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Vi presento Toni Erdmann

toni-erdmannIl nuovo film di Maren Ade ha spiazzato tantissimi già a Cannes, prima di raccogliere tantissimi premi in quasi tutti i festival a cui ha partecipato: Premio FIPRESCI proprio sulla Croisette, ha vinto il LUX PRIZE e ha trionfato nel vero senso della parola agli EFA, gli Oscar Europei, vincendo premi come miglior film, regia, attori e sceneggiatura. Non gli è riuscita la corsa all’Oscar (l’Academy gli ha preferito Il cliente di Asgar Farhadi), ma nel corso del 2016 è stato designato miglior film dell’anno per i Cahiers du Cinema, per Filmcomment e anche per Sight & Sound.
È un film fuori dall’ordinario già dalla durata, due ore e quaranta minuti, che però volano divertendo molto lo spettatore. La trama racconta di un padre (Peter Simonischek) che, senza preavviso, arriva dalla Germania per far visita a sua figlia in Romania, dove lei (Sandra Hüller) lavora come consulente di gestione per una multinazionale. Preoccupato per l’apparente mancanza di gioia nella sua vita, l’uomo si inventa il personaggio di Toni Erdmann, sedicente consulente aziendale e inizia a “sabotare” la vita della figlia.
Diciamolo subito, è un film pazzesco, uno di quei pochi film che ti sorprendono, che ti regalano qualcosa, uno di quei film che vorresti vedere e VI-PRESENTO-TONI-ERDMANNrivedere subito dopo essere uscito dal cinema. É un film in realtà classico come messa in scena, con ripetuti campi/controcampi ma pieno di invenzioni di sceneggiatura stupende e, finalmente, un film intelligente e divertente. La Ade ha comicità “antica”, c’è qualcosa della follia inventiva dei Monty Python, e “moderna” con un surrealismo alla Miguel Gomes che la regista conosce bene avendoci lavorato insieme. Già dalla prima “apparizione” di Toni Erdmann ho iniziato ad amare il personaggio: la scena del ristorante in cui appare da dietro l’amica della figlia è improvvisa, spiazzante e comicissima. Il personaggio di Erdmann funziona per contrapposizione, sia della figlia che del suo mondo lavorativo. Sembra un mostro, un fantasma, ma la sua parrucca e i suoi denti finti lo rendono molto più vicino a noi di quanto possa sembrare: è un personaggio folle, fuori dal mondo, che sta in piedi perfettamente proprio perché è dentro a un modo ancora più assurdo di lui, un mondo in cui il travestimento è più ordinato e elegante ma, comunque, sempre di una maschera si tratta. È proprio il suo essere un corpo estraneo che lo rende travolgente, è un uomo fuori posto in una società dove o sei nel flusso o sei fuori. È un uomo che anche in famiglia sembra essere alieno, lo è sicuramente con la ex moglie e lo è soprattutto nella dinamica padre-figlia che si crea: lui è un burlone mentre la figlia è una maniaca del lavoro che si vergogna del padre, e questa vergogna prova a trasferirla al pubblico. La loro è una relazione molto forte, piena di emozioni più o meno dissimulate, la Ade ce le mostra in tutta la sua complessità, ci racconta di un padre che vuole far capire alla figlia che sta gettando via la sua vita. Come in ogni farsa che si rispetti l’assurdo consiste proprio in una temporanea sospensione dell’ordine, che spinge poi i personaggi al movimento. Il loro rapporto è così ben delineato, splendidamente raccontato con un finale splendido che fortunatamente non chiude il cerchio, come farebbe un qualunque film americano.


È un film che toglie il fiato e apre a una risata liberatoria. Specialmente grazie alla bravura della regista di tenere certe scene lunghissime, quella della festa soprattutto, scene quasi estenuanti in cui la risata si accumula nella lunghezza di certi dialoghi e situazioni. Il film funziona infatti nel rigettare e allontanare, e si creano perciò delle dilatazioni che partono da eventi surreali per terminare con conseguenze reali, in questo modo la risata arriva autentica e liberatoria, perché, come sa fare la migliore comicità, nasce dal tragico. Che grande film.

 Claudio Casazza

Vi presento Toni Erdmann

Sceneggiatura e regia: Maren Ade. Fotografia: Patrick Orth. Montaggio: Heike Parplies. Interpreti: Peter Simonischek, Sandra Hüller, Michael Wittenborn, Thomas Loibl, Trystan Pütter. Origine: Germania/Austria, 2016. Durata: 162′.

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