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Bling Ring

“Tutta questa storia sembrava dire molto sulla nostra epoca e su come i ragazzi crescono nel mondo di Facebook e di Twitter” (Sofia Coppola, dal pressbook del film). La storia è quella del gruppo di adolescenti di “buona famiglia” che qualche anno fa si divertirono a penetrare nelle case dei vip a Los Angeles e a trafugare preziosi, capi d’abbigliamento costosissimi e naturalmente denaro. Tra le vittime Paris Hilton, Lindsay Lohan, Orlando Bloom.
bling ringSofia Coppola ricostruisce con qualche licenza poetica le scorribande di cinque diciassettenni (quattro ragazze e un ragazzo) osservandone i comportamenti, riportandone le dichiarazioni prima e dopo il processo, evitando giudizi morali, ma prendendo atto di una verità sconcertante che vuole gli adolescenti ammaliati da un universo sognato e inaccessibile, per questo da conquistare ed esibire come status symbol. I capi firmati, le auto di lusso, i gioielli e i rolex, diventano simboli per accostarsi alla Hilton e al suo mondo sprezzanti delle conseguenze: un gioco di vestizione che non sembra finire nemmeno dopo le condanne, se è vero che Nicki (Emma Watson) si spreca in dichiarazioni ingenue quanto agghiaccianti che ipotizzano futuri possibili in politica, nel sociale, sicuramente desiderando lo showbiz.
La scena è completamente loro, dall’inizio alla fine del film, gruppo disinvolto e disinibito costruito sul desiderio d’avere ed essere qualcun’altro. La leader Katie, si porta dietro Mark (attratto dalla moda e dagli abiti femminili), trova Nicki, altrettanto leader che trascina Sam, la “sorella adottiva” (perché parcheggiata in eterno dai genitori in casa di Nicki), e a ruota Chloe, tutte più o meno legate dalla voglia di trasgredire, di oltrepassare il limite, sconfinare dalla normalità, attraverso accessi normalmente invalicabili: le feste, i casting, le celebrità nelle discoteche esclusive. Lo sguardo costantemente affascinato dai lustrini, tagliato dai riflessi oro che si rifrangono sui volti ancora acerbi ma già seduttivi.Emma Watson_Bling Ring
Il ritmo che la Coppola impone al film è incalzante. Si passa dalla scuola alle ville, da un furto all’altro, da un’automobile rubata all’altra, sorprendendo lo spettatore, disorientato dagli spazi incustoditi, dall’assenza di vigilanza intorno ai “castelli” senza fortificazioni, dalla mancanza di interesse per la proprietà di chi non è ricco ma stramiliardario. Suoni e musiche rendono omogeneo il percorso di Bling Ring (in coerenza con tutto il cinema della regista, mai banale nella scelta della colonna sonora), in un crescendo che porta dall’euforia dei furti, delle piste da ballo luccicanti, dalla velocità delle Highway losangeline, dalle prime pippate di coca, fino agli ingenui tradimenti finali e alla pochezza del superego di Nicki.
La Coppola rimane ancora legata al mondo che meglio conosce: le terre che confinano con l’universo delle celebrità, i satelliti che vi gravitano intorno subendone la fatale attrazione: corpi fragili, corpi sempre troppo giovani e disperati. Ma questa volta il messaggio è gridato e nasconde poche sottotracce di lettura. L’orrore è lì, tutto in superficie, tutto nella superficie.

Vera Mandusich

Bling Ring

Regia e sceneggiatura: Sofia Coppola. Fotografia: Harris Savides. Montaggio: Sarah Flack. Interpreti: Emma Watson, Taissa Farmiga, Israel Broussard, Katie Chang, Erin Daniels, Leslie Mann. Origine: Usa, 2013. Durata: 90′.

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