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Tenet

Il nuovo rompicapo di Nolan

Tenet è il primo vero test post-Covid, dopo quasi sei mesi di blocco totale la Warner Bros fa uscire il film di Christopher Nolan questa settimana in 70 Paesi. In Italia dovrebbero essere ben 700 le copie in mano alle sale cinematografiche, settimana prossima il film sbarcherà poi negli Usa e lì capiremo se i cinema ripartiranno davvero. Probabilmente con questo film c’è in gioco ben di più del successo di una pellicola: dopo mesi di visioni in streaming segnerà anche da noi il grande ritorno in sala? Crediamo sia pertanto importante andare a vederlo al cinema, se andrà male è molto probabile che le sale cinematografiche si troveranno davvero nei guai.

Di Tenet si è letto tanto in questi mesi di attesa e la visione ci ha confermato molti degli elementi del cinema di Nolan: distopia, narrazione complessa, rompicapo e grande maestria cinematografica si mescolano in un film ambizioso ma anche molto attento al grande pubblico. Tenet apparentemente assomiglia a uno 007 moderno, ma fin da subito capiamo che c’è da aspettarsi molto di più dal regista di film di successo come Inception, The Prestige, Interstellar ma anche dei migliori Batman degli ultimi anni.

Quadrato di Sator

Il protagonista è John David Washington, figlio di Denzel, un agente ben addestrato a cui viene assegnato un importante compito: fermare quella che potrebbe rivelarsi un’apocalisse planetaria, una minaccia peggiore della guerra nucleare. In questa ardua missione il nostro protagonista non sarà solo, in suo aiuto accorrerà il personaggio interpretato da Robert Pattinson. Il grande cattivone è il misterioso oligarca russo Andrei Sator (un sornione Kenneth Branagh) che ha per moglie la splendida Elizabeth Debicki.
L’unico modo per salvare il mondo sembra essere racchiuso in una misteriosa parola di origine latina: Tenet. C’è da aprire una parentesi su questa parola palindroma. Sta al centro della cosiddetta iscrizione latina del “Quadrato di Sator”, composta da cinque parole: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS, che se disposte su una matrice quadrata (vediamo nella figura), si ottiene una struttura che ricorda quella dei quadrati magici di tipo numerico (famoso il quadrato magico rappresentato nell’opera di Durer Malancolia I). Le cinque parole si ripetono se vengono lette da sinistra a destra e da destra a sinistra, oppure dall’alto al basso o dal basso in alto. Al centro del quadrato, la parola TENET forma una croce palindromica.Il curioso quadrato magico è visibile su moltissimi reperti archeologici e nei secoli sono fioriti diversi significati, anche religiosi.

La parola Tenet torna nel film come parola segreta in grado di aprire porte invisibili, il nome dell’oligarca russo è Sator, il film si apre in un teatro dell’Opera e anche Arepo sarà il nome di un pittore spagnolo. Il gioco di Nolan sembra chiaro e tutto questo discorso sul palindromo ha ovviamente senso col film: i nostri agenti speciali per fronteggiare la minaccia globale dovranno svolgere le loro azioni oltre il tempo reale, vanno avanti e indietro in un’alterazione del flusso, che apporta una deviazione del corso naturale cose.
Narrativamente Tenet si sviluppa per la prima metà in modo abbastanza classico, dopo un inizio notevole all’interno del teatro di Kiev la nostra spia scopre la sua missione, viaggia per il mondo tra Mumbai, Oslo e Positano, come uno 007 tra hotel lussuosi, sparatorie, esplosioni e menar le mani a più non posso. Il ritmo è sempre sincopato, il film si dipana in modo davvero spettacolare e adrenalinico come un blockbuster d’autore. Da metà in poi tutto si complica, sia per l’elemento temporale che ci fa perdere molte delle coordinate che ci avevano puntellato al racconto, che per l’intreccio spionistico che si contorce su se stesso. Così, col crescere dei dialoghi filosofici, passiamo da Bond al cinema di Nolan quasi senza soluzione di continuità, Tenet diventa un rompicapo che forse avrà bisogno di più visioni per essere compreso fino in fondo.

Il Tempo è da sempre l’ossessione del cinema di Nolan, da Memento fino a Dunkirk i tempi del racconto non sono mai lineari, il prima e il dopo si incontrano in modo sorprendente anche in Interstellar e Inception. E ovviamente anche in Tenet siamo da questi parti e forse ancora oltre, perché il regista inglese si diverte a giocare con i viaggi nel tempo ma nel contempo filosofeggia su matematica, fisica quantistica e libero arbitrio.
Tantissima carne al fuoco dentro a un godibile action movie? Qui forse sta il problema principale del film, infatti il montaggio è fin troppo compresso e non si hanno i tempi cinematografici degli ultimi film di Nolan; scorre tutto troppo veloce e quei dilemmi filosofici che vengono abbozzati non hanno il respiro per essere ben metabolizzati. Dovendo seguire un ritmo da blockbuster anche i personaggi soffrono, sono come schiacciati tra l’azione e lo spiegare allo spettatore la complessità dei meccanismi che permettono i viaggi nel tempo. Il risultato sono personaggi che non consentono immedesimazione né emozione, soprattutto il protagonista sembra davvero non godere empatia, dell’amico Pattinson si capisce poco fino a un colpo di scena prevedibile alla fine. Desta perplessità anche il ruolo della Debicki, la donna da salvare, che è sorprendentemente identico a quello che la stessa attrice ha interpretato nellaserie tv inglese The Night Manager. Sembrerebbe che Nolan voglia tracciare dei personaggi archetipici senza scavarci dentro, non vediamo mai le loro debolezze e neanche i loro veri obiettivi. Sembrano scatole vuote da incastrare dentro a un meccanismo superiore.

In definitiva non siamo sicuri del risultato del film, forse servirà davvero la seconda visione ma quel che rimane è un’opera appagante dal punto di vista visivo, labirintico come pochi, sicuramente spettacolare e pieno di idee. Ma quel che certo è che Christopher Nolan si dimostra sempre più coerente con il suo percorso, un cinema che farà impazzire i fan e lascerà perplessi molti altri.

Claudio Casazza

Tenet

Sceneggiatura e regia: Christopher Nolan. Fotografia: Hoyte van Hoytema. Montaggio: Jennifer Lame. Musiche: Ludwig Goransson. Interpreti: John David Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Aaron Taylor-Johnson, Clémence Poésy, Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Himesh Patel, Fiona Dourif. Origine: USA/GB, 2020. Durata: 149′.

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