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Tutto può accadere a Broadway… soprattutto mentire

tutto_puo_accadere_a_broadway.jpgErano anni che Peter Bogdanovich non licenziava un film a soggetto. Diviso tra documentari e serie televisive, il più eclettico tra i registi della Nuova Hollywood, confeziona una screwball comedy moderna.
Isabella Patterson, detta Izzy (Imogen Poots), è una squillo conosciuta con il nome di Glo, almeno fino a quando incontra un uomo, che dopo una notte stravagante le regala trentamila dollari. La ragazza, che sogna di diventare attrice, tenta un provino per una parte nel nuovo spettacolo di Arnold Albertson (Owen Wilson), regista teatrale che non è altri che l’uomo dei trentamila dollari. Arnold, sposato con un’attrice che sicuramente farà parte del cast, è costretto a prendere Izzy su pressione del drammaturgo (Will Forte) e del resto degli attori: la giovane e bella prostituta farà la parte della prostituta! Ha così inizio una sarabanda di eventi comici e di equivoci, che metteranno nei guai Arnold e il resto del cast.
Bogdanovich inscena uno spettacolo nello spettacolo che non è solo puro metalinguismo, ma una divertita rilettura della migliore commedia brillante (e svitata) americana, mutuando i ritmi delle gag da Hawks, Edwards e Lubitsch e cavalcando tutti gli stereotipi del genere, senza però – ed è unaccadere_broadway miracolo – dare l’impressione del deja-vu. Troppo astuto è Bogdanovich per nascondere i tributi, tanto che la formula “Squirrels to the Nuts”, con cui il regista Arnold Albertson ammalia le sue donne occasionali, tutte squillo, è un prestito proprio da un film di Lubitsch: Fra le tue braccia. E Glo, non cita scopertamente Audrey Hepburn, che in Colazione da Tiffany era “donna di mestiere”?
In una New York che diventa piccolissima come un teatrino-off, nella coralità della narrazione, Glo e Arnold diventano due fuochi vicinissimi attorno a cui ruotano su orbite ellittiche gli altri personaggi più meno svitati, dalla psicanalista Jane (Jennifer Aniston), a un improbabile investigatore privato dai ridicoli camuffamenti. Tutti tasselli di un intreccio che viaggia a mille all’ora, sfrontato e libero di spararle grosse. E grosse le spara Arnold; e forse anche Glo. Lui è un tutto-puo-succedere_broadwayincorreggibile fedigrafo seriale, che però tradisce senza le scontatezze del tradimento, ma redimendo prostitute per il gusto di farlo o, forse, per farsi ispirare, in una coincidenza tra vita e arte che rinviano a certe trame alleniane. Lei, Izzy/Glo, per diventare l’attrice Isabella e coronare il suo sogno, deve trasformare la sua vita in oggetto di un ulteriore racconto (la cornice del film è una sua intervista a una giornalista), che non per forza deve essere la cronaca oggettiva di ciò che è accaduto. Del resto, She’s Funny That Way! recita il titolo originale. Così, tra palcoscenico e stanze d’albergo, commedia della vita e commedia dell’arte si rincorrono, si respingono, si attraggono, cercano coincidenze dunque, a costo di rendere funzionale la menzogna, augurandosi di trovare la via della felicità, in amore e nel lavoro.

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Prodotta dal duo stravagante Wes Anderson e Noah Baumbach, questa fiaba non intende segnare la storia del cinema americano, tanto meno una svolta nella ricca carriera del regista degli indimenticabili Ma papà ti manda da sola?, L’ultimo spettacoloPaper moon. Ha il merito però di ricordarci che il cinema di qualità non teme il confronto con i generi popolari, se dietro la macchina da presa c’è raffinata intelligenza.

Vera Mandusich

Tutto può accadere a Broadway

Regia: Peter Bogdanovich. Sceneggiatura: Louise Stratten, Peter Bogdanovich. Fotografia: Yaron Orbach. Montaggio: Pax Wassermann. Nick Moore. Interpreti: Owen Wilson, Imogen Poots, Jennifer Aniston, Will Forte, Kathryn Hahn. Origine: Usa, 2014. Durata: 93′.

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