni episodi raccontati in questo film sono realmente accaduti”. Alcuni episodi. Non tutti. Alcune cose sono vere,  altre no.
A pensarci, quel cartello è molto di più che una semplice nota per gli spettatori.  E’, si potrebbe dire, il significato del film. American Hustle mette in scena un mondo popolato da uomini e da donne che provano, attraverso la finzione, a fuggire da quello che sono veramente. Tutti recitano una parte e, in qualche modo, mentono a se stessi. Lo fanno Irving (Christian Bale) e Sydney (Amy Adams), che per mestiere si dicono qualcun altro e che, da amanti, vivono una storia d’amore fingendo che possa funzionare e durare, anche se Irving è sposato con una donna che non riesce a lasciare. Finge Richie di Maso (Bradley Cooper), il detective dello FBI, con i bigodini per fare ricci i suoi capelli lisci e una madre da cui vuole scappare e una fidanzata che nega di avere. Finge Rosalyn (Jennifer Lawrence), la moglie di Irving, che non vuole vedere gli enormi problemi del proprio matrimonio. E finge Carmine Polito (Jeremy Renner), il sindaco dalla facciata impeccabile disposto però a cedere ai meccanismi della corruzione per arrivare a realizzare i propri progetti per la comunità. In American Hustle, insomma, niente è mai completamente come sembra. Vero e falso si mischiano continuamente ed è impossibile tracciare una linea tra binaco e nero.
E’ una commedia dove gli attori recitano prima di tutto per se stessi. E allora non è un caso che la prima sequenza sia dedicata a Irving che davanti allo specchio indossa il parrucchino per nascondere la propria calvizie e poi si veste con gli abiti che Sydney ha scelto per lui. E’ un commediante che si prepara ad andare in scen3a.
E non è un caso nemmeno che la storia d’amore tra i due cominci nel retro di una delle lavanderie di Irving, tra centinaia di abiti di altre persone. Abiti di altri come possibilità di altre vite.
Seppur ricco di intrighi e colpi di scena, American Hustle è allora un film che si basa soprattutto sullo spessore dei propri personaggi e sulle loro (multiple?) personalità. Sul loro modo di trovare se stessi.
Se i conti tornano, molto lo si deve alla bravura di cui hanno dato prova Christian Bale, Jennifere Lawerence e compagnia. Al regista il merito di aver costruito, insieme a Eric Singer, una sceneggiatura solida, che lascia a ciascuno dei protagonisti lo spazio per dimostrare di cosa sono capaci.
David O. Russel sembra mettere il film nelle loro mani, ma, pur chiedendogli molto, è attento nel gudarli e nel fare in mondo che nessuno rubi la scena all’altro finendo col danneggiarsi a vicenda. Un montaggio azzeccato, che tiene bene i cambiamenti di ritmo della scena, fa il resto.
Divertente e coinvolgente, furbo quanto basta e serio quando serve, American Hustle è un’opera riuscita. Dopo The fighter (2010) e Il lato positivo (2012), David O. Russel fa centro un’altra volta. Ed è il terzo di fila.

Matteo Angaroni

Falsità e inganni

Il cinema è esattamente questo. Apparenza che inganna l’occhio dello spettatore. Così anche l’ultimo film di David O. Russell gioca a inebetire il suo pubblico attraverso una serie di incastri a scatole cinesi in cui realtà e menzogna sono spesso indistinguibili. Il punto di partenza è vero, un’operazione dell’FBI che nella seconda metà degli anni 70 ha incastrato alcuni membri del congresso grazie alla collaborazione di due truffatori professionisti. Non è certo una ricostruzione storica fedele quella che interessa a Russell, che ha preferito calcare la mano con gli aspetti  estetizzanti sia dal punto di vista cinematografico sia da quello narrativo. american hustle
L’acclamato capolavoro di Russell è in realtà un film intelligente ma furbetto, capace di ammiccare al pubblico quasi più delle vertiginose scollature che Amy Adams ostenta generosamente per oltre due ore. Certo il tema meta-cinematografico dell’illusione di realtà è trattato in modo estremamente superficiale, quasi a voler semplicemente giustificare l’utilizzo della menzogna per mettere far emergere la brutta verità di un mondo corrotto, dove tutti possono essere comprati.
La sceneggiatura di Eric Singer sembra volersi più concentrare sulle relazioni instabili dei suoi protagonisti, ciascuno legato da in modo duplice con i propri prossimi nei ruoli di vittima e carnefice. Christian Bale si conferma nel suo essere attore camaleontico, dopo lo scheletrico Uomo senza sonno e il muscoloso Bruce Wayne di Batman, si confronta con Irving, un personaggio laido, grasso e in perenne lotta contro la sua calvizie, trasformandosi in un credibile truffatore da quattro soldi. Piccola parte ma di grande effetto per Jennifer Lawrence, che dopo Il lato positivo cerca di mettere alle spalle le avventure adolescenziali degli Hunger Games.
Il cinema è così, tanta apparenza per un inganno che solletica la fantasia di chi guarda ma lo lascia coi piedi immersi nella realtà di tutti i giorni. Ma anche è la sua magia.

Carlo Prevosti

American Hustle

Regia: David O. Russell. Sceneggiatura: Eric Singer. Fotografia: Linus Sandgren. Interpreti: Bradley Cooper, Christian Bale, Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Amy Adams, Jeremy Renner. Origine: Stati Uniti, 2013. Durata: 138′.

https://www.youtube.com/watch?v=Xku5cHbHzH4

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