Come e quanto sono falsificate le notizie e le immagini che popolano i media? Da dove nascono le fake news che oggi tutti temiamo? Che conseguenze hanno sulle persone? Due film del Concorso ci parlano proprio di giornalismo e della falsificazione delle notizie: sono due film diversissimi ma molto politici: Illusiones perdues va indietro nel tempo e ci porta nella Francia del XIX secolo, On the Job: The Missing 8 nelle Filippine contemporanee.
Illusiones perdues è il nuovo film di Xavier Giannoli (l’autore dei recenti Margueritee e L’apparizione), è un adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Honoré de Balzac. Siamo ai tempi della restaurazione successiva alla Rivoluzione Francese: Lucien è un giovane poeta che nutre grandi speranze letterarie, abbandonata la tipografia di famiglia nella città natia e decide di tentare la sorte a Parigi sotto l’ala protettrice della sua mecenate, una baronessa con cui ha una relazione nascosta. In una Parigi tutt’altro che magica Lucien viene però lasciato presto da solo, il giovane entrerà a lavorare in un giornale e scoprirà così le macchinazioni in atto in un mondo che ubbidisce alla legge del profitto e della simulazione.
Nel romanzo di Balzac, spesso anticipatore dei tempi, c’è la matrice del mondo moderno, il momento in cui un’intera civiltà inizia a cedere alla legge del profitto, della manipolazione giornalistica e politica. Giannoli gira un film in costume molto classico, crudo ma anche divertente, che ci mostra perfettamente un sistema che si erge sulla corruzione totale, dalla stampa che viene comprata dal miglior offerente alla claque che fischia o applaude a teatro. Una commedia umana, tipica di Balzac, dove tutto può essere comprato o venduto, il successo letterario e la stampa, la politica e i sentimenti, la reputazione e ovviamente l’anima.
On the Job: The Missing 8 di Erik Matti è invece uno strano oggetto. Film torrenziale, lungo tre ore e mezza, ispirato a eventi realmente accaduti. Il film narra la storia di Sisoy Salas, un giornalista corrotto e fuori dalla realtà, e del detenuto Roman Rubio, un sicario che viene regolarmente fatto uscire di prigione per compiere degli omicidi. Sisoy è sempre stato uno strenuo difensore del governo e del popolare sindaco della città, Pedring Eusebio. Ma quando scompaiono 8 giornalisti, suoi colleghi del giornale locale, Sisoy è costretto a ripensare i suoi legami di fedeltà e a mettere in discussione le sue convinzioni politiche.
La feroce vicenda diventa un’opera corale e fluviale che con uno stile adrenalinico, un po’ film di inchiesta e un po’ thriller lirico, cerca di analizzare una realtà delle Filippine di cui la stampa non parla mai. Non c’è scampo per nessuno, politici diventano gangster, giornalisti sono sempre più corrotti, i detenuti assassini al soldo della politica: questi folli personaggi si intrecciano nella rappresentazione della radicata cultura dell’impunità che caratterizza le Filippine dei nostri giorni.
da Venezia, Claudio Casazza