RecensioniSlider

Treno di notte per Lisbona

L’uomo è “nel fondo della notte”, perturbato e mai pacificato, si dibatte tra lo stato di noia e di eccitazione, entro due limiti che, se portati all’estremo, conducono alla deriva. Le emozioni vanno ricercate ed alimentate, ma spesso si è incapaci di afferrarle e di carpirne la natura. Si giunge così all’accettazione e alla giustificazione di sé e del proprio stato. Placati nell’animo, si trapassa la vita in un coinvolgimento lieve e continuo, si enfatizzano le proprie aspettative con sogni di rivincita, ma nulla sembra variare nel procedere degli eventi.

“Se così fosse, che viviamo solo una piccola parte della nostra vita, cosa succede del resto?”

Raimund Gregorius (Jeremy Irons) è un professore di Berna, porta occhiali dalla montatura pesante da vero erudito ed il suo aspetto appare trasandato e spento, trascorre un’esistenza monotona, scandita dagli impegni scolastici e da partite a scacchi che gioca contro treno-di-notte-per-lisbona-jeremy-ironsse stesso per combattere l’insonnia. La città in cui vive è grigia e piovosa, riflesso diretto del suo animo stanco e divorato dalla routine, ma ad un tratto l’impatto con una donna misteriosa gli aprirà uno spiraglio. Gregorius le salva la vita, impedendole di suicidarsi, allo stesso tempo la giovane dall’impermeabile rosso sarà il simbolo della sua rinascita. Lei decide di andarsene improvvisamente, ma lascia un biglietto del treno per Lisbona ed un libro scritto in portoghese da titolo “Un orafo delle parole” di un autore sconosciuto, tale Amedeu de Prado. Tra le sue mani ora l’esistenza di un altro uomo che apre una crepa in quella dell’insegnante rigoroso e razionale, ad un tratto aperto al cambiamento e alla follia di una scelta presa sul momento. Greogorius salirà su quel treno e instaurerà con lo scrittore anonimo un rapporto strettissimo, quel “sentire l’altro in noi stessi” che è contagio emotivo ed affettivo. Vicinanza e contiguità con una vita che non è la propria, ma che si aspira a condividere per ritrovarsi, un piacere che si prova nel rendersi conto che si ha ancora la possibilità di cambiare e che mitiga la frustrazione per le scelte passate.

Il regista danese Bille August si ispira al bestseller dello scrittore svizzero Pascal Mercier e traspone cinematograficamente una storia densa e struggente, con momenti rievocanti il tramonto rivoluzionario portoghese, a cavallo degli anni settanta, contro il despota Salazar e flashback che percorrono un altro binario narrativo, quello di Amedeu, assolutamente più vivido ed intenso rispetto a quello del professore, benché sia proprio lui a farlo emergere. Il racconto è fin troppo lineare e si perde in alcune disattenzioni strutturali, privando lo spettatore di una ben più auspicabile tensione drammatica.

Jenny Rosmini

Treno di notte per Lisbona

Regia: Bille August. Sceneggiatura: Greg Latter, Ulrich Herrmann. Fotografia: Filip Zumbrunn. Montaggio: Hansjorg Weissbrich. Musiche: Annette Focks. Interpreti: Jeremy Irons, Mélanie Laurent, Charlotte Rampling, Jack Huston, Martina Gedeck, Tom Courtenay, August Diehl, Bruno Ganz, Lena Olin. Origine: Germania, Svizzera, Portogallo, 2013. Durata: 110′.

Topics
Vedi altro

Articoli correlati

Lascia un commento

Back to top button
Close