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Tonino Accolla: l’ultimo doppiaggio è un film muto

In un paese, il nostro, in cui la distribuzione in sala dei film stranieri raramente ha permesso agli attori di esibire le voci oltre che i corpi, il doppiaggio ha avuto un ruolo centrale nel definire tipologie e caratteri. Nel bene  e nel male (pensiamo a quanto suonino sempre fasulle le cadenze dialettali in film provenienti dall’estremo oriente o dall’Africa), il pubblico tonino-accolla-simpsonitaliano, pigro e poco avvezzo alla lettura di sottotitoli, ha identificato attori e attrici associandoli ad una voce, che col tempo ne ha rappresentato parte del personaggio (Amendola = De Niro, ma anche Pacino, ma anche Hoffman, ma anche Stallone, ecc.). Adattarsi ad una voce nuova è straniante come vedere un lifting mal eseguito. Immaginiamoci adesso Homer Simpson senza Tonino Accolla, perché la morte del doppiatore a soli 64 anni, ci priverà della cadenza, del tono, della risata ebete a cui eravamo innamorati.

Accolla è stato uno dei maestri del doppiaggio italiano, spaziando dal cinema di finzione all’animazione, ai seriali per la Tv e per l’appunto le serie animate, dirigendo tra l’altro team di esperti professionisti.

Aveva dato la voce (e un’altra mitica risata) a Eddie Murphy poliziotto a Beverly Hills (ma anche tra gli altri in Una poltrona per due o in 48 ore), poi a Branagh, Hanks, Snipes, Rourke, Fiennes, Crystal, Oldman, Sandler, Carrey, per non citarne che alcuni, a dimostrazione di grande versatilità.

Come direttore del doppiaggio aveva lavorato per un’enormità di film, titoli importanti, capisaldi nella storia del cinema contemporaneo. Impossibile enumerarli. Basta fare un giro in rete per rendersi conto che monumento fosse Accolla. Naturalmente un monumento discreto, trasparente, come tutti coloro che nel cinema lavorano dietro le quinte.

@redazione

 

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