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Berlinale 70 al via

Tanta Italia in tutte le sezione al 70° Film Festival di Berlino (www.berlinale.de) in programma da giovedì fino all’1 marzo. Un presenza massiccia quanto non si era mai vista, con nove nuove produzioni e parecchi omaggi e un componente della giuria. La kermesse tedesca avrà per la prima volta come direttore artistico l’italiano Carlo Chatrian e si annuncia con un programma interessante, senza grandi scossoni rispetto al passato. Il presidente della giuria, che assegnerà l’Orso d’oro tra 18 film in gara, è l’attore inglese Jeremy Irons, mentre gli altri componenti sono gli attori Bérénice Bejo e Luca Marinelli, i registi Annemarie Jacir, Kenneth Lonergan e Kleber Mendonça Filho e la produttrice Bettina Brokemper. Per l’Italia corrono Volevo nascondermi di Giorgio Diritti e Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo, entrambi con Elio Germano. Il primo è la storia del pittore emiliano Antonio Ligabue, il secondo è una favola nera cittadina.

C’è poi Siberia di Abel Ferrara con Willem Dafoe, una coproduzione Italia/Usa. Il resto della presenza italiana è capeggiato da Pinocchio di Matteo Garrone con Roberto Benigni nella sezione non competitiva Berlinale Special. In Panorama si presenta Semina il vento di Danilo Caputo con Yile Yara Vianello, Feliciana Sibilano ed Espedito Chionna, mentre in Forum ci sono il documentario La casa dell’amore di Luca Ferri e Zeus Machine. L’invincibile di Nadia Ranocchi e David Zamagni; nella sezione Generation partecipa Palazzo di giustizia di Chiara Bellosi e Faith di Valentina Pedicini è alla Settimana della Critica.

Paolo Taviani accompagnerà, nella sezione per celebrare i 70 anni di festival, Sole di Carlo Sironi, una delle opere prime italiane più belle dell’ultima stagione. Tra gli omaggi sarà presentato il restauro de Il bidone di Federico Fellini nell’ambito delle celebrazioni per il centenario, mentre il Forum celebrerà il mezzo secolo riproponendo il programma del 1971: tra questi, in mezzo a Oshima e Angelopoulos, anche Ossessione di Luchino Visconti, Ostia di Sergio Citti e Ottone o Gli occhi non vogliono in ogni tempo chiudersi di Jean-Marie Straub e Daniéle Huillet.

My Salinger Year di Philippe Falardeau

Il film d’apertura è il canadese My Salinger Year di Philippe Falardeau con Margaret Qualley e Sigourney Weaver. In gara spiccano l’americano First Cow di Kelly Reichardt, il francese Le sel des larmes di Philippe Garrel e il taiwanese Rizi -Days di Tsai Ming-Liang. Incuriosisce il tedesco Berlin Alexanderplatz di Burhan Qurbani che si cimenta con un classico di Rainer Fassbinder. Tra gli altri in lizza: il coreano The Woman Who Ran di Hong Sangsoo, Effacer l’historique – Delete History di Benoît Delépine, il documentario Irradiés – Irradiated del cambogiano Rithy Panh, l’americano Never Rarely Sometimes Always di Eliza Hittman, The Roads Not Taken di Sally Potter con Javier Bardem, Elle Fanning, Salma Hayek, Laura Linney, Sheytan vojud nadarad – There Is No Evil dell’iraniano Mohammad Rasoulof e il tedesco Undine di Christian Petzold con Paula Beer e Franz Rogowski.

In Berlinale Special picca la presenza di Nomera – Numbers, produzione Ucraine, Polonia, Repubblica Ceca e Francia, diretta da Oleg Sentsov, a lungo detenuto nelle carceri russe come dissidente, in collaborazione con Akhtem Seitablaiev. Ancora l’animazione Onward di Dan Scanlon con le voci di Tom Holland, Chris Pratt e Octavia Spencer, Charlatan di Agnieszka Holland, Police – Night Shift di Anne Fontaine con Omar Sy, Minamata di Andrew Levitas; i documentari Last and First Men di Jóhann Jóhannsson narrato da Tilda Swinton e Yi Zhi You Dao Hai Shui Bian Lan – Swimming Out Till The Sea Turns Blue del cinese Jia Zhang-ke.
Tra gli Encoounters c’è il nuovo lavoro del romeno Cristi Puiu, noto per La morte del signor Lazarescu e Sieranevada, dal titolo Malmkrog.

La sezione Panorama comprende i ritorni di cineasti importanti e tante novità. Da tenere d’occhio: Mare della svizzera d’origine serba Andrea Štaka (Pardo d’oro a Locarno con Das Fräulein) e Otac – Father del serbo Srdan Golubović, il francese A l’abordage di Guillaume Brac, l’austriaco Aufzeichnungen aus der Unterwelt – Notes from the Underworld di Tizza Covi, gli americani Bloody Nose, Empty Pockets di Bill Ross IV e Turner Ross e Minyan di Eric Steel, l’inglese Mogul Mowgli di Bassam Tariq con Riz Ahmed, e i documentari Nardjes A. del brasiliano Karim Aïnouz noto per l’intenso melodramma La vita invisibile di Euridice Gusmao e Petite fille di Sébastien Lifshitz.

Dedicata più al cinema di ricerca e ai nuovi autori è la sezione Forum, che celebra il 50° riproponendo anche i film che caratterizzarono l’edizione 1971. Tra i film nuovi, ci sono Lúa vermella (Red Moon Tide) dello spagnolo Lois Patiño, Medium dell’argentino Edgardo Cozarinsky, il cileno El tango del viudo y su espejo deformante di Raúl Ruiz, The Viewing Booth dell’israeliano Ra’anan Alexandrowicz. Radu Jude, uno dei nomi di spicco del panorama romeno di oggi porta ben due lavori, il primo in co-regia con Adrian Cioflâncă: Ieşirea trenurilor din gară – The Exit of the Trains e Tipografic majuscul – Uppercase Print.

Nicola Falcinella

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