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Una lezione di cinema con Pif

pif3Lo scorso 27 ottobre Pif è stato invitato dal Cinema Anteo di Milano per tenere una conferenza aperta al pubblico in occasione dell’uscita del suo nuovo film In guerra per amore. Il neo regista, ben noto al pubblico grazie al film d’esordio La mafia uccide solo d’estate, ha raccontato la sua esperienza sul set di questa nuova avventura e risposto col suo fare spontaneo e sincero alle domande dei presenti. L’atmosfera è tra le più calde e affiatate, in molti ringraziano il regista per l’emozioni regalate con il suo primo film e ora con questo nuovo lavoro. Riporto di seguito la chiacchierata tenuta da Pierfranfesco Dilibero suddivisa in punti accompagnati da una parola chiave.

PRODUZIONE: Pif scherza sugli alti costi di produzione dovuti alla minuziosa messa in scena di due storie ambientate nel passato e di come in tal caso ogni scelta abbia un peso rilevante sul costo totale dell’operazione: “Come torna a casa l’attrice nel film? In tren… No no a piedi!”. Coglie l’occasione per ringraziare Marco Gianani (Wildside srl), produttore del film, per il coraggio nel finanziare il progetto e nel seguirlo in ogni sua scelta, con un occhio alcune volte anche più attento di lui!

ATTORI: “E’ sempre bello lavorare con attori caratteristi Siciliani, sono dei geni! In particolare ricordo i nomi di Sergio Vespertino, nel ruolo del cieco, Maurizio Bologna, Lorenzo Patané e Maurizio Marchetti. Tutti bravissimi e molto divertenti! Peccato che, nonostante i tanti complimenti ricevuti anche in qualità di comparse nel precedente film, salendo in città come Roma o Bologna questi non siano minimamente calcolati dalle produzioni… Bisogna quindi girare un film in Sicilia per vederli valorizzati!”

SORRENTINO: “Di Paolo Sorrentino ammiro l’indipendenza più totale. Lui è un regista che fa quello che gli pare senza porsi alcun problema! Mi viene in mente quando vidi This Must be the Place e in particolare la scena del concerto: c’era questo palco che continuava a roteare su se stesso con i musicisti che suonavano e io mi dicevo: «Ora stacca, ancora qualche secondo e stacca!». E invece no! La scena proseguì per altri tre minuti, per l’intera durata della canzone. Paolo successivamente dichiarò che gli piaceva la canzone e la volle tenere in versione integrale. Io non riesco proprio a fare come lui, mi auguro per il futuro di farcela anch’io!”. Termina la parentesi sul pif-in-guerra-per-amorenoto collega invitando il pubblico a fare un confronto tra la sua versione di Giulio Andreotti nella Mafia uccide solo d’estate e quella di Sorrentino nel Divo: “Non sono così intellettuale come la gente mi descrive…”.

SINDACO: “Penso che se dovessi entrare in politica lo farei da primo cittadino di un paesello dove si conoscono tutti. Questo perché penso che in un contesto del genere la politica sia ancora pura e priva d’interessi. D’altra parte tutti i paesani mi chiamerebbero direttamente sul cellulare per chiedermi di risolvere i loro problemi. Magari potrei scegliere Erice, paese dove mi hanno già nominato cittadino onorario!”

NOMI: “La ripetizione del nome Arturo anche in questo film è solo un gioco! Spero che questo non faccia incrementare il numero di Arturi nati in Sicilia! Una mia conoscente mi ha rivelato di aver dato a suo figlio il nome Pierfrancesco e di chiamarlo Pif. Già da bambino il nome Pierfrancesco è stato problematico, chissà invece se anche quando sarò vecchio mi chiameranno ancora Pif?”

SECONDA OPERA: “Per me in realtà è stato come se fosse il mio primo film. Ci ho ragionato di più e affrontato le riprese con maggiore consapevolezza. Ho già la testa su un progetto futuro. Sapete come funziona? Io ho tante idee che muoiono, quella che sopravvive la realizzo!”

ASINO: “Nessun asino è stato maltrattato durante le riprese, era tutto in digitale ed ero solo io quello appeso ad una fune! Tutti preoccupati per l’asino… Anche mia madre mi chiese cosa avessi fatto all’asino.”

PADRE: “Io ho sempre voluto fare regia. Forse è partito tutto da mio padre che negli anni ’80 aveva un piccola casa di produzione. Mi ricordo che il mio inizialmente era PIFfilmsolo un interesse di tipo tecnico e che riuscì a commuovere mio padre all’età di otto anni mentre lo vedevo lavorare: «Papà, qui l’audio non è buono». Poi cominciai come cameraman, in seguito feci le prime esperienze in televisione con le Iene e il Testimone e infine grazie alla popolarità guadagnata riuscì con poca fatica a raggiungere il cinema!”

PAURA DELLA MAFIA: “Sinceramente non ci ho mai pensato. E poi, fortunatamente, non è più la mafia di una volta…”

SET:”L’importante sul Set è essere sicuri di quello che si dice: se mi chiedono di che colore vuoi un vestito «giallo o rosso?», io rispondo deciso: «Rosso!» anche se il problema è per me irrilevante.”

ANDREA DI STEFANO: “Entrai in contatto con Andrea Di Stefano lo scorso anno a Los Angeles dove presentai La mafia uccide solo d’estate. Grazie al grosso successo riscontrato, riuscì a convincerlo a tornare in Italia nei panni d’attore nel mio nuovo film. Andrea lo scelsi da subito, perché il più adatto al ruolo di un tenente italoamericano in spedizione nella sua terra di origine. Solo lui poteva replicare in modo poco fastidioso l’accento americano in una parlata italiana.” Non ci resta che sintonizzarci in prima serata il prossimo 14 novembre su Rai 1 per la prima assoluta di La mafia uccide solo d’estate – la serie, realizzata da Pif con la riconfermata collaborazione di Stefano Bises e Michele Astori. La regia è stata invece affidata a Luca Ribuoli recentemente alle prese con L’allieva. La serie recupererà i toni e ambientazioni del lungometraggio, tra dramma e commedia, narrata dalla immancabile voce di Pif!

a cura di Samuele P. Perrotta

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